Da un po’ di tempo a questa parte io e il marito quando siamo in giro in macchina lasciamo che la nostra attenzione venga catturata. Forse prima ci capitava di viaggiare meno o forse eravamo meno predisposti a guardarci intorno. Chi lo sa. Adesso, se vediamo qualcosa che ci interessa, freniamo, accostiamo e scendiamo dall’auto. Solitamente quel qualcosa è una bancarella di mele o pesche o conserve fatte in case o, la maggior parte delle volte, una cantina dove assaggiare e poi acquistare buon vino a buon prezzo.
Un mese fa, di ritorno da un matrimonio con fuso, nel senso che siamo arrivati al matrimonio in questione direttamente dall’aeroporto con il fuso (e la stanchezza) dello Sri Lanka sulle spalle, ci siamo fermati da un produttore di aceto. Il matrimonio era tra Modena e Bologna e, il giorno dopo, con il fuso e la stanchezza non solo dello Sri Lanka ma anche del matrimonio, abbiamo accostato, siamo scesi dall’auto e siamo entrati in una cantina che produce aceto balsamico, l’acetaia Angelo.
Che belle le cantine che producono!
La figlia del padrone ci ha fatto assaggiare con gentilezza una varietà di aceti al cucchiaio, uno più buono dell’altro. Noi non abbiamo avuto dubbi e abbiamo scelto il “nero classico“, quello da mangiare con i formaggi per intenderci.
Sai perché mi piace questo fatto che io e il marito, quando siamo in giro, freniamo, accostiamo e curiosiamo? Perché poi, quando a casa nostra gustiamo, ad esempio, il formaggio caprino con l’aceto balsamico dell’Acetaia Angelo possiamo scambiarci ricordi e rivivere sensazioni: “E ti ricordi quando con il fuso dello Sri Lanka e i braccialetti luminosi ci siamo fermati…?”