Lo ammetto; ho davvero fatto una grossa fatica a portare a termine la lettura di questo libro.
In realtà sarebbero bastati proprio 10 minuti a prendere la decisione di chiuderlo
e passare a un’altra storia ma io sono sempre dell’avviso che per dare un giudizio
bisogna conoscere.
E così mi sono torturata per ben 187 pagine, nella quotidiana speranza che prima o poi qualcosa accadesse, che io mi rendessi conto di poter cambiare idea, sperando in un colpo di scena,
in un cambiamento improvviso e repentino.
Ma niente!
Eppure…eppure…alla fine del libro qualcosa è effettivamente cambiato.
Non te ne accorgi, non sapresti dire dove e quando, eppure la situazione della protagonista nell’ultimo capitolo è diversa e il suo atteggiamento è positivo verso la vita
dopo che la sua negatività l’ha torturata per tutta la durata del racconto (e non solo lei!!!)
E allora ho capito che l’autrice voleva proprio far passare questo messaggio;
nei momenti difficili, quando tutto ci appare cupo e il dolore è insopportabile,
è proprio il lento scorrere della quotidianità che ci cura, i piccoli e impercettibili cambiamenti,
la presa di coscienza del proprio ego e l’apertura, nuova e non calcolata verso gli altri,
verso ciò che ci circonda e che fino a un attimo prima era invisibile ai nostri occhi.
Al di là di questa Verità (a cui peraltro ero arrivata senza l’aiuto della Gamberale),
non mi sento di consigliare questo libro perché l’ho trovato noioso,
ripetitivo e decisamente per nulla interessante.
La prosa è fiacca e banale, i personaggi risultano antipatici, la pubblicità è eccessiva,
la protagonista è insopportabile e forse è l’unica donna dei nostri tempi
a non aver mai provato a far nulla oltre il suo lavoro
(ecco perché le riesce facile inventarsi ogni giorno una cosa nuova da fare),
la trama debole e traballante.
Credo che saluterò qui questa autrice, non siamo tutti fatti per andare d’accordo no? ;)
LA TRAMA
Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni. Per un mese. Dieci minuti per fare una cosa nuova, mai fatta prima. Dieci minuti fuori dai soliti schemi. Per smettere di avere paura. E tornare a vivere. Tutto quello con cui Chiara era abituata a identificare la sua vita non esiste più. Perché, a volte, capita. Capita che il tuo compagno di sempre ti abbandoni. Che tu debba lasciare la casa in cui sei cresciuto. Che il tuo lavoro venga affidato a un altro. Che cosa si fa, allora? Rudolf Steiner non ha dubbi: si gioca. Chiara non ha niente da perdere, e ci prova. Per un mese intero, ogni giorno, per almeno dieci minuti, decide di fare una cosa nuova, mai fatta prima. Lei che è incapace anche solo di avvicinarsi ai fornelli, cucina dei pancake, cammina di spalle per la città, balla l’hip-hop, ascolta i problemi di sua madre, consegna il cellulare a uno sconosciuto. Di dieci minuti in dieci minuti, arriva così ad accogliere realtà che non avrebbe mai immaginato e che la porteranno a scelte sorprendenti. Da cui ricominciare. Chiara Gamberale racconta quanto il cambiamento sia spaventoso, ma necessario. E dimostra come, un minuto per volta, sia possibile tornare a vivere.