Con l’Mtc non si può mai star tranquilli, perché la sua ideatrice, Alessandra, è una fucina d’idee.
Una delle ultime sono i Master. Sono percorsi d’approfondimento in cui chi decide di partecipare viene accompagnato e aiutato nella realizzazione della ricetta.
Questa volta l’argomento riguarda il rapporto tra Cibo e Salute e l’importanza della vitamina B12 nella nostra alimentazione. E’ stato un percorso molto stimolante. Noi partecipanti, 17, siamo stati accompagnati e seguiti da tre professionisti: il dottor Micheal Meyers, oncologo, la dottoressa Arianna Mazzetta, biologa e lo chef Sandro Sità, dell’Hotel Tarabella di Forte dei Marmi.
Devo fare tutta una serie di premesse.
Primo: ringrazio Cristina per il titolo della ricetta, l’avrei chiamato Fegato cardinalizio, ma il suo è molto più indovinato.
Secondo: ho scelto il meno appetibile tra i piatti possibili e renderlo fotogenico non è stato semplice.
Terzo: la cosa che mi ha divertito di più è stato il confronto con i coordinatori e gli altri concorrenti. La vera forza del virtuale, quello che forse potrebbe migliorare la qualità dell’essere food blogger, è questo: la condivisione, le idee, i suggerimenti. Senza invidie e gelosie. In cucina è stato fatto tutto e raramente ci si inventa qualcosa di nuovo, un piatto nasce dalla fantasia e se riuscissimo ad ascolarrci l’un l’altro sarebbe un atteggiamento vincente.
Quarto (e poi mi stoppo): ho scelto il fegato perché non potevo non sceglierlo :-D ! E’ uno degli alimenti più ricchi di vitamina B12 e avrei potuto cucinarlo in ogni modo e sarebbe comunque andata bene, ma ho cercato di preservare tutto il possibile della sua ricchezza optando per una cottura a bassa temperatura sottovuoto. Per i non professionisti come noi senza strumenti non è semplicissimo, come giustamente mi ha fatto notare lo chef Sità. Ho provato una rima volta sui fornelli, ma non è stato fattibile. In forno, a bagnomaria, ci sono riuscita. La cosa che mi ha dato più soddisfazione è stato il colore. So che a molti sembrerà stupido e superficiale, ma il fegato normalmente dopo la cottura diventa marrone, invece in questo caso era di un rosso vivo, affascinante. Sono disturbata, ma ne sono cosciente. La consistenza. Avevo paura che risultasse molliccio, invece ha una sua resistenza e consistenza che sono piacevoli.
A giudicare le nostre idee sarà lo chef Marco Visciola, chef del Ristorante Marin di Eataly a Genova.
Fegato & cipolle on the rocks (per 1 persona)
100 g di fegato di vitello
3 cipolle rosse di Tropea di piccole dimensioni
30 g di zucchero di canna
5 ml di aceto di mele
20 g di burro
sale
Inserite il fegato tagliato in fettine in un sacchetto per il sottovuoto e procedete alla cottura.
Ho raggiunto il mio scopo facendo cuocere il fegato a 63° a bagnomaria in forno con termometro a sonda per 3 ore. Nel frattempo preparate le cipolle. Fatele stufare lentamente sul fuoco con il burro, l’aceto e lo zucchero. Fate attenzione: devono restare sode e croccanti.
Accompagnate il fegato con le cipolle, dopo aver aggiustato di sale.
Per la presentazione ho scelto di disporre il fegato con le cipolle su una pietra arroventata.
L’idea me l’ha data mia madre, che in un ristorante di Nerano vide un impiattamento del genere con del tonno.