Mi è sempre piaciuto sperimentare.
Da bambina giocavo a fare le magie con acqua, terra e fili d’erba insieme alla mia sorellina e ai miei cugini;
ci sentivamo dei piccoli alchimisti e ci divertivamo un sacco ad impiastricciarci con quelle poltiglie!
Le nostre nonne un po’ meno in effetti: le macchie di erba sulla maglietta e sui pantaloni si sa, non vanno via facilmente, ma loro erano le vere maghe:
i vestiti tornavano miracolosamente sempre lindi e profumati.
Per fortuna poi i miei esperimenti si sono spostati più sul campo artistico grazie alle tele, ai pennelli e ai colori ad olio (per me acquerelli e tempere :p) del nonno che dipingeva colorati paesaggi idilliaci nei suoi quadri.
Veniva voglia di essere risucchiati dalla tela per essere proiettati nel dipinto.
La mente vagava e i boschi e i paesaggi delle cartoline o delle fotografie che prendeva come modello, si trasformavano in luoghi bucolici che la mia fantasia di bambina, alimentata dalle favole raccontatemi dalla nonna e dalla mamma per farmi addormentare, popolava con gnomi, fate, elfi e animali parlanti…ogni cosa sembrava intrisa di magia a quei tempi.
Ed io osservavo tutto con gli occhi spalancati, pieni di quell’ incanto e di quello stupore che solo l’ingenuità e l’innocenza dei bambini sanno indossare senza paura.
E si, devo ammetterlo, a volte per fortuna, mi ritrovo ancora ad ammirare con quello stesso sguardo di un tempo, la magia di ciò che mi sta attorno; l’incantesimo che le piccole cose, i gesti e le parole più semplici, sanno compiere nel momento in cui, con la loro quotidianità e presenza riempiono e scaldano il cuore.
E poi…dalle tele e dagli album da disegno siamo passati alla tavola.
Dopo la scuola materna la nonna mi teneva impegnata anche con la “pizza pazza” ovvero un impasto di acqua e farina (per evitare che io facessi le mie pappette con acqua, zucchero e caffè nei suoi pentolini) con cui io mi divertivo a ritagliare forme di ogni tipo per regalarle biscotti immangiabili.
Bhe per fortuna ora, a distanza di tanti anni, se la voglia di sperimentare non è sparita ma anzi è rimasta e si è trasformata nella voglia di creare, inventare, giocare con colori, abbinamenti, sapori, i risultati catastrofici di un tempo sono un pochino migliorati…così posso ripagare la nonna di tutte le sue delizie con qualche biscotto più goloso di quelli fatti con la “pizza pazza” (per non parlare del pongo! :p).
Ecco, un esempio di biscotti molto ben riusciti sono questi Lemon Poppy Seed cookies di Pancetta Bistrot.
Molto burrosi e dal sapore delicato, hanno subito stuzzicato la mia vena sperimentatrice, innanzitutto perché avevo voglia di coccolarmi con dei biscotti che è da un po’ di tempo che non preparo, e poi perché il giallo, il limone e i semi di papavero richiamano la freschezza e l’allegria della primavera!
Quindi cosa poteva esserci di meglio che una bella infornata di profumatissimi Lemon Poppy Seed Cookies?!
(Ah la versione “torta al limone e semi di papavero” l’avevo già collaudata ed era stata molto apprezzata dal mio assaggiatore di fiducia dopo una cena d’agosto a base di una super pasta al pomodoro fresco e basilico