Piccole grandi cose, di Judi Picault

Dopo “Le case degli altri“, libro che ho adorato e divorato,
ho deciso di continuare a leggere questa bravissima autrice americana
e ho scelto “Piccole grandi cose” per capire se il primo fosse stato un incontro
casuale o l’inizio di un nuovo amore.
Ebbene, anche questo romanzo non delude.
L’inizio dei libri della Picault è sempre un po’ complicato; quelle 40/50 pagine 
in cui cerchi di mettere a fuoco la situazione e capire di chi o di cosa si 
stia effettivamente parlando. Poi, come per magia, all’improvviso ti ritrovi
coinvolto nella storia e non ne esci più.
I personaggi diventano tuoi e non riesci a staccartene, pensando a loro continuamente.
Questo libro tratta il tema del razzismo ma in un modo nuovo e diverso dal solito
Ci si ritrova a riflettere e a immedesimarsi da dentro, ponendosi degli
interrogativi che fino a poco prima non si erano nemmeno presi in considerazione
E in questo difficile momento politico/sociale, direi che ne abbiamo tutti molto bisogno!
LA TRAMA
Da più di vent’anni, Ruth Jefferson è infermiera ostetrica al Mercy-West Haven Hospital. 
Durante il proprio turno, mentre sta effettuando il check-up di un neonato, viene 
improvvisamente allontanata: i genitori di Davis sono bianchi suprematisti e 
non vogliono che Ruth, afroamericana, tocchi il bambino. 
L’ospedale soddisfa la loro richiesta di impedire a Ruth di avvicinarsi a Davis, 
ma il giorno successivo il piccolo ha delle complicanze cardiache proprio 
mentre Ruth è l’unica ostetrica in servizio. Intervenire oppure no? 
Obbedire all’esplicito divieto di toccare il bambino oppure al dovere etico di soccorrerlo? 
Ruth esita prima di effettuare il massaggio cardiaco, il bimbo muore e lei finisce 
per essere accusata di omicidio colposo. 
Kennedy McQuarrie, avvocatessa bianca, sceglie di impostare una linea difensiva 
che escluda a priori l’ipotesi di razzismo nei confronti dell’infermiera. Sarà la scelta giusta? 
Ruth e l’avvocatessa faticano a trovare un modo di intendersi, ma la vicenda giudiziaria 
si rivelerà infine utile a entrambe per capire molto di più di se stesse e soprattutto 
per guardare il mondo da una nuova prospettiva.

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