Ti scrivo da qui, che non so più dov’è… Ti scrivo da una confusione, ma non una di quelle che entusiasmano perché portatrici di caos, no. Ti scrivo da una di quelle confusioni che ti tengono ferma. Quando stai ferma la vita ti passa accanto, e tu la guardi passare, ma sei ferma. Ti scrivo dal mio cuore per dirti che voglio ballare con te. Il mio tutú è sgualcito, la mia mantilla ha un odore di muffa, ma nonostante i colpi, le mie gambe sono ancora buone. Voglio ballare tra i giunchi, in una nicchia sacra, tra le stelle, accanto a un morto, nelle fiamme che sciolgono lo stagno, per strada e in quel posto che molti conoscono, alcuni calpestano ma che solo pochi vivono.
Quando sai di essere nata per qualcosa e scopri cosa, non puoi più farne a meno.
Ti scrivo dalla mia pancia, per rinascere e partorire nuovi sogni e nuove pazzie, per nuove risate e nuove lacrime d’emozione. Ti scrivo dal mio respiro che va insieme al mio cuore.
Marzia
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