La cantina Antinori e cosa ho imparato da Robin Williams

SONO ormai certa che quando scelgo di conoscere un posto nuovo o avvicinarmi a uno vissuto solo superficialmente, lo faccio meglio se prima mi sono seduta e ho mangiato il cibo del posto. E, magari, bevuto anche il vino del posto.

Ecco perché raccogliendo un invito del tempo – sono quasi sei anni che hanno inaugurato e ho rimandato e rimandato e rimandato – sono andata alla Cantina Antinori al Bargino (San Casciano Val di Pesa-Firenze), in quello che senza patemi d’animo si può definire il territorio cuore del Chianti, quello ‘classico’ se si guarda ai vini prodotti.

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Sgombro il campo dai facili sfottò: ero con mia figlia che ancora non va a scuola, quindi niente bevute epiche o degustazioni al limite dell’ebrezza. In verità mi sono sentita molto come i diabetici in pasticceria: guarda, annusa, gioisci della prelibata quantità della merce esposta, ma non osare mettere in bocca nulla, la pagheresti troppo cara.

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CHIARITO  questo, non visitate il sito (peraltro assai ben fatto), non procuratevi la rassegna stampa sull’evento inaugurale, non cercate i depliant illustrativi nei punti informazioni turistiche relativi alla Cantina Antinori. Ma andateci. Andateci e basta.

E’ come spiega Robin Williams a Matt Damon nel film “Will Hunting” esortandolo a vivere le proprie esperienze: “Nessuna immagine, video, libro o descrizione sarà mai come vedere la Cappella Sistina con i tuoi occhi, sentirne gli odori e cogliere le sfumature della luce che inonda lo spazio”.

QUINDI, tornando alla Cantina Antinori, se scegliete di visitarla in alta stagione è meglio prenotare la visita, perché con una media di 350 presenze giornaliere si rischia di non avere nessuno disponibile per il tour con le spiegazioni. Assolutamente da non tralasciare è il capitolo “tempo a disposizione”. Non per bere i vini, probabilmente uno meglio dell’altro, ma per lasciarsi conquistare dall’esperienza. La Cantina Antinori è davvero un luogo che racconta molto della Toscana e del modo, forse ideale oggi, ma certo tipico di vivere in Toscana. Un luogo dove si incontrano la storia, gli Antinori si iscrissero all’arte dei vinattieri nel 1385 e sono 26 generazioni che fanno vino, l’arte, la tecnologia, la tradizione, la passione per la terra e per la condivisione.

E nella visita, programmate anche una sosta al ristorante wine bar: le proposte sono cibi tipici toscani con quel qualcosa in più che le rende amabili.

In conclusione, aggiungo che la Cantina Antinori nel Chianti Classico fa parte di Toscana Wine Architecture, un circuito che unisce cantine d’autore e di design, firmate dai grandi maestri dell’architettura contemporanea ed è anche per questo che vale la pena dedicarle del tempo.

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Anche se si è astemi.

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