Molte persone amano il vino rosso. Che sia per accompagnare un meritato momento di relax o in abbinamento a un piatto superbo della tradizione culinaria locale, quasi nessuno rinuncia al piacere di assaporare un buon bicchiere di rosso. Degustare un vino, però, non vuol dire solo farsi avvolgere dai suoi sentori e dalle note più particolari, ma anche fare una immersione nel territorio in cui è stato prodotto e le tradizioni che sono state seguite per la sua lavorazione.
Ogni vino è carico di cultura, storia, paesaggi, tradizioni. Ha molto da raccontare a chi sa andare oltre la sola esperienza gustativa e guardare alla sua origine. In effetti, per arrivare a questo punto, non basta solo consultare un elenco dei vini rossi italiani, per scegliere quello più rinomato e costoso. Serve studiare, conoscere, appassionarsi, far diventare il momento della degustazione un rito di conoscenza, prima ancora che appagamento del palato e dell’olfatto. I cultori del vino, ma anche i professionisti che vi lavorano, spesso parlano di terroir, come base di partenza per descrivere le caratteristiche peculiari di ogni vino rosso.
Letteralmente Terroir sta per “terreno” o “territorio”, ma in questo contesto, l’espressione terroir abbraccia molto di più, includendo clima, tradizioni, lavoro dell’uomo, caratteristiche morfologiche del terreno.
Cerchiamo di conoscere meglio il significato di questa parola, per poter apprezzare meglio le caratteristiche di ogni vino assaggiato.
Che ruolo ha il terroir nella maturazione del vino
Ogni vino, si sa, deriva da particolari tipologie di uve. Alcune sono talmente pregiate e con caratteristiche così specifiche da produrre solo una quantità minima di bottiglie, definite a tiratura limitata, inimitabili e uniche. Questo succede perché magari, in un dato territorio, le caratteristiche del terreno e del clima agiscono in maniera così particolare sulle uve, da produrre un vino di grande pregio.
Il clima, ad esempio, può influenzare molto la qualità del vino e sulle sue proprietà sensoriali. Si pensi, ad esempio, alle zone con un clima molto caldo e soleggiato, che innalza la quantità di zucchero negli acini e incrementa anche il livello alcolico del vino.
Ma su quest’ultimo agiscono anche le tradizioni e la storia enologica del territorio in cui viene prodotto. Esistono ad esempio luoghi in cui si producono solo vini frizzanti, come gli spunti d’Asti o lo Champagne. A volte, questo accade perché la tradizione gastronomica locale ben si sposa proprio con quella tipologia di vino. Le caratteristiche morfologiche del terreno, poi, agiscono sulla maturazione dell’uva, rendendola più minerale o meno e influenzando anche il risultato finale del vino prodotto.
Non ultimo anche l’uomo, col suo lavoro può esaltare o meno le uve di maggiore pregio. Sin dalla coltivazione delle uve, con il diradamento o la concimazione minerale, ma anche durante la vinificazione, affinamento e conservazione del vino, si possono ottenere risultati differenti a parità di materia prima.
I più importanti terroir italiani
Considerate tutte le variabili che concorrono alla formazione del terroir, si può facilmente intuire quanto peculiari siano e l’esistenza di una infinità di terroir differenti al mondo.
In Italia se ne possono menzionare alcuni che, più di altri, hanno saputo sfruttare le peculiarità locali per produrre vini di fama mondiale.
Si pensi alle dolci colline delle Langhe e al suo clima fresco e ventilato, che lo rende perfetto sia per la produzione di vini fermi che frizzanti, ma anche a Chianti e Montalcino, un vino talmente particolare da essere prodotto in un fazzoletto di terra limitato.
Si pensi ancora all’Etna, col suo terreno ricchissimo di minerali e un clima che subisce l’influenza dell’attività vulcanica e del mare.
Ma anche la Valpolicella e l’Irpinia sono territori noti per la produzione di vini di elevato pregio.