Carote e Ragù.

Non so voi, ma a me, questo Natale, ha già stufato ancora prima di cominciare; sono già qui che ripeto per la centesima volta quanto vorrei che fossimo già al 7 gennaio. No, non sono un Grinch. No, non sono una persona priva di sentimenti. No, non ho un cuore di ghiaccio. Sono solo una donna molto colorata e molto schietta che dice ciò che 9 persone su 10 non hanno il coraggio di ammettere. Dai diciamocelo: Natale, ogni anno.. si salvi chi può. Cogliamone comunque il lato comico, ironico: partiamo con una carrellata di pagliacciate che anche questo 2016 non ci risparmierà. Per prima cosa, tenetevi pronti: le scorpacciate di zampone e lenticchie, crostini pannosi ai funghi e salmone, stracchino e salsiccia (roba leggerina insomma), tortellini e cappelletti in brodo, pandoro e panettone farciti con laqualunque, stanno per tornare. Arriva infatti il momento in cui la vecchia zia ti rivede, dopo 364 giorni, e al grido: oh come sei magro/magra, credendoti incredibilmente deperito/deperita, quasi ti vorrebbe imboccare nonostante l’età dell’aeroplanino tu l’abbia passata da un pezzo.* Così, giusto per toglierti le grinze da’i corpo!  Tutto ciò avviene dopo una settimana massacrante trascorsa ad elaborare tecniche di dribblaggio atte ad evitare i regali indesiderati da gente indesiderata: i così detti raccattapolvere che se stai proprio messo male diventano regali di riciclaggio sporco. Roba da matti. Insomma, dicevo, arrivi alle scorpacciate della Vigilia e sai che non finiscono lì: sai che la tavola del 25 dicembre, in termini di calorie, sarà equiparabile ad Hiroshima e Nagasaki. Il tutto, poi, si ripete il 26 dicembre, quando ti vengono riproposti niente popò di meno che gli avanzi, risistemati alla bell’emmegglio… mmmmm buone le lasagne ai frutti di mare, ghiacce e riscaldate in forno, con il sugo rappreso che ha assunto un colore pari ad un barattolo di rifiuti tossici. Meglio un fungo allucinogeno. Tutto condito con anche a te e famigliacome se piovessero, sorrisi e discrezioni. Il top del top si raggiunge poi con il famoso giro regali a casa della suocera seduta sulla sedia scricchiolante atta a nascondere l’eco dei suoi scheletri nell’armadio e che, nonostante tutto, per l’occasione si è agghindata più di un lampadario di cristallo. Ed è quello il momento più tragicomico di tutto questo carosello natalizio: le espressioni di gioia finta, la falsissima felicità nell’aprire un regalo che ti fa vomitare, lo sconforto nel comprendere che certa gente non ti conosce davvero e che, pertanto, se si frequenta soltanto il 25 dicembre, un motivo, sotto sotto, ci sarà. Oh, sia chiaro: do ancora qualche giorno di comporto, dopo di che pure il TG inizierà a bombardarci con i servizi sui maratoneti improvvisati che escono 2 volte l’anno per smaltire scorpacciate di tortellini e zamponi. Ecco, quelli mi fanno ridere a crepapelle. Giuro. Vedo questi signori gonfi come zampogne, rossi come peperoni, arrancare con il sorriso di chi stringe i denti per non stramazzare al suolo. Ma fateci il piacere! Datemi retta: lasciate da parte tutti questi rituali inutili e forzati; mangiate poco ma bene, circondatevi di poche persone ma quelle davvero più care: vostro padre, vostra madre, la vostra famiglia più intima. Andate a salutare un fratello lontano, andate a trovare la nonna, il nonno, ma godetevi un Natale di semplicità, senza eccessi, senza sfarzi, senza regali obbligati, senza inutilità. Godetevi un Natale di ricordi, assieme alle persone ancora al vostro fianco, che sono esse stesse i vostri ricordi. Stop.

Io passerò un bel Natale, insieme al dono più prezioso che il Signore mi ha fatto: una mamma ed un babbo innamorati come 40 anni fa, ancora uniti e complici, un fratello un po’ burbero ma dal cuore d’oro, un gatto che fa le fusa e mangia il formaggio manco fosse un topo. Niente eccessi; un piatto di spaghetti alle vongole, qualche crostino di pesce, perché amo cucinare a fianco di mia mamma la sera del 24 dicembre, ed un pandorino mignon con la crema al mascarpone. Stop. Un film sul divano e siamo tutti a casa❤ Non abbiamo bisogno di regali; questo è il nostro più grande regalo. Il giorno di Natale sarà poi un giorno come gli altri, anche se starò in cucina con mamma; prepareremo poche cose, di cui una, però, assolutamente irrinunciabile: le carote al ragù. Dovete infatti sapere che quando ero piccola, mia mamma lavorava e spesso non poteva stare con me e mio fratello. Allora si arrangiava come poteva e spesso mandava mio padre in rosticceria. I piatti forti di mio padre erano : pasta a burro e ovino fritto. Non mi piaceva. A me piacevano solo le carote in umido della rosticceria. Così, da quando mia mamma ha smesso di lavorare, mi prepara questo contorno che io divoro come piatto unico e che per me è una goduria sia di palato sia di ricordi della mia infanzia. Con un valore aggiunto: oggi, a 30 anni, non mi vergogno affatto di poter dire che sono felice di potermi godere questi piccoli piaceri con loro il giorno di Natale.❤

La ricetta, semplicissima, è tutta per voi. Con affetto, Gemma.

*Su questo avrei comunque da obiettare, dato che ho conosciuto gente che alla soglia dei 40 ha dimostrato un’età cerebrale pari a mio nipote di 6 anni.

 

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Ingredienti.

Per il ragù.

500 grammi di Macinato di Manzo.

300 grammi di Macinato di Maiale.

1 foglia di Alloro.

6 Cipolle rosse.

Passata di Pomodoro.

un paio di cucchiaini di concentrato di Pomodoro.

Sale.

Olio extravergine d’Oliva, 1 bicchiere di Chianti.

Carote.

Procedimento

In una pentola capiente tagliate le cipolle rosse, unite una foglia di alloro e coprite il tutto con abbondante olio extravergine d’oliva. Non salate, altrimenti il sale tirerà fuori l’acqua di vegetazione e vi farà bruciare il soffritto! Portate quindi sul fuoco e fate scaldare: le cipolle devono soffriggere delicatamente, almeno per una ventina di minuti, fino quasi a sciogliersi. A quel punto unite il macinato di maiale, aggiustando di sale: alzate leggermente la fiamma e mescolate bene il composto, cercando di spezzettare bene tutto il macinato. Fate cuocere per una decina di minuti, poi unite anche il macinato di manzo. Aggiustate nuovamente di sale.

Fate andare a fiamma media per una decina di minuti, avendo cura di non far attaccare la carne! Quando la carne si è ben amalgamata e colorata, alzate la fiamma, fate prendere temperatura e sfumate con un bel bicchiere di Chianti. Fate evaporare bene il vino, dopo di che versate una buona dose di passata di pomodoro (una tazza e poco più) ed unite 2 cucchiaini di concentrato. Mescolate, assaggiate e se necessario aggiustate di sale.

Fate cuocere il sugo a fiamma dolcissima: deve sobbollire e borbottare dalle due alle quattro ore, mescolando ogni tanto.

Quando il ragù è pronto, si pulite 4 o 5 carote e tagliatele a pezzettoni. In una pentola dai bordi alti fate scaldare abbondante ragù; quando prende il calore, aggiungete le carote tagliate, mescolate e fate cuocere a fiamma dolce, aggiungendo piccole dosi di acqua calda, a poco a poco. Assaggiate e aggiustate di sale, se necessario. Portate subito a tavola appena pronte.

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