In queste ultime settimane, il Banana Bread ha imperversato sul web ed io ho finalmente ceduto alla tentazione di preparare il classico e goloso plumcake di origine statunitense che prevede nell’impasto l’utilizzo di banane molto mature.
La ricetta di riferimento che ho scelto per il mio debutto è quella di Marco Bianchi, dal cui sito sto attingendo con piacere deliziosi e salubri spunti.
La versione in oggetto, senza uova e senza burro, nulla ha da invidiare alla versione originale. La sua consistenza morbida ed avvolgente, il suo particolare sapore ed il suo profumo intenso, mi hanno conquistata. Vi consiglio vivamente di provarlo.
A presto!
Maria Grazia
Let’s have a (lot of) piece(s) of Banana Bread!
Il Banana Bread è un dolce semplice ma decisamente goloso, ideale da preparare quando si hanno delle banane ormai sul viale del tramonto. È un plumcake dalla consistenza morbidissima, grazie, appunto, alla purea dei frutti utilizzata nell’impasto.
La banana, frutto particolarmente deperibile, giunse in America solo con l’avvento della refrigerazione, agli inizi del Novecento.
Nel corso degli Anni Trenta, molte furono le ricette del Banana Bread pubblicate in diversi libri di cucina e differivano negli ingredienti: alcune indicavano semi di sesamo o confettura di albicocche, altre crusca di frumento e scorza d’arancia.
Nel periodo della Grande Depressione, il Banana Bread era una pagnotta rustica per via della presenza dell’economica crusca presente nell’impasto, povera di burro e zucchero e con un consistente quantitativo di banane.
Durante il razionamento degli anni ’40, verrà utilizzato un solo uovo e latte in polvere (fonte, The Joy of Cooking).
Negli Anni Cinquanta, gli Stati Uniti si risollevano e, di conseguenza, anche la ricetta del Pane di Banane subisce un cambiamento. Gli stampi per il dolce hanno dimensioni considerevoli e all’impasto vengono aggiunte tante e nutrienti noci.
Nei decenni a venire, mandorle, vaniglia, caffè e semi di sesamo arricchiscono il dolce che acquista anche un colore più scuro per via della presenza dello zucchero grezzo di canna.
Negli Anni Ottanta, il ricettario “/redirect.php?URL= The Silver Palate Cook Book” consiglia l’utilizzo di farina integrale e abbondante burro. Negli Anni Novanta, arriva anche la profumatissima cannella.
Dagli Anni 2000, il Banana Bread risente della cultura della sana alimentazione e tante sono le ricette in cui la quantità di banana è considerevole, uova e burro vengono eliminati in favore di altri ingredienti e vengono utilizzate farine alternative.
Il Banana Bread è talmente amato negli Stati Uniti, da essersi meritato una giornata di celebrazione, il 23 di febbraio.
(fonte, La Repubblica Sapori)
Banana Bread
con Cioccolato Extra Fondente 75%
Ingredienti
260 g di farina 1 macinata a pietra
1 bustina di lievito per dolci
2 banane molto mature grandi
90 g di zucchero grezzo di canna
40 g di cioccolato extra fondente 75%
170 ml latte intero
qualche goccia di essenza di mandorla
Portare il forno ad una temperatura di 90°, appoggiare le banane con la buccia su una teglia e lasciarle all’interno dell’elettrodomestico per 20 minuti.
In una ciotola capiente mescolare la farina con il lievito, unire lo zucchero grezzo di canna e l’essenza di mandorla. Ridurre il cioccolato fondente a pezzetti.
Frullare le banane insieme al latte e all’olio extravergine di oliva e al latte. Unire la purea ottenuta alla miscela di ingredienti secchi.
Aggiungere il cioccolato fondente all’impasto e mescolare bene fino a quando, grazie alla purea calda di banane, il cioccolato non si sarà fuso.
Trasferire il composto in uno stampo da plumcake precedentemente imburrato ed infarinato, livellarne la superficie ed infornare a 180° per 45 minuti.
Lasciar intiepidire il Banana Bread con Cioccolato Fondente nel forno, sformarlo e lasciarlo raffreddare su una gratella per dolci.
L’olio extravergine di oliva che ho utilizzato in questa preparazione è un Olio DOP Riviera Ligure, extravergine di altissima qualità.
Delicato, elegante, armonioso, con note leggermente fruttate e non invadenti, si rivela assolutamente adeguato nella preparazione dei dolci perché, grazie alla sua delicatezza, non ne sovrasta profumo e sapore.
L’Olio Extravergine di Oliva DOP Riviera Ligure è il frutto dell’impegno di circa 600 aziende (olivicoltori, frantoiani ed imbottigliatori) che operano nelle tre sottozone:
1) Riviera dei Fiori (provincia di Imperia)
2) Riviera del Ponente Savonese (provincia di Savona)
3) Riviera di Levante (provincia di Genova e La Spezia)
Nella menzione geografica Riviera dei Fiori, l’olio è una monocultivar Taggiasca. Nella Riviera del Ponente Savonese deve provenire almeno per il 50% da olive di varietà Taggiasca mentre nella menzione Riviera per almeno il 65% da olive di varietà Lavagnina, Razzola, Pignola e cultivar locali autoctone.
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