“Nonostante fossi tentato, non ho chiamato i miei amici, perché avevo la sensazione che da quell’abisso dovessi uscirne da solo. Cretinate. È solo una spiegazione boriosa che invento a posteriori. Non ho chiamato gli amici perché non me la sentivo di farmi vedere in quelle condizioni. No, anche questa è una copertura. Non ho chiamato gli amici perché sono una persona sola a un livello che stento a spiegare a me stesso. Sono una persona sola che ha molti amici. Una persona sola che ha imparato a stare al mondo come se fosse socievole, ma nei momenti dolorosi si ritrae sempre nella sua posizione di partenza. Ma forse anche questa è una menzogna.”
La simmetria dei desideri – Eshkol Nevo
Storia di un’amicizia. Storia di quattro ragazzi che si ritrovano con un foglio e una penna tra le mani a esprimere i desideri del proprio futuro. Storia di quattro ragazzi con le loro diverse personalità, i loro sogni e le loro aspirazioni. Storia di scontri che nascono e di incontri ritrovati, passando per silenzi e allontanamenti, per quella comprensione mossa dal volersi bene, nonostante tutto.
Dopo una storia di rinascita, per la mia rubrica #ciboperlamente continuo con La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo, conosciuto attraverso il consiglio di una voce amica su Instagram e che mi dico, forse avrei dovuto leggere molto tempo fa.
Ci rivedo tanto, delle paure e delle incomprensioni, delle diversità e delle uguaglianze, di quel voler bene che manda avanti tutto, nonostante tutto, di quel volersi bene che comprende quando è il caso che le strade si separino, per poi ritrovarsi. Dopo qualche anno.
E ritrovo i sogni che si condividevano, le speranze, le difficoltà di quel crescere insieme e cambiare insieme. E ritrovo quelle serate trascorse in casa a guardare film o a truccarsi come adulte, a fingere di esserlo davvero e diventarlo senza accorgersene.
E mi sono chiesta che colore avrebbero avuto quei giorni. Ci ho trovato il rosa del futuro visto con gli occhi di quattro adolescenti e il verde della speranza riposta in quel futuro: ho immaginato avessero la morbidezza dell’hummus e il dolce degli spinaci.
HUMMUS DI BARBABIETOLE E FRITTELLE DI FARINA DI CECI E SPINACI
INGREDIENTI
Per l’hummus di barbabietole
250 g ceci lessati
2 cucchiai di salsa tahina
succo di 1/2 limone
1/2 spicchio di aglio, privato dell’anima centrale
100 g barbabietola cotta (se volete un gusto più intenso, arrivate a 150 g)
sale
olio extravergine d’oliva
sesamo nero
Nel bicchiere del mixer, mettere tutti gli ingredienti, tranne i semi di sesamo nero, e unire un bicchiere di acqua. Cominciare a frullare col minipimer, decorare con il sesamo nero e tenere da parte.
Per le frittelle di farina di ceci e spinaci
100 g farina di frumento 00
50 g farina di ceci
50 ml latte
100 ml acqua
1 uovo
200 g spinaci freschi e privati degli scarti
sale
sommacco
olio di semi di arachidi per friggere
Lavare gli spinaci sotto acqua corrente, metterli in una pentola e lasciare appassire per qualche minuto. Scolare e lasciare raffreddare. In una ciotola, mescolare con una frusta le farine setacciate insieme, l’acqua, il latte, le uova e il sale, fino a ottenere una pastella liscia e omogenea. Unire gli spinaci tritati e il sommacco. Far riscaldare l’olio e friggere le frittelle un cucchiaio alla volta. Scolare su un foglio di carta assorbente, regolare con sale e condire con sommacco.
Servire le frittelle calde, accompagnate dall’hummus di barbabietole.
Vi aspetto il prossimo mese con un nuovo suggerimento di lettura per #ciboperlamente
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