Racconti di viaggio: le città della lega anseatica

Qui gli eventi
 sono cicatrici sul volto della storia, 
ma la loro capacità evocativa è intatta.
 A Berlino nulla resta più visibile 
di ciò che si cerca di cancellare 
J.B.Merian 
Il blog riapre i battenti e, come di prassi ormai, non con una ricetta, ma con un racconto di viaggio. Quest’anno, la scelta è caduta sulla Germania del nord, e più precisamente sulle città anseatiche. Cioè su quelle città tedesche che, nel tardo medioevo aderirono alla lega anseatica, una sorta di alleanza, strutturata come una rete di mutua assistenza, che fino all’inizio dell’era moderna mantenne il monopolio dei commerci su gran parte dell’Europa settentrionale e del mar Baltico.  Un viaggio tra architetture gotiche e palazzi in mattoni rossi, tra vecchi quartieri portuali e cortili pittoreschi. Luoghi da fiaba in una terra ricca di paesaggi incantevoli dove lo sguardo si perde tra il verde dei prati immensi e le foreste di betulle, tra la quiete dei paesaggi lacustri e gli incantevoli canali, dove le piccole città hanno ancora un sapore d’altri tempi.
Holstentor
Prima tappa del nostro itinerario anseatico è Lubecca, fondata nel XII secolo, ed ex capitale della Lega anseatica. Ubicata nella regione dello Schleswig-Holstein, la più a nord della Germania ai confini con la Danimarca. Per lungo tempo, Lubecca, fu l’epicentro del commercio di tutto il Nord Europa e con la sua antichissima Carta dei Diritti ispirò molte città della zona del Baltico. Il simbolo di Lubecca è l’Holstentor, una costruzione medievale posta all’ingresso occidentale della città, composta da due caratteristiche torri rotonde,  al suo interno si trova il Museo storico municipale.
I magazzini del sale

La città Vecchia di Lubecca si trova su un’isola nel mezzo del fiume Trave ed è accessibile tramite cinque ponti. Il centro storico è un vero gioiellino medievale talmente delizioso che è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco
Lubecca
Lubecca – il diavoletto a guardia della chiesa
Seconda tappa del nostro viaggio Amburgo, una vera metropoli sull’acqua. Una città la cui immagine è dominata, nell’imaginario collettivo, dal suo immenso porto sul fiume Elba, una delle aree portuali più grandi del mondo. Ma la realtà di Amburgo va ben oltre … l’acqua scorre ovunque, qui ci sono più ponti e canali di quelli che potete trovare a Venezia e ad Amsterdam, per la precisione 2496 ponti che collegano i numerosi canali o meglio come si chiamano qui i Fleet, e oltre a tutto ciò nel cuore centrale di Amburgo ci sono due bellissimi laghi artificiali, vivibilissimi, e vissutissimi a qualunque ora, qui infatti è possibile affittare una canoa, un pedalò, una barca a remi o a vela. Ma anche semplicemente rilassarsi, passeggiare o prendersi un caffè in uno dei localini che li circondano. 
Amburgo – il porto
Il porto 
Amburgo dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, è stata praticamente ricostruita da zero, uno degli edifici più antichi sopravvissuti è il Rathaus, cioè la sede del suo parlamento. Amburgo, infatti, ha uno statuto speciale e gode di autonomia legislativa, proprio come Berlino. 
Rathaus
Non solo acqua in questa città, ma anche tanto verde! Il parco cittadino che ho ammirato ed amato di più è stato sicuramente il Planten un Blomen, 5000 metri quadrati di giardini curatissimi, laghetti, piante di ogni tipo, un roseto, un giardino giapponese, giochi per i bimbi e tante sdraio per rilassarsi. 
Planten un Blomen
Planten un Blomen
Planten un Blomen
Forse sarà perché sono arrivata qui senza aspettative particolari e senza il bagaglio dei ricordi di viaggio di qualcun’altro, ma Amburgo mi ha piacevolmente sorpresa, con la sua atmosfera “marittima” ma senza avere il mare, con i suoi grandi spazi verdi e i suoi romantici canali, con la sua inaspettata vivacità notturna, con le sue strade eleganti e il suo shopping raffinato, mi dicono essere la seconda città per grandezza di tutta la Germania, per me sicuramente una tra le più belle! 
Amburgo
Amburgo
Amburgo
Amburgo 
Amburgo – il lago
Ed ora attraversiamo l’impercettibile confine della Cortina di Ferro, che fino al 1989 segnava il confine con la Germania dell’est, percorriamo campagne verdissime coltivate a cereali e arriviamo nella città di Schwerin sede di un fiabesco castello, un tempo residenza dei duca di Meclemburgo, edificato su un isolotto del lago omonimo e circondato da uno splendido parco denominato Burggarten, il giardino della fortezza, oggi vera oasi di pace in riva al lago. 
Il castello di Schwerin
Il parco del castello 
Proseguendo il nostro itinerario arriviamo a Brema. Una città che riporta istintivamente alla memoria la celebre favola dei fratelli Grimm, in cui si narra l’avventura di quattro animali domestici, un asino, un cane, un gatto e un gallo, che a un certo punto della loro vita, stanchi di essere maltrattati dai loro padroni, decidono di trasferirsi nella città di Brema per fare i musicisti, guadagnandosi così una vita più facile e indipendente. Ma Brema, aldilà dell’aura favolistica, di cui fa fede ancora il celebre monumento in bronzo dei quattro musicisti ubicato accanto al municipio, è una delle città più importanti della Germania. (Si dice che toccare le zampe dell’asino porti fortuna… che dite sarà vero?!)
I musicanti di Brema
Con i suoi mille anni di storia alle spalle, Brema, nel medioevo è stata, come Amburgo e Lubecca, una “città libera”, cioè soggetta solo all’imperatore, e uno dei centri della Lega Anseatica. Il suo centro storico è considerato uno dei meglio conservati di tutta la Germania, infatti i bombardamenti qui hanno fortunatamente risparmiato alcuni monumenti che hanno più di 1200 anni, e molte case del XV e del XVI secolo. 
Brema
Brema
Brema
Vicino al centro storico si trova il quartiere di Schnoor, un insieme di piccole piazzette, vicoli caratteristici e pittoreschi edifici, in passato fu un quartiere di mercanti e pescatori oggi è un luogo esclusivamente turistico, ma nelle su minuscole case ci sono dei localini deliziosi!   
Ultima tappa del nostro viaggio, una città che non faceva parte della lega anseatica, ma essendo nei pressi non potevamo certo non visitare, Berlino, la capitale della Germania. Non è facile descrivere questa città, tante realtà diverse attaccate tra loro senza una reale amalgama … a volte emoziona, a volte disgusta, a volte affascina, a volte confonde … ma mai ne ho sentito il calore, mai ne ho percepito l’anima.  Una città che si può amare o odiare, ma certo non restarne indifferenti. Ciò che colpisce di più è la diversità dei giudizi su questa città, che possono essere compresi soltanto considerando che quando si parla di Berlino non si parla in realtà di una sola città, ma di un insieme di elementi diversi e contrastanti, in continua trasformazione, messi tutti sotto lo stesso cielo. 
Tra le cose che ho apprezzato ed ammirato c’è sicuramente tutta la parte museale della città. Nella cosiddetta Isola dei Musei, sul fiume Sprea, hanno sede alcuni musei con reperti veramente notevoli che meritano da soli il viaggio. 
Berlino nella mente di tutti è, e sarà sempre, legata al Muro. Quella famosa notte in cui la città, le famiglie, gli amori … tutto venne diviso.  Un muro che è rimasto in piedi per 28 lunghissimi anni, trattenendo contro la loro volontà molti berlinesi all’interno della zona est. Oltrepassare il muro era un’impresa quasi impossibile: le guardie armate che lo sorvegliavano costantemente avevano l’ordine di sparare a vista a chiunque tentasse di scavalcarlo. A rendere le cose più difficili c’erano fossati, filo spinato, cani da guardia e mine. Per evitare che qualcuno si gettasse dagli edifici adiacenti al muro per oltrepassarlo, le autorità della Germania Est fecero murare le finestre che affacciavano sul muro, o addirittura abbattere alcuni edifici e anche delle chiese, visto che per le prime fughe verso l’ovest e la libertà furono utilizzati i passaggi attraverso le catacombe.    Era l’epoca della guerra fredda, l’epoca delle spie ed il muro, secondo le logiche politiche del tempo, fu di fatto una sorta di piccola vittoria per il blocco sovietico. Ma gli anni passarono ed  il Muro diventava sempre più inattuale ed imbarazzante davanti alla comunità internazionale, sempre più critica nei confronti di un paese sovrano che aveva bisogno di sorvegliare i propri cittadini come dei prigionieri per impedire che emigrassero.   Nel 1989 erano cambiate tante cose rispetto al 1961: l’intero blocco sovietico vacillava e sarebbe crollato definitivamente nel 1991. Dopo una serie di proteste spontanee dei cittadini di Berlino, il governo della DDR fece un annuncio improvviso: si poteva di nuovo viaggiare liberamente verso la Germania ovest. Il 9 novembre del 1989 i berlinesi accorsero armati di piccone per demolire una volta per tutte quel maledetto muro, che per troppi anni li aveva privati della loro libertà.  Oggi, nel centro di Berlino, in Bernauer Straße, sull’allora striscia di confine, si trova il Memoriale del Muro. Qui è stato conservato un pezzo del Muro esattamente com’era allora, con tanto di torretta di guardia e vi assicuro che trasmette benissimo il senso di oppressione e di inquietudine, il senso di prigionia… il senso della follia dell’uomo. 
Berlino non è solo storia cupa, ma è anche sfarzo prussiano. Il castello di Charlottenburg, inaugurato nel 1699 come residenza estiva della regina Sofia Carlotta, è sicuramente uno dei luoghi più suggestivi per immergersi nelle radici prussiane di questa città.
Il castello di Charlottengurg
Sempre sulle orme della storia prussiana, appena fuori Berlino nella cittadina di Potsdam, si trova il parco di Sanssouci, che comprende l’omonimo palazzo fatto erigere da Federico II il Grande, re di Prussia, intorno al 1745, come sua residenza estiva e il Neues Palais, composto di appena 200 stanze, costruito qualche anno più tardi come alloggio per gli ospiti del re. I due palazzi sono posizionati uno di fronte all’altro ad paio di chilometri di distanza, all’interno di un parco meraviglioso, il viale principale che li collega è interrotto da rondò con fontane circondate da statue, e tutt’intorno viali alberati e boschetti.
Il mio racconto di viaggio è terminato, vi lascio con una foto dell’ East Side Gallery,  un lungo tratto del Muro di Berlino, in Mühlenstrasse nella ex Berlino est, lasciato intatto non a memoria del dolore bensì della gioia. Moltissimi artisti, provenienti da ogni parte del pianeta accorsero a Berlino per celebrare la caduta del Muro, la libertà e lo spirito di riconciliazione e lo fecero attraverso la realizzazione di questa grande opera a durevole testimonianza della felicità di quei giorni.

East Side Gallery
Buona vita
e alla prossima ricetta !

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