Uno dei protagonisti estivi in cucina sono i peperoncini, piccoli peperoni dal sapore dolciastro, detti anche friggitellio friarielli. I friggitelli sono un ortaggio di facile coltivazione che trova spazio non sono nei vasti campi di colture, ma anche in vaso nel nostro orto sul balcone di casa. La raccolta scalare dei peperoncini avviene da giugno a ottobre.
Il nome “friggitelli” proviene dal fatto che vengono tradizionalmente fritti in padella con l’olio, senza impanatura, e mangiati così con le mani prendendoli dal picciolo, ottima tapas da servire all’aperitivo o come contorno.
Così preparati, i friggitelli somigliano molto ai pimientos de Padron, una ricetta galiziana che prevede di friggere in olio dei peperoni nani verdi, leggermente più piccoli dei friggitelli (4-6 cm di lunghezza), e poi di salarli con sale grosso solo una volta cotti.
La differenza tra i pimientos de Padron spagnoli e i friggitelli nostrani sta nel fatto che i primi possono essere piccanti, uno su venti può capitare piccante anche se è impossibile riconoscerlo visivamente, mentre i friggitelli sono sempre dolci.
I friggitelli possono essere usati anche per realizzare tante altre ricette: per condire la pasta, nella pizza, nelle frittate, nella peperonata, nei panini, ripieni di ricotta o di tonno, al forno, crudi in insalata e semplicemente saltati in padella con dei cipollotti è una nota agrodolce che li rende particolari da servire come contorno a carne alla griglia e uova al tegamino.
Ingredienti
300 g friggitelli
200 g cipollotti
miele di acacia
olio extravergine di oliva
aceto di vino Chianti
1 foglia di alloro
sale
Procedimento
Lavare i peperoncini, mondare i cipollotti, lasciando la parte verde, e trasferire in una capace padella antiaderente con l’olio e la foglia d’alloro, e porre sul fuoco
Una volta ben rosolati unire un pizzico di sale e mescolare accuratamente, abbassare la fiamma, unire un cucchiaio di miele e due cucchiai di aceto, coprire e cuocere a fuoco dolce per una decina di minuti circa, fintanto siano appassiti uniformemente. Scoperchiare, alzare la fiamma e cuocere qualche minuto mescolando. Aggiustare di sale e servire come contorno a carni alla griglia o come piatto vegetariano a se. Ottimi anche serviti su fette di pane tostato come saporosa bruschetta.
Per questa ricetta ho avuto l’onore di utilizzare l’olio extravergine di oliva 100% Italiano Coratina di Dievole premiato anche in Giappone quale migliore olio extravergine di oliva del mondo. Trionfa l’Italia e il made in Tuscany: l’olio Dievole franto in Toscana, dagli oliveti di proprietà di Dievole in Basilicata, una varietà resa nota dagli oli siciliani ma che anche qui ha un aroma caratteristico di foglia di pomodoro ed erbe aromatiche capace di esaltare tanti piatti e dare un gusto inconfondibile a tantissime preparazioni di pesce e verdure, sottolineate mai prevaricate dalla sua eleganza.
Per questa ricetta ho utilizzato inoltre il prezioso Aceto di vino Chianti Classico Dievole maturato in botti di rovere per 8 anni. Che ha aspetto limpido, brillante e di colore rosso rubino. Il profumo è acetoso e moderatamente pungente. Il sapore è nettamente intenso, vivace, acido però equilibrato. Da usare su tutte le verdure fresche e cotte in abbondanza a gusto e piacere del commensale. Ottimo anche in cottura su coratella e selvaggina.
Qui vino, aceto e olio extravergine di oliva vengono prodotti da quasi 1000 anni spesso lottando con un clima tutt’altro che benevolo. Il microclima “chiantigiano” non fa eccezione a Dievole dove infatti gli inverni sono rigidi e spesso nervosi e, dopo alcuni mesi di quiete primaverile, le estati seguono assolate e calde. Solo con la fine di settembre il sole torna dolce e mentre le temperature scendono, lentamente il paesaggio si infiamma con i colori dell’autunno.
Dievole conta su olivi in Toscana e nel resto d’Italia. Questo patrimonio inestimabile di piante – geneticamente uniche e spesso tramandate da secoli – è il punto di partenza per produrre una gamma di olio extravergine di alta qualità e forte identità.
Tutto nasce dalla materia prima: senza olive di qualità non si può ottenere un olio extravergine di eccellenza. Per questo motivo a Dievole ogni oliveta segue precisi programmi di lavorazioni con l’obiettivo di riportare alla luce produzioni altrimenti perse e riproporre aromi e sapori di oli unici e per straordinario valore sensoriale.
Al momento della raccolta ogni lotto di produzione ha la sua carta di identità, nel più assoluto rispetto della tracciabilità, per garantire la piena espressione di un determinato territorio, sia esso legato alla DOP Chianti Classico, sia all’espressione del IGP Toscano o di un 100% Italiano.
Dievole si estende su un’area di 400 ettari nel territorio del Chianti Classico a Vagliagli a circa 12 km a nord di Siena. A partire dal piccolo borgo e dall’antica Villa Dievole che domina la vallata da suoi 450 metri slm, la tenuta scende verso sud/est in morbide colline fino a circa 300 metri slm.