Ore 12:45 di un “tranquillo” venerdì 2 dicembre. Il treno sembra non accennare a ripartire dalla stazione di Pistoia, ultima fermata prima della mia destinazione: casa. Il sonno arretrato che, nel viaggio di andata verso Firenze, 3 ore e 40 minuti prima, non mi faceva tenere aperti gli occhi. La fame che mi divora: il mio stomaco manco si ricorda della colazione delle 7:00 e nemmeno del caffè macchiato con doppia schiuma delle 11:00. Il freddo pungente. L’urgente necessità di lavarmi il viso e le mani, la borsa stracolma di roba ed il treno, appunto, che non riparte da Pistoia. Le imprecazioni, in silenzio. Penso spesso che mi sto guadagnando il paradiso, perciò sorrido, stringo i denti e faccio affidamento alle mie scorte di pazienza.
Poi torno a casa, finalmente. Mi fiondo a lavarmi via dal viso le tracce di trucco miste a stanchezza accumulata nelle ultime settimane. Ho due occhiaie che nemmeno con lo stucco riuscirei a nascondere! Mi siedo a tavola per mangiare una vellutata, bella calda, dopo di che, via, di nuovo di corsa: destinazione, stavolta, studio dermografico – tatuaggio sopracciglia, parte 2! Si, l’ho fatto! Finalmente! Ne sono strafelice.❤ Però si sa, di tatuaggio si tratta, perciò non è stata una pausa di puro relax; sono uscita da lì un po’ indolenzita ma felice e pronta per … una passeggiata di 5 km per tornare a piedi a casa con mio padre.❤
Risultato? Il contapassi impazzito ed io che sono uno straccio. Però le passeggiate con il babbo sono irrinunciabili. Stasera mi fermo qui, felice e soddisfatta di me, davanti ad una teglia di involtini di tacchino, formaggiosi e goduriosi. Una ricettina semplice e veloce, un po’ svuotafrigo, un po’ cibo dell’anima; dipende dalla predisposizione del momento