Cavolfiore al forno

Pochi conoscono questa ricetta semplicissima, che secondo me è di gran lunga la migliore per preparare questo ortaggio. Fatto così viene molto saporito e anche croccantino, vale la pena provare!

Cavolfiori gialli e bianchi

  • Un cavolfiore
  • Olio: circa tre cucchiai
  • Succo di limone: un paio di cucchiaini
  • Sale

Tagliate il cavolfiore nel senso della lunghezza a fette di cira 1–2 cm di spessore, eliminando la parte dura del torsolo e le foglie. Mescolate l’olio e il limone e spennellate il cavolfiore da entrambi i lati. Salate e mettete in forno a 180 °C per circa 50 minuti–1 ora, voltando una sola volta a circa 10 minuti dalla fine. Si può servire subito, ma riscaldato in padella con poco burro è ancora migliore.

Una variante consigliata consiste nell’aggiungere un mezzo cucchiaino di senape forte in polvere (o un cucchiaino di salsa di senape forte) e un quarto di cucchiaino di curcuma al condimento con cui pennellare il cavolfiore. Usando i comuni cavolfiori bianchi si ottiene un colore giallo intenso.

Se vi spiace tagliare un limone solo per avere un cucchiaino di succo, potete ripiegare su un cucchiaino d’acqua con un pizzichino di acido, che fa sempre comodo avere in casa. In alternativa, potete anche spremere tutto il limone e far dei cubetti di ghiaccio col succo avanzato, che si conservano in congelatore più o meno per sempre.

 


Due parole sul cavolfiore. La specie è la stessa dei broccoli, cavoli, cavoletti, verze, e cavolo rapa (Brassica oleracea), la cui forma selvatica è abbastanza comune nel nostro Paese. La parte che si mangia è un meristema fiorale, ossia di un ammasso di tessuto embrionale che dovrebbe trasformarsi in un gruppo di fiori gialli, ma non lo fa. I cavolfiori esistono di colore bianco, giallo, arancione e viola, tutti quasi identici come sapore, mentre quello verdino e di una curiosa forma geometrica, che a volte si chiama “cavolfiore romano” o “romanesco”, è in realtà un tipo di broccolo ed ha un sapore è molto più tenue e una consistenza più soda, ma forse meno croccante.

La famiglia di piante a cui appartiene il cavolfiore, le Crucifere, comprende anche la senape, il rafano, i capperi, la rucola, il crescione, la rapa (ma non la barbabietola) e il ravanello. A dar loro il caratteristico sapore pungente e odore sulfureo sono due classi di composti (glicosinolati ed isotiocianati) ai quali sono ampiamente riconosciute proprietà antitumorali e che sono anche tossici per gli insetti, tanto che solo pochissime specie possono nutrirsi senza danno di queste verdure. In realtà importa poco, perché se provate a piantarne anche un solo esemplare, inevitabilmente da chissà quale remoto angolo del globo attirerete l’odiosissima farfalla cavolaia o bianca del cavolo [sic!], i cui maledetti bruchi gialli e neri lo devasteranno completamente nel giro di una settimana, salvando solo le nervature delle foglie. Questo insetto provoca facilmente la perdita di intere piantagioni, se non lo si combatte con l’uso di pesticidi.

Bruchi di cavolaia. L’adulto l’avrete presente: è la comunissima farfalla bianca che si vede ovunque in primavera

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