Piove. Piove e tira vento da una decina di giorni ormai, senza sosta. Tutta Italia è sommersa e i danni sono gravissimi.
In autunno è bello quando piove, l’atmosfera confortevole e casalinga di quando si sta in casa a cucinare, guardare un film, riunirsi attorno a un tavolo e giocare a Trivial Pursuit o Jungle Speed tutti insieme, magari con una bella cioccolata calda per merenda.
Però quando inizia a piovere senza sosta, quando l’acqua ingrossa i torrenti e i fiumi, si infiltra nella roccia, impregna la terra fino a quando è satura, e intanto il vento soffia con una potenza inaudita fino a spezzare e sradicare intere foreste, l’autunno non è più uno spettacolo da ammirare dalla finestra per i suoi colori.
L’alluvione che ha colpito l’Italia a fine ottobre ha causato danni dal valore inestimabile; una frana si è abbattuta lungo la bellissima litoranea tra Santa Margherita Ligure e Portofino, distruggendo una passeggiata stupenda che ho avuto occasione di percorrere l’estate scorsa ammirando il panorama suggestivo del Tigullio.
Paesi interi sono rimasti senza corrente, le strade inondate da acqua e fango, dal Nord al Sud Italia. Mareggiate e trombe d’aria. La provincia di Agrigento in ginocchio, esattamente come il Trentino Alto Adige e l’intero Nord Italia.
La celebre foresta di Panevaggio, il bosco di abeti rossi della Val di Fiemme, meglio nota come la foresta di Stradivari, è andata distrutta. 700 mila metri cubi di legname sono stati abbattuti e ci vorranno centinaia di anni per ritornare a vedere la Foresta che suona in tutto il suo splendore.
E anche la mia Val Camonica non conosce tregua. Dopo l’incendio che aveva danneggiato ettari di bosco nel gennaio 2017, la valle dei segni si trova ancora una volta in ginocchio, questa volta sfinita dall’acqua, non dal fuoco. 700 ettari di bosco sono stati distrutti, rasi al suolo. Le immagini delle montagne riprese dai droni sono raccapriccianti: i pini, i larici, gli abeti, sono crollati come birilli, schiantati come soldati caduti su un campo di battaglia. La strada sopra casa, verso Campolaro e il Passo di Crocedomini è stata chiusa a causa de pericolo di frane e degli alberi caduti. Anche nel nostro prato il vento ha sradicato alcuni larici. Sembra l’apocalisse. Una bellezza selvaggia e libera che ho sempre ammirato per la sua regalità, per il suo silenzio pacifico, per quella calma che in ogni stagione, con un abito diverso, ha saputo regalarmi.
Prima che avvenisse questa tragedia, sono riuscita a portare due carissimi amici tra le mie montagne. Volevo fargliele conoscere, trascorrere del tempo divertendoci tra i colori dell’autunno, immersi in un castagneto e rifocillati dalle pietanze della cucina camuna. Ci siamo divertiti moltissimo, nonostante la pioggia che già iniziava a battere sui vetri delle case; non potevamo immaginare che era solo l’inizio di un calvario.
Spero di riuscire a tornare presto, di portare anche gli altri amici, di tornare con la mia famiglia godendosi il tepore di casa e i panorami mozzafiato. Ci vorrà del tempo, tanto tempo affinché le montagne e loro boschi tornino a splendere come un tempo. Forse nemmeno i miei nipoti riusciranno a vederle come le ricordo io. Si dovrà aspettare, le si dovrà aiutare, e quando sarà il momento, torneranno ad affascinare con la loro bellezza selvaggia e disarmante.
Ora vi lascio con qualche foto della nostra gita e due ricette per gustare in modo diverso i doni dell’autunno.
1Rotolo
Di pasta sfogliaO brisé se preferite
250g
Philadelphia
50g
parmigiano grattugiato
Q.b.
rosmarinofresco e tritato
Q.b.
sale
Q.b.
pepe
Q.b.
olio extravergine di oliva
15acini
Uva americana
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In una ciotola lavorate il Philadelphia con il parmigiano grattugiato, sale, pepe, il rosmarino lavato, asciugato e tritato e un goccio di olio.
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Stendete la pasta sfoglia e rivestite 6 stampini per quiche, precedentemente unti e infarinati.
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Riempite i gusci di sfoglia con il ripieno e livellate la superficie.
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Decorate con qualche acino d’uva americana tagliato a metà e qualche foglia di rosmarino.
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Fate cuocere a 180°C per 30 minuti e lasciate intiepidire le mini quiche.
450g
Zucca DelicaCruda
250g
TaleggioO Gorgonzola se preferite
1
uovo
50g
parmigiano grattugiato
50g
nocie 4/5 per la decorazione
Q.b
sale
Q.b
noce moscata grattugiata
Q.b.
cannella in polvere
UnGoccio
di panna(Facoltativa)
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Pulite la zucca e tagliatela a cubetti.
Fatela ammorbidire cuocendola in una vaporiera e infine frullatela fino a ridurla a purè.
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Aggiungete l’uovo leggermente sbattuto, il parmigiano grattugiato, sale, noce moscata grattugiata, cannella, 200 g di taleggio tagliato a pezzetti e la panna.
Mescolate bene il tutto e aggiungete anche le noci tritate grossolanamente.
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Rivestite una teglia con della carta da forno su cui adagiare la sfoglia.
Riempitela con il ripieno e livellate la superficie. -
Decorate con dei fiocchetti di taleggio e le noci restanti.
Fate cuocere a 180°C per 30 minuti.