Seconda torta dell’anno!
Dopo l’elaborata e squisita Mocaccina di Ernst Knam realizzata per salutare le feste di Natale, sentivo il bisogno di tornare alle origini, alla mia semplicità che profuma di casa.
In realtà dopo un esame particolarmente noioso e difficile, due settimane di studio intenso in vista di un altro tour de force a brevissimo in cui dovrò dare il meglio di me anche se sono abbastanza demotivata e stanca, e un forno che rischiava di abbandonnarci dopo venticinque anni di duro lavoro
-ma che grazie alle mani magiche di papà è tornato operativo-
avevo bisogno di tornare a sporcarmi le mani di farina.
Sentivo proprio l’esigenza di immergermi nei profumi genuini di un dolce fatto in casa, di perdermi tra le note della musica di sottofondo, di staccare dal turbinio di pensieri che si aggrovigliano nella testa, e dedicare un po’ di tempo a me stessa e ad almeno una delle cose che amo fare.
Allora ho pensato alla torta più semplice che mi è venuta in mente: ma non semplice da realizzare, ma semplicemente semplice; semplice dentro.
Avrei voluto prepararla per il compleanno della mamma visto che è il suo dolce preferito, ma papà mi ha anticipato con la sua torta di pane di cui non vuole svelare la ricetta.
Con una torta altrettanto semplice preparata da uno chef che proprio con i dolci non è pratico, ma ha voluto stupirla con questo gesto, non ci sarebbe stata gara: l’ingrediente segreto di papà, l’amore di un marito che cerca di sorprendere con gesti così semplici (e per fortuna rari