La stradina in salita, ripida, da prendere per raggiungere Kuenhof potrete forse anche perderla al primo tentativo: va su con una curva a gomito piuttosto improvvisa dalla strada principale. Ma se avrete la pazienza di imboccarla, vi porterà diretta a vini bianchi di gran classe. Misurati, eleganti e assolutamente personali.
In una casa e podere che furono proprietà del vescovo di Bressanone già attorno al 1100, Brigitte e Peter Pliger (la cui famiglia possiede Kuen Hof da 200 anni) hanno iniziato a produrre nel 1990 da poco più di 6 ettari vitati, reimpiantati una trentina di anni, fa i loro 4 vini bianchi: un Sylvaner, un Riesling, un Traminer e un Veltliner.
Il terreno che circonda il podere è ricco di minerali, come quarzi e scisti, le vigne allevate col metodo del guyot a file piuttosto fitto. Le più alte si trovano a 720 metri e sono su terrazzamenti assicurati da muretti a secco.
Da oltre 15 anni l’azienda porta avanti pratiche bio alternate ad alcuni preparati biodinamici in via sperimentale, l’inerbimento è spontaneo, tanto è il lavoro da fare per la vendemmia manuale su quelle pendenze.
La cantina è stata ampliata nel tempo e anche di recente, per tener dietro all’incremento della produzione (dalle 1500 bottiglie degli inizi alle circa 40mila di oggi). Una parte dei vini fa un passaggio in botte grande e poi in acciaio, l’imbottigliamento avviene solitamente a fine aprile (con la scelta del tappo a vite) mentre la vendemmia i primi di ottobre. Ma non quest’anno, ci dice Brigitte, dato che l’uva sarà pronta almeno una settimana prima.
Apripista della valle dell’Isarco, Pliger ha iniziato a produrre vino quando le uniche due realtà erano L’Abbazia di Novacella e la Cantina sociale, fungendo da esempio anche per altri piccoli produttori emersi negli ultimi 15 anni.
Kuenhof Veltliner 2016: croccante e minerale, pulito, essenziale, viene voglia di berne e riberne (peccato che al momento sia esaurito… dovrete aspettare giugno 2018 per l’annata 2017!).
Kaiton Riesling 2016: secco, agrumi, ananas e cedro. Ancora giovanissimo, da tenere da parte e bere tra qualche anno. Questo vino merita però qualche parola in più: nel 1999, quando era ancora vino da tavola, ha vinto, primo fra i Riesling, il premio Tre bicchieri della guida del Gambero Rosso. In produzione dal 93, il nome celtico vuol dire “bosco”.
Kuenhof Sylvaner 2016: speziato, pepe bianco, fresco, beverino, forse il più facile da bersi dei 3 vini assaggiati. Lineare, con classe.