a buona toscana, ho avuto l’occasione di partecipare al Carnevale di Viareggio più volte, soprattutto quando ero più piccola. Si tratta di un carnevale molto famoso in tutta Italia, e sicuramente il più conosciuto in Toscana.
Esso affonda le proprie radici in oltre un secolo di storia e tradizioni.La prima parata ebbe luogo nel lontano 1873. Risale al 1930, invece, l’invenzione di Burlamacco, la maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio. Presenza costante per noi villeggianti della Versilia, è impossibile non riconoscerlo.
Oggi sono tornata per un piccolo reportage per Seguilestagioni di Febbraio. Prima giornata di inagurazione in ritardo , a causa del maltempo, che ha coinvolto molte zone d’Italia, lo scorso fine settimana.
Mi ha accolto la caratteristica sfilata dei carri costruiti ancora oggi in cartapesta e ‘animati’ da decorazioni , dettagli curati attentamente, luci e movimenti meccanici, musica e colori sgargianti. E’ così che un mucchio di giornale, acqua e farina si trasforma in uno degli spettacoli carnevaleschi più colorati, festosi e amati in Italia e nel mondo!
E poi c’è la gente…i bambini..i giochi..i coriandoli e le stelle filanti…Viareggio si anima anche con il cibo tipico di Carnevale…Frittelle di tutti i tipi e cenci…
Passato il Natale, i panifici ed le pasticcerie riempiono le loro vetrine di questi lunghi nastri di pasta dentellata o intrecciata, ricoperti con una fitta nevicata di zucchero a velo. Ogni regione d’Italia ha le sue chiacchere di Carnevale, che arrivano dopo la metà di Gennaio .In Toscana li chiamiamo CENCI, che significa stracci. Vengono fritti, anche se alcuni provano a farli al forno. Si servono con Vin Santo e caffè, come i cantucci.
Ecco la ricetta della mia famiglia, ricordo ancora mia madre quando li friggeva in un grande padellone…Ammetto di non aver mai amato il retrogusto dei semi di anice che mia madre aggiungeva alla ricetta.
CENCI DI CARNEVALE
Ingredienti
300gr di farina
2 uova
gr. 100 di zucchero fine
la scorza grattugiata di un limone bio e di un’ arancia bio
2 cucchiai di marsala o grappa
1 pizzico di sale
25 gr di burro fuso
2 cucchiaini di lievito per dolci
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (al posto dei semi di anice che metteva mia madre)
olio per friggere o strutto
zucchero a velo
Mettete la farina dentro una zuppiera, unire le uova, lo zucchero, la scorza di limone grattugiata, il burro fuso, il sale, il lievito sciolto in un cucchiaio abbondante di latte tiepido, ed il liquore. Mescolare bene , amalgamando tutti gli ingredienti e proseguire impastando con le mani, sulla spianatoia, fino ad ottenere un impasto morbido e liscio. Far riposare per circa 15 minuti.
Con il mattarello stendere la sfoglia di 1-2 mm di spessore (mia madre usava la macchina per la pasta con la manovella a mano)che permetterà di fare sfoglie molto sottili.
Dopodichè con una rotella dentata o con un coltello ritagliare dei rettangoli o dei triangoli per friggere, per pochi secondi. in olio bollente o strutto.
Quando saranno dorati, sgocciolarli e metterli ad asciugare su carta assorbente da cucina, Infine disporli sopra un vassoio spolverandoli con zucchero a velo.
Note
Questa volta ho provato a dar loro una forma più barocca e chic…tagliandoli al centro e avvolgendo la parte di pasta all’interno del taglio.
Ho usato il KA sia per impastare che per stendere la pasta….ho ridotto tempo e fatica ed il risultato è ottimo.