Il Natale che arriva piano piano

Questa settimana, tra i vari impegni che mi hanno otturato l’agenda, scrivere sul blog non era proprio in programma. Poi succede che un imprevisto fa saltare un appuntamento, allora accendi Spotify, metti mano a Michael Bublè con il suo album di Natale e ti viene voglia di scrivere.
In questo penultimo giorno di Novembre

sto inevitabilmente cominciando a pensare ai vari regali di Natale che farò e che metterò sotto il fighissimo albero che non ho ancora iniziato ad addobbare, ma che ho prontamente acquistato assieme ad un assortito parco luci a led di ultimissima generazione dal promettente e promesso (sulla confezione) risparmio energetico per un Natale all’insegna della economica bolletta elettrica. Ho comprato anche l’immancabile stella di Natale che sulla scrivania nera sta divinamente bene.
Ho votato

Dopo un lungo iter nel quale ho quasi rischiato di non riuscire a votare, sono riuscito ad apporre la mia ics sulla scheda elettorale. Dopo un problema – perchè naturalmente quando si parla di burocrazia italiana non mancano mai i problemi – insorto non si sa se per colpa del consolato o del comune, mi è arrivato il “plico” (una busta formato A5) elettorare a casa.
Ora, mi chiedo, MA QUANTO COSTA TUTTO QUESTO AL NOSTRO PAESE? Non era più economico recarsi al consolato per votare invece che inviare una busta bianca che poi, già affrancata, va spedita tramite posta ordinaria? In un’era così multimediale è mai possibile dover votare ancora come fossimo nel dopo guerra? Questo non può rientrare nei “rivoluzionari” tagli agli sprechi della spesa pubblica?
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