I cenci, il carnevale del mio paese e il ballo della Reginetta

C’era una volta in un piccolo paese della provincia di Lucca chiamato Corsagna la festa del martedì grasso, la serata più importante del carnevale. Nelle case si respirava un clima di festa, si cenava tutti insieme poi le ragazze salivano in camera a farsi belle insieme alle mamme, i ragazzi e gli uomini si avviavano verso la banda (così è chiamata la sala dove il corpo musicale Giuseppe Verdi fa le prove), nella sala c’era un’orchestra che suonava balli per lo più di coppia, tango, walzer e balli lenti. Al bar si servono le prime “coppette” (coppette di spumante dolce o secco), iniziava la serata con le prime maschere e arrivavano le ragazze, allegria e giochi di sguardi, balli e amori che nascevano o che crescevano.
Ed ecco il momento del ballo della serata, il ballo della bottiglia, ecco prima degli anni 80 si ballava la bottiglia ovvero veniva messa all’asta una bottiglia di liquore Strega che veniva chiamato “il millefiori” chi si aggiudicava attraverso l’asta la bottiglia aveva la possibilità di fare un ballo esclusivo. In seguito, ovvero dagli anni 80 a oggi si balla la reginetta, cioè al posto della bottiglia viene messa all’asta una bambola di porcellana.
Come detto la reginetta era un ballo esclusivo, era un ballo in cui un cavaliere invitava a ballare la sua amata, oppure il marito invitava la moglie perché in quel’anno festeggiavano una data importante o un figlio, era quindi un metodo di corteggiamento.
Scelto il ballo la coppia aveva l’intera sala a disposizione, si aprivano le danze e tutti intorno formavano un cerchio ed iniziavano a tirare i coriandoli.
Le tradizioni sono importanti e io sono felice che ancora oggi a Corsagna domani sera si ballerà la reginetta, certo la musica è leggermente diversa (ora abbiamo un mixer e non un’orchestra di ballo liscio), oggi la reginetta solitamente è comprata da un gruppo di amici che mettono una quota a testa e si fanno un ballo tutti insieme proprio perché le tradizioni vanno mantenute.
Per festeggiare il carnevale vi lascio la ricetta dei Cenci direttamente dal libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” di Pellegrino Artusi. Ho sostituito solo l’acquavite con il vinsanto e ho inserito un po’ di scorza di arancia grattugiata.
Con questa ricetta partecipo alla Settimana dedicata al carnevale che ha come ambasciatrice Ilaria Talimani del blog “Soffici” per il calendario del cibo Italiano promosso da AIFB.


Ingredienti:
240g di farina
20g di burro
2 uova
mezzo bicchiere di vin santo
un pizzico di sale
1 bustina di lievito per dolci
Scorza di arancia grattugiata
Mezzo cucchiaino di bicarbonato
Zucchero a velo per guarnire
Olio di semi per friggere

Disponete la farina con il lievito e il bicarbonato a fontana su una spianatoia, aggiungete le uova al centro, il vin santo, la scorza di arancia e il burro ammorbidito. Impastate il tutto fino ad ottenere un impasto solido e liscio.
Fate riposare l’impasto mezzora avvolto in una pellicola e spianare o con il mattarello o con l’aiuto della nonna papera.
Tagliare l’impasto a striscioline e friggerle in abbondante olio di semi ben caldo.
Servite con una spolverata di zucchero a velo.


Attenzione: quando iniziate a friggere fate in modo di avere tutti i cenci pronti perché cuociono velocemente.




Buon carnevale a tutti 
Ambra

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