Ha nevicato per tre giorni consecutivi qui a Milano; non ricordo quando sia stata l’ultima grande nevicata qui in città. Forse ero ancora una bambina e quando arrivava la neve tutto diventava magico, a maggior ragione se cadeva sotto Natale. Ricordo che una volta, una Vigilia di Natale, il nonno mi aveva accompagnato in giardino e mi aveva indicato le impronte di un animale; forse erano quelle di un cane ma io ero convinta fossero quelle delle renne di Babbo Natale, avevo chiamato tutti a raccolta per dimostrare che avevo ragione, esisteva e non c’era verso di convincermi che non potevano essere le orme di una renna…una renna a Milano! Cose dell’altro mondo! Ma un bambino ha il diritto di sognare e viaggiare sulle ali della fantasia, e quel giorno forse, la mia ingenuità e la mia ostinazione hanno contribuito a rendere quel Natale uno dei migliori della mia vita.
Ma quest’anno la neve ha iniziato a cadere il primo giorno di marzo, il mese in cui le prime gemme iniziano a spuntare sugli alberi e i prati si vestono di margherite e non ti scordar di me. E’ scesa fitta, ha imbiancato tutto di una coltre candida e immacolata. Oggi la neve, anche se non cade a dicembre, non ha perso la sua magia ai miei occhi; tuttavia la vedo più come un’attesa e una purificazione. La osservo dalla finestra mentre cade silenziosa spegnendo i colori della natura e illuminandola con il flebile riverbero della luce; e quando la luna illumina il manto nevoso la meraviglia cresce ancora: sembra che un incantesimo sia stato gettato sul mondo che dorme mentre lei, nel suo silenzio continua a scendere, lentamente.
A volte mi piacerebbe essere un fiocco di neve, così delicato che quando cade non lo senti, così leggero che nell’aria danza e vortica nel vento, e magari sceglie di appoggiarsi sulla spalla di qualcuno o su qualcosa che ha particolarmente a cuore, e lì resta, senza dar fastidio, fino a quando non ritorna ad essere acqua, e poi magari di nuovo neve. Mi sono sempre immaginata i fiocchi di neve come delle piccole fate, come quelle del balletto “Lo Schiaccianoci” di Čajkovskij. Credo sia una delle favole più belle che si possano raccontare ad un bambino, in cui sogno, magia, arte e natura convivono. E poi, da ex ballerina di danza classica, ho sempre amato le musiche e la scenografia di quel balletto.
Quando la neve cade fitta come in questi giorni e fuori tutto tace, si ha come l’impressione che quel candore ripulisca ogni scoria che si è accumulata; la sua gentilezza e la dolcezza con cui cade e si posa sembrano voler coprire anche ogni tristezza e disinfettare ogni ferita rimasta aperta. E i vortici in cui i fiocchi di neve danzano, non vi fanno simpatia? Non vi scaldano il cuore? A volte penso che la neve non sia altro che un camino acceso nel gelo dell’inverno, un focolare che nei momenti di solitudine scalda e tiene compagnia, che ti ascolta anche se non hai voglia di parlare. Forse perchè conosce l’importanza del silenzio, della sua voce così profonda e sincera, e quando decide di venire a tenerci compagnia, lo fa davvero, si fa sentire nonostante il suo silenzio ma esplode con la sua presenza, senza dare fastidio…perlomeno, quando si è in casa e si può godere di quella magia permettendosi di non essere i soliti adulti troppo cerebrali, ma di tornare bambini e affidarsi a lei, alla neve.
200g
farina 00
50g
farina di grano saraceno
50g
farina di mandorle(o mandorle tritate finemente)
120g
zucchero
120g
burro
2
uova
1pizzico
sale
1bustina
vanillina
1l
succo di melograno(più o meno 2,5kg di melograni)
2
mele
1
limone
500g
zucchero
-
Lavorate il burro morbido con lo zucchero, aggiungete le uova leggermente sbattute, le farina, il sale, la vanillina e il lievito per dolci.
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Impastate bene il tutto fino a quando non avrete ottenuto un panetto omogeneo (ma attenzione a non lavorare troppo la frolla perchè altrimenti rischiate di non riuscire a stenderla dopo poichè l’impasto sarà troppo friabile).
Lasciatela riposare in frigorifero per almeno un’ora coperta con della pellicola trasparente. -
Stendete la frolla con uno spessore di 3 mm e foderate 6 stampini (o una tortiera da 24 cm di diametro) unti e infarinati.
Bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta, cospargete con la marmellata e decorate a piacere con la frolla avanzata. -
Fate cuocere a 180°C in forno già caldo per 30 minuti.
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Spremete i melograni dopo averli tagliati a metà e filtratene il succo.
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Aggiungete lo zucchero, il succo di limone e la mela tagliata a cubetti.
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Fate cuocere a fuoco medio per 40 minuti mescolando di tanto in tanto e successivamente frullate con un minipiner.
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Fate cadere qualche goccia di marmellata su un piatto per provarne la consistenza.
Con la marmellata ancora calda riempite due vasetti, tappateli e capovolgeteli fino a quando non saranno completamente raffreddati.
Note
Va da sè che se volete preparare la marmellata dovrete farlo con qualche giorno d’anticipo.