Ciao a tutti, oggi voglio parlarvi dell’ Edamame, una varietà di soia poco conosciuta ma utilizzata da secoli in Cina e in Giappone, dove è molto gradita per il suo sapore particolare e le sue proprietà benefiche.
Ho avuto modo di scoprirla per caso nel reparto dei surgelati (Orogel) e ho deciso di provarla, convinto dal fatto che è rigorosamente made in Italy, non Ogm oltre che, com’è noto, buona e salutare.
Edamame sono fagioli di soia acerbi, usati nella gastronomia di Cina e Giappone.
Il nome giapponese significa letteralmente “fagiolo dello stelo” (eda = “ramo” o “stelo” + mame = “fagiolo”), perché i fagioli vengono di solito lessati mentre sono ancora attaccati allo stelo.
I fagioli vengono solitamente lessati o cotti al vapore senza essere estratti dal baccello e serviti freddi o caldi.
Importante è non cuocerli troppo a lungo, giusto 4- 5 minuti non solo per non rovinare le loro proprietà nutritive ma anche per mantenerli croccanti.
In Giappone vengono spesso consumati come spuntino ed accompagnati con la birra.
La produzione di edamame in Italia si è sviluppata solo nella zona del delta del Po.
Ma quali sono le proprietà di questa varietà di soia?
In generale, i legumi sono alimenti salutari che dovrebbero far parte della nostra alimentazione almeno tre volte a settimana: sono un’ottima fonte di proteine che, abbinate ai cereali, permette di ottenere un pasto completo e bilanciato.
La Soia Edamame è particolarmente ricca di:
- vitamina C;
- vitamina E;
- magnesio;
- potassio;
- fosforo;
- proteine;
- folati, necessari per la produzione di globuli rossi e per lo sviluppo del feto in gravidanza;
- aminoacidi;
- fibre;
- lipidi insaturi;
- ferro, spesso carente nella nostra alimentazione.
La ricchezza di isoflavoni, ormoni vegetali, la rende un ottimo alleato della donna per risolvere le problematiche legate alla sindrome premestruale e la menopausa come vampate di calore e rischio di osteoporosi.
Insomma vi consiglio di provarla anche perché, come ho detto prima, è di provenienza italiana, è priva di Ogm e quindi possiamo smettere di farci paranoie circa la produzione, i metodi di raccolta e il confezionamento.
Al prossimo post,
Marco.
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