Parlarne insieme, parlarne finché siamo qui. Questo è ciò che possiamo fare. E allora, visto che dobbiamo parlare, perché non farlo seduti a un tavolo, davanti a un buon piatto di pasta, sorseggiando un bicchiere di vino bianco? Occuparsi dei propri amici offrendo loro una cena buona, non solo una cena, è importante che sia buona, credo sia un atto democratico, fatto in nome della democrazia. Questo è ciò che fa mio marito non appena ne ha le forze, non appena i suoi impegni lavorativi glielo concedono, lui apre la porta di casa e cucina per chi ha voglia di sedersi alla sua tavola e mangiare, e parlare.
Il marito che cucina, purtroppo, non ha modo di cucinare tutto il giorno, tutti i giorni. Ha la sua vita, i suoi trent’anni che lo incalzano, non può passare il giorno a cucinare, a inventarsi nuove ricette. Però, quando riesce a farlo, è felice. Adesso che ha iniziato a studiare una nuova lingua e che prende sempre più aerei che lo portano sempre più lontano, quando può cucinare continua a provarne piacere. Non nel fatto di cucinare in sé, questo forse è il punto. Al marito che cucina non piace cucinare in sé, piace cucinare per gli altri. Il marito che cucina non si trova mai da solo a cucinare, a sperimentare, ad assaggiare le sue creazioni, a migliorarle. Il marito che cucina spignatta sempre contro al tempo, in corsa, con l’orologio che ticchetta e gli ospiti si fanno sempre più vicini. Il marito cucina perché gli interessa il potere costruttivo della democrazia, la condivisione, lo scambio di idee e di suggestioni. Al marito piace costruire, per questo cucina.
COSA&QUANTO
- un granchio
- spaghetti
- 2 spicchi d’aglio
- peperoncino
- olio extravergine d’oliva
- 1/2 bicchiere di vino bianco
- 250 gr di pomodorini o 200 ml di passata di pomodoro
- 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
- sale q.b.
COME
Metti sul fuoco un tegame pieno d’acqua, aggiungi due cucchiai di sale e porta al bollore. Fai imbiondire l’aglio in un altro tegame con l’olio, aggiungi il peperoncino e fai rosolare il tutto per qualche minuto.
Immergi il granchio nell’acqua bollente, cuoci per 10 minuti, poi mettilo in un piatto. In questo modo, parte del sapore dei granchi viene scaricato nell’acqua in cui cuocerai la pasta.
E’ importante che il granchio sia fresco, molto fresco, non so se mi spiego. E’ importante che quando lo compri sia ancora vivo. Ecco, l’ho detto.
Dopo averlo cotto, ti tocca pulirlo. Leggi un po’ qui
Stacca le chele, apri la carcassa ed estrai tutta la polpa. Più facile a dirsi che a farsi. Il marito in questo frangente è solito ferirsi. Il marito non pulisce il granchio, io marito lotta col granchio.
Aggiungi la polpa nel tegame con l’olio. Fai saltare il tutto per qualche minuto, poi sfuma con un goccio di vino, lascia evaporare ed aggiungi i pomodorini tagliati a pezzetti con un pizzico di sale, se vuoi aggiungi anche un po’ di passata di pomodoro.
Cuoci il sugo di granchio per altri 5 minuti, coprendo il tegame con un coperchio.
Cuoci gli spaghetti, scolali al dente ed uniscili al condimento. Fai saltare gli spaghetti insieme al granchio per qualche minuto, aggiungi anche il prezzemolo tritato ed eventualmente un goccio d’acqua di cottura della pasta.
Gli spaghetti al granchio democratico sono pronti, non ti resta che servire e condividere.