Mariya Kardash, la badante ucraina che vive settimane di angoscia. A Ternopil ci sono suo marito, la figlia, il genero e il nipotino

«Ho finito le lacrime a forza di piangere. Io mi trovo qui ad Azzano, a distanza di duemila chilometri dal mio Paese, e mi sento impotente perché non posso stare vicino alla mia famiglia. Ho un’ansia continua, ho lo stomaco chiuso, non riesco nemmeno a dormire bene la notte per la preoccupazione. Poi con un po’ di preghiere e tranquillanti riesco a calmarmi. La mattina, però, quando mi sveglio ricasco nell’incubo».

Si sfoga così Mariya Kardash, una badante ucraina che da un anno e mezzo ha trovato casa ad Azzano San Paolo dove accudisce una signora a tempo pieno. Prima di approdare in paese, negli ultimi diciassette anni ha lavorato tra Brescia e Cremona. Il suo cuore, però, è sempre rimasto in Ucraina, a Ternopil per l’esattezza, dove ancora vivono suo marito, la figlia, il genero e il nipotino.

«Sono nonna di un bimbo di un anno e mezzo che ha appena incominciato a vivere e già lo attende un futuro difficile – dice commossa Mariya -. Il secondo giorno di guerra avrei voluto tornare immediatamente in Ucraina, solo che avevano bloccato i voli diretti e avrei dovuto fare due scali, uno in Ungheria e l’altro in Polonia, avrei dovuto trovare un mezzo per giungere alla dogana, poi avrei dovuto attraversare la frontiera a piedi e cercare un pulmino per arrivare fino a casa, nell’Ucraina occidentale, poco distante da Leopoli. Ovviamente mia figlia mi ha pregato di non farlo perché era troppo pericoloso. Oltretutto al momento io sono l’unica della famiglia che può lavorare perché là in Ucraina è tutto chiuso ma i prezzi aumentano. Così, tutti i soldi che guadagno come badante qui ad Azzano li mando ai miei familiari. Non ho mai pensato di farmi una vita qui».

L’ultima volta che la signora Kardash ha visto i suoi parenti era il 3 settembre 2021: «Prima c’era il Covid, ora la guerra. Che periodo! Spero di poter abbracciare di nuovo la mia famiglia la prossima estate anche se, vista la situazione, non so come andrà a finire. Là in Ucraina ora i maschi della nostra famiglia o vanno a combattere o, se non hanno esperienza militare come i ragazzi giovani, svolgono l’attività di sorveglianza territoriale. Mi viene tristezza anche a pensare alla preoccupazione delle donne ucraine che passano il tempo a cucinare dolci e pane (senza lievito per farlo durare di più) per chi è in guerra».

A un certo punto la voce di Mariya si spezza dal dolore: «Abbiamo preso un forte spavento nei giorni scorsi, perché a distanza di 60 chilometri da casa nostra ci sono stati due bombardamenti negli aeroporti militari di Lutsk e Ivano-Frankivs’k – racconta -. Grazie a Dio sul mio territorio non si vive una disgrazia come quella di Kiev. Però fa male lo stesso vedere la nostra Ucraina ridotta così. È incredibile che nel 2022 possano succedere cose simili. Non può la Russia entrare di punto in bianco in casa nostra e pretendere di comandare. Non è normale. Purtroppo la situazione è tesa dal 1991, da quando l’Ucraina ha ottenuto l’indipendenza in seguito alla dissoluzione dell’Unione Sovietica. Per Putin la nostra autonomia è uno sbaglio e così la Russia continua a metterci il bastone fra le ruote. Però addirittura la guerra non ce l’aspettavamo».

Così per aiutare dall’Italia il popolo ucraino colpito dal conflitto, nei giorni scorsi la Kardash e altre badanti di Azzano hanno pensato di organizzare una colletta: «Ognuna di noi ha contribuito a seconda delle sue possibilità – afferma Mariya -. Attraverso questa iniziativa sono stati raccolti quasi mille euro che sono stati spesi per l’acquisto di medicinali».

Vincenzo Alicino, tesoriere dell’associazione «Un naso rosso per» presieduta dal Claun Margherito, si è poi attivato per portare nei centri di raccolta pro Ucraina i farmaci di primo soccorso e gli eccessi di pannoloni e traverse degli anziani che le badanti hanno in cura.

«Un ringraziamento speciale – conclude Mariya – va anche a Graziano Vitali, ex sindaco di Zanica, e alla sorella Natalia che hanno donato 200 euro a testa. Grazie anche a tutte le mie amiche che hanno contribuito alla raccolta e che voglio citare una per una: Nahuliak Mariya, Vira Lasarenko, Anna Podoliak, Alina Gumeniuk, Olga Kryvniuk, Katerina Perepelytsia, Alina Prynzei, Oksana Pavliv, Anna Kocherzhuk, Maria Teresa e Anna Caglioni e infine Giovanni, Laura, ed Elisa Poma».

Laura Ceresoli

(Tratto da Prima Bergamo del 18 marzo 2022)

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