MANGIA CIO’ CHE LEGGI #82: Corn bread da Una casalinga a Hollywood di Stefania Barzini

Riordinando tra i libri di cucina, ho ritrovato questa piccola chicca per gli amanti dei piatti d’oltreoceano.
Acquistato in tempi non sospetti, cioè nel lontano 2004, appena andata a vivere da sola e senza nessuna aspirazione da foodblogger ma con già la passione della cucina. Non è un romanzo ma una raccolta di ricette americane preparate da un’Italiana che viveva in america e si scontrava con la cucina locale.
Molto fresco ironico e divertente, oltre a ricette curiose della tradizione USA, si ride con i brevi aneddoti di Stefania Barzini.

La ricetta per questo MANGIA CIO’ CHE LEGGI è quindi presa papale papale, dal suo libro, il Corn bread, a metà strada tra un pane e una torta salata, si sposa perfettamente con piatti ricchi dei grandi pranzi, perfetto per accompagnare cose sbrodolanti di sugo come arrosti o stufati.

Per questa ricetta vi occorrerà una pirofila da forno e un robot da cucina capiente.

INGREDIENTI per 8 persone:

  • 1 + 1/2 tazza di farina di mais
  • 1/2 tazza di farina 00
  • 1 uovo
  • 1 tazza di latte 
  • 1/4 di tazza di burro fuso
  • 1 cucchiaio+ 1/2 di zucchero
  • 1/2 cucchiaino di bicarbonato
  • 1 cucchiaino di sale
  • 2 cucchiaini di lievito in polvere per dolci non vanigliato
Accendete il forno a 180°
Inserite tutti gli ingredienti in un robot da cucina e frullate per 30 secondi alla massima potenza.

 Imburrate generosamente una teglia ed infarinatela, versate l’impasto all’interno e livellatelo con una spatola. Infornate e cuocete per circa 30 minuti a forno statico. Dorato in superficie ma soffice all’interno.

Fate raffreddare prima di servire, tagliate le porzioni e servite direttamente dalla teglia.

SINOSSI e LINK di ACQUISTO:

“L’America è ancora il paese più strano che io conosca. È un Paese che suscita sempre reazioni estreme e mai banali. Piaccia o lo si detesti, è raro che lasci indifferenti. Soprattutto l’America è difficilissima da conoscere e da capire veramente, ogni volta che ci ho provato, ogni volta che mi è sembrato di averne afferrato l’essenza, mi sono ritrovata con un pugno di mosche in mano. Perché sull’America sono veri tutti gli stereotipi ma anche il loro contrario. E questo vale anche per il cibo. È vero insomma che si mangia male ma è vero anche che si può mangiare straordinariamente bene.” Un viaggio divertito e divertente tra manie, stravaganze, splendori e miserie dell’”America che mangia”.

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