Un’altro amministratore delegato ricco e bello? Un’altra ragazzetta dei bassi fondi? Mi sembra di averne già lette di storie così. Ed invece NO!! Che storia fantastica, ironica, sensuale, intelligente, ben articolata con personaggi che sembrano saltare fuori dalle pagine del libro. Lo ammetto ho preso una cotta terribile per Lex e vorrei uscire una sera a divertirmi con Dora, e perchè no, andare a mangiare a casa di Luther.
Devo ammetterlo la sinossi e la copertina mi avevano scorraggiato parecchio, ma grazie alle mie amiche consigliere fidatissime di letture, ho ceduto è ne sono rimasta letteralmente affascinata.!!
Ora aspetto il numero 2 con trepidante attesa, e nel frattempo rendo omaggio alla cucina di Luther con un piatto di fettuccine Alfredo. Avrei potuto proporvi la versione americana, ricca di aglio, panna e prezzemolo ma visto che Luther ha frequentato “amici Italiani”, la mia sarà la versione originale, solo burro freddo e Grana Padano, con fettuccine all’uovo fatte in casa.
Per preparare le fettuccine io ho utilizzato il pasta maker che fa tutto da solo, ma potete fare l’impasto a mano e tirare le fettuccine con la macchinetta a manovella oppure stendere la pasta come una sfoglia, arrotolarla e tagliare le fettuccine a coltello.
- 3 uova medie a temperatura ambiente
- 300g di farina di semola di grano duro
- un pizzico di sale fino
- abbondante acqua
- un cucchiaio di sale grosso
- 90g di burro freddissimo
- 60g di grana padano grattugiato
- pepe nero a piacere
Devo essere sincera all’inizio ero contenta e non del mio pasta maker, perché seguendo la ricetta originale fornita con l’elettrodomestico, verso metà della lavorazione avevo sempre problemi, finché questa volta me ne sono fregata e ho fatto la ricetta della pasta fresca del mio papà ed è stato un vero successo.
Preparate tutti gli ingredienti, pesate la farina e aggiungete il pizzico di sale, sbattete leggermente le uova e preparate lo stendi pasta.
Inserite la farina all’interno del pasta maker e azionate il programma in pasta, dai fori del coperchio aggiungete lentamente le uova e lasciate lavorare alla macchina finché il composto non diventerà con una sabbia umida.
Io lo fermo prima che completi il processo automatico, nel senso che più va avanti e più l’impasto si scalda e si raggruma, diventando molto duro e difficile da lavorare quindi a occhio appena vedo che il composto diventa come la sabbia umida sto col programma.
Azionate quindi il programma estrudere e attendete che comincino a uscire le fettuccine, le accompagna tenendole sollevate con la mano e la lunghezza desiderata di circa 30 cm con una spatola dolci taglio e stendo subito la pasta in modo che asciughi.
Se non possedete uno stendi pasta, create dei nidi con le fettuccine, che andrete a sistemare sul vassoio leggermente infarinato.
La salsa Alfredo in realtà è l’unione di due semplici ingredienti burro freddissimo e grana padano grattugiato che serviranno mantecare le fettuccine calde.
Preparate il burro tagliandolo a dadini molto piccoli e conservatelo in frigorifero fino al momento di condire la pasta.
In una boule capiente versate già al formaggio e portate a bollore abbondante acqua con il sale grosso.
Cuocete le fettuccine 10/12 minuti dipende dallo spessore che avrete ottenuto, e se preferite la pasta più al dente o più cotta. Prima di scolarle con una tazzina da caffè raccogliete un po’ di acqua di cottura servirà mantecare la pasta.
Poco prima di scolare trasferite il burro insieme al formaggio, unite la pasta ed iniziate a mescolare velocemente per mantecare la salsa, aggiungendo poco alla volta un pochino di acqua di cottura che avete tenuto da parte, non dovrete necessariamente aggiungerla tutta, andate a occhio in modo da ottenere una salsa cremosa e fluida.
Servite subito ben caldo con una macinata generosa di pepe nero.
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Dora e Lex. Assistente personale e grande capo. Giovane e ambiziosa, lei, miliardario e casanova, lui. Sì, avete ragione, gli stereotipi ci sono tutti, e… no, non è un romance come quelli che avete letto finora. “Mi chiamo Dora Monroe, ho venticinque anni e vivo a New York. Che culo, direte voi. Vivo nella parte brutta di New York: il Bronx.” Fedora Monroe, per gli amici Dora, originaria del Connecticut, lavora in una famosa casa editrice della Grande Mela, come assistente personale del proprietario, in attesa della grande occasione. “Speravo di farmi notare abbastanza in fretta, ma dopo ben 743 giorni – sì, avete letto bene, SETTE-CENTO-QUARANTA-TRE, li ho contati – ancora nessuno si è inginocchiato ai miei piedi per supplicarmi di correggere le bozze di chicchessia. Chi dovrebbe promuovermi? Il mio capo, ovviamente. Chi è il mio capo?” Alexander Maximilian Stenton III, rampollo di una delle famiglie più ricche e in vista degli Stati Uniti, tanto bello e intelligente, quanto presuntuoso e dispotico. “Il mio nome è Alexander Maximilian Stenton III, ma gli amici mi chiamano Lex e la ragione non me la ricordo più. Nasco in una famiglia alto-borghese, con infiltrazioni nobili da parte di madre. La mia bisnonna sposò un conte e questo fa di noi i privilegiati tra i privilegiati. Ovvio che non conterebbe un cazzo se non fossimo anche schifosamente ricchi.” Ecco che, quando il romanzo di un’autrice di punta della casa editrice rischia di non essere pubblicato nei tempi previsti, Dora ha la possibilità di fare ciò per cui è nata: l’editor. Da qui, complice un segreto professionale che se rivelato farebbe perdere milioni di dollari, le vicende di Dora e Lex si intrecceranno in un incastro (im)perfetto di emozioni: litigate, sesso sfrenato e un’antipatia reciproca saranno gli elementi costanti del loro rapporto. A tutto questo si aggiungeranno le vicende dei loro amici e conoscenti che, tra situazioni pericolose e imprevisti comici, faranno da sfondo a un legame che andrà crescendo di giorno in giorno a dispetto dei due protagonisti. Riusciranno Dora e Lex, così in apparenza inconciliabili, a trovare un punto di incontro? O il loro orgoglio e la diffidenza reciproca li allontaneranno per sempre?