Nei giorni scorsi siamo andati per un aperitivo al Muà, di via San Sebastiano a Genova. E’ un locale molto frequentato e di notevole tendenza, in questo momento, all’ombra della Lanterna. Un segnale in questo senso arriva dal fatto che venga richiesta la prenotazione che è possibile solo fino alle ore 19.
Abbiamo, come di consueto, scelto un Negroni nella vasta offerta di un menù molto variegato. Ci siamo acocmodati al primo piano arredato con gusto minimalista: singolare che ogni tavolo sia servito da tre sedie convenzionali ed un puffo piuttosto scomodo. Il servizio è veloce e cortese, purtroppo non abbiamo potuto scegliere i componenti del nostro Negroni in quanto l’offerta non prevedeva questa opzione che non ci è stata prospettata sulla carta o quantomeno a voce al tavolo. Avremmo gradito “Antica formula” ma abbiamo dovuto optare per quello convenzionale, con Martini, che ,comunque, è stato realizzato con equilibrio. Ottimo nella realizzazione e nella presentazione il cocktail analcolico che era nell’ordinazione
In buona sostanza l’offerta prevede un’apericena. Un inciso: usiamo questo termine per convenzione ma apertamente lo detestiamo. Il costo della consumazione è di 10 euro, ci sono anche offerte per drinks di caratura diversa e di prezzo differente. A questo punto si apre la partita del buffet: ne esiste uno anche al secondo piano che, come sala, è sicuramente arredata con minore attenzione.
Il buffet si compone di: pizze e focacce, ai limiti della sufficienza, di insalata russa, di buona fattura, verdure miste, convenzionali, una cascata di salumi, apprezzabile anche nel gusto.
Discorso a parte per la pasta che abbiamo trovato largamente insufficiente: i sedanini erano poco cotti e il sugo di cozze non assolutamente all’altezza in quanto poco amalgamato e realizzato con bivalvi dal gusto inerte.
Le ostriche, a detta della lunga fila che si era creata al buffet in evidente stridore con l’ensemble piuttosto sostenuto del locale, vengono servite con cadenze piuttosto rarefatte e in numero insufficiente. Sulla qualità eccepiamo per via dell’eccessivo retrogusto amarognolo e la mancanza di un nitido sapore salmastro.
Discutibile, e discussa, anche la proposta del secondo cocktail a 10 euro. La nostra visita non ci ha soddisfatti: una differenziazione dell’offerta a buffet, l’ampliamento del numero dei tavoli e l’esclusione della pasta con le cozze dal menù potrebbero essere viatico per un sicuro miglioramento. Di livello più che sufficiente i cocktails per come sono stati realzizati e non per come avremmo voluto. Non raggiunge la sufficienza.
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