I due vini sono stati fatti (testuali parole) “ tra la lavatrice e il frigorifero”. Questo per spiegare gli spazi ristretti in cui il produttore ha dovuto lavorare. Del resto, considerando che metà delle uve sono arrivate in Lunigiana dal Chianti Classico in un camioncino frigo noleggiato per l’occasione e che l’altra metà proviene da viti autoctone locali (sangiovese soprattutto), una vinificazione così bohemien era il minimo.
I due vini, del 2014, sono entrambi ottimi, ma il Vertirosso ha qualcosa in più pur avendo qualcosa in meno, come il colore più scarico e una soave mancanza di struttura che privilegia una freschezza diamantina. Il bello di entrambi i vini è comunque nella parte aromatica, veramente da sangiovese di razza, ancora più rimarchevole perché ottenuta in una vendemmia di rara difficoltà.
La cosa vi stuzzica? Vorreste assaggiarli? Impossibile, perché entrambi non esistono. Per la precisione esistono ma è come se non esistessero, dato che non possono essere venduti o comprati, solo regalati. Questo perché sono il primo riuscitissimo tentativo di produrre vino di un signore di cui, grazie a Giampaolo Gravina abbiamo già sentito parlare, ma di cui sentiremo parlare soprattutto in futuro, Francesco Sarri.
La storia di Francesco parte da Poggibonsi (ragazzi…ma sara l’aria buona?) e passa per il suo agriturismo in Lunigiana attraverso il motocross, la passione dirompente per il vino, la curiosità più devastante per tante cose e per la scienza in particolare. Quella specie di tavolo con le fasce che vedete nella foto ne è la dimostrazione più lampante: a cosa serve? Fatevelo spiegare da Francesco!
A questo punto potreste dire “Insomma,ci parli di due vini che non si possono comprare, di una cosa che non sai spiegare, di una persona di cui sentiremo parlare in futuro, ma che razza di articolo è?” E avreste ragione a dirlo se non ci fosse il seguito.
Francesco, dopo aver fatto passare il 2015 ha deciso di rompere gli indugi e si è messo a fare vino in maniera concreta. Ha affittato un piccolo spazio vicino al castello di Monsanto, lo ha attrezzato e dal 2016 produce un Chianti Classico, che non solo venderà (si parla di 4500 bottiglie) ma che farà parlare di sé.
Siamo di fronte a un “vin de garage” anzi, visti gli spazi da petit garage, perchè Francesco non produce uva, la compra. Ma i suoi fornitori sono a Radda in Chianti, in zona Vertine e questo già dovrebbe dirvi qualcosa.
Il 2016 del nostro “garagista” è stato vinificato e maturato interamente in cemento ma vi giuro che ha aromaticità che sembrano uscite dalle migliori botti del mondo. E’ un Chianti Classico fatto col sangiovese di Radda, come dio comanda. E’ un vino che vi consiglio vivamente (a partire dall’anno prossimo) di cercare e di assaggiare.
Fonte: Carlo Macchi Wine Surf