Un viaggio virtuale, seguendo una mappa medievale del centro storico di Napoli, dove anticamente erano situati i laboratori dei monasteri in cui sono nate le dolci specialità tradizionali (per ogni ricorrenza) della pasticceria napoletana, guidato con brio dallo storico Amedeo Colella, ha preceduto la presentazione dei dolci della tradizione natalizia, prodotti da Raffaele Capparelli della Pasticceria Capriccio che ha di recente compiuto i 100 anni di attività.
Capparelli si rifà appunto a quelle antiche ricette, omaggiando la storia, la tradizione e il patrimonio napoletani, ma personalizza la sua produzione con l’uso di una farina di grani “antichi” siciliani prodotta dell’Azienda Molini Riggi, fondata nel 1955 e il cui prodotto di spicco è la “Maiorca” (da grano tenero siciliano di tipo 1 molito a pietra), specifica per dolci, a basso contenuto glicemico e alto contenuto di fibre, caratteristiche date appunto dalla qualità di grano usato e coltivato nel cuore della Sicilia.
“Attraverso questo appuntamento abbiamo pensato di ricostruire uno spaccato del passato, ricordando storie, arte e tradizioni culinarie di un’antica strada napoletana ancora poco conosciuta: via San Giovanni a Carbonara, la “mia Napoli”. Anche l’arte pasticciera è strettamente legata alla storia e mai come quest’anno, che la Pasticceria Capriccio compie cento anni, era il momento ideale per presentare i dolci natalizi, nati proprio negli antichi monasteri, preparati come si facevano un tempo, con i grani non raffinati e raccontati nell’atmosfera suggestiva di una delle più belle chiese di Napoli.”, ha detto Capparelli.La presentazione si è svolta nel complesso monumentale di San Giovanni a Carbonara, una chiesa di Napoli tra le più ricche di arte e architettura ed è stata seguita da una interessantissima visita guidata da Barbara Blasi, dell’’Associazione culturale Mani e Vulcani.
La chiesa, fondata tra il 1339 e 1343 sorge sull’antico carboneto , ossia il posto fuori le mura della città dove all’epoca erano raccolti e bruciati i rifiuti, che venivano poi immessi nei corsi d’acqua che li portavano fino al mare.
Da una scala a doppia rampa, edificata nel ‘700 da Ferdinando Sanfelice, si accede ai diversi edifici costruiti sulla sottostante chiesa della Consolazione a Carbonara costituenti il complesso e che custodiscono splendide sculture di figure allegoriche e monumenti sepolcrali di vari personaggi storici, tra cui gli ultimi re angioini.
Splendidi affreschi con scene di vita quotidiana monacale e popolare adornano le pareti delle varie cappelle, interessante è il pavimento maiolicato del XV secolo.
Il complesso è visitabile gratuitamente.
L’evento è stato organizzato in collaborazione coi giornalisti gastronomici Rosaria Castaldo e Renato Rocco.
qui l’album della mattinata e della visita guidata.