La pioggia domenicale di qualche settimana fa non ha fermato la nostra voglia di una gita “fuori porta”, per cui ci siamo avviati verso Castel di Sasso, nell’Alto Casertano, territorio prettamente agricolo (cuore del vitigno IGT “Casavecchia”) ma anche ricco di archeologia. La nostra meta, l’agriturismo “Le Campestre”, è un’angolo di paradiso in questa terra tutt’ora “felix” e produttiva: attraversandone la grande terrazza che dà sulla vallata, l’assenza del sole non c’impedisce di godere del suggestivo panorama dai colori ancora un po’ invernali, ma con punti che già preannunciano l’esplosione della primavera. Qua e là, sapientemente distribuiti oggetti e attrezzature di un passato non dimenticato.
Nel camino al centro della saletta d’ingresso che accoglie già alcuni ospiti, il fuoco vivo riscalda l’ambiente: bruciano rami di alloro, il cui profumo si spande e infonde un immediato senso di benessere: Manuel Lombardi, il padrone di casa, ci viene incontro e ci promette che il sole lo troveremo comunque nei piatti che degusteremo, e gli crediamo.
Manuel è anche conosciutissimo per essere colui che insieme alla sua famiglia ha ripreso la lavorazione di quello che è considerato il più antico formaggio d’Italia che pare fosse già conosciuto ai Sanniti: il “Conciato Romano”, presidio Slow food, ottenuto da latte di pecora e vaccino unito crudo a caglio di capretto. Tra le varie fasi della lavorazione c’è il lavaggio delle formelle con l’acqua di cottura delle “pettole”, la pasta fatta a mano, in quanto l’amido in essa contenuta funge da antibatterico.Segue poi la “concia”, con olio extravergine di oliva, aceto ed erbe aromatiche e la stagionatura in anfore di creta. Se ne ottiene un formaggio dal gusto deciso e a tratti piccante, non da tutti apprezzato al primo assaggio, incisivo anche nei profumi. Caratteristiche che cambiano a seconda della stagione in cui è prodotto, come cambiano le erbe dei pascoli circostanti Le Campestre, dove le pecore e le mucche di famiglia pascolano in totale libertà.Le pietanze che degustiamo, sono ovviamente tutte preparate in azienda o nelle immediate vicinanze: dagli affettati dell’antipasto alle olive caiazzane, il favoloso pane nero, ma anche quello bianco, i pomodorini d’inverno, la zuppa di ceci fagioli e castagne, i meravigliosi scialatielli integrali ( che ho voluto assaggiare anche in purezza) lavorati a mano dalla signora Liliana, mamma di Manuel, il corposo ragù, le carni , la melannurca quella vera, piccola e imperfetta, cotta al forno e caramellata con asprinio di Aversa e servita col dadino di conciato… Sapori della tradizione locale, veri e sorprendenti insieme (il menù degustazione va dai 30 euro). Cosi come sorprendente è l’incontro con la mia scrittrice gastronomica preferita, Lejla Mancusi Sorrentino, anche lei ospite di Manuel!!!
Manuel è anche conosciutissimo per essere colui che insieme alla sua famiglia ha ripreso la lavorazione di quello che è considerato il più antico formaggio d’Italia che pare fosse già conosciuto ai Sanniti: il “Conciato Romano”, presidio Slow food, ottenuto da latte di pecora e vaccino unito crudo a caglio di capretto. Tra le varie fasi della lavorazione c’è il lavaggio delle formelle con l’acqua di cottura delle “pettole”, la pasta fatta a mano, in quanto l’amido in essa contenuta funge da antibatterico.Segue poi la “concia”, con olio extravergine di oliva, aceto ed erbe aromatiche e la stagionatura in anfore di creta. Se ne ottiene un formaggio dal gusto deciso e a tratti piccante, non da tutti apprezzato al primo assaggio, incisivo anche nei profumi. Caratteristiche che cambiano a seconda della stagione in cui è prodotto, come cambiano le erbe dei pascoli circostanti Le Campestre, dove le pecore e le mucche di famiglia pascolano in totale libertà.Le pietanze che degustiamo, sono ovviamente tutte preparate in azienda o nelle immediate vicinanze: dagli affettati dell’antipasto alle olive caiazzane, il favoloso pane nero, ma anche quello bianco, i pomodorini d’inverno, la zuppa di ceci fagioli e castagne, i meravigliosi scialatielli integrali ( che ho voluto assaggiare anche in purezza) lavorati a mano dalla signora Liliana, mamma di Manuel, il corposo ragù, le carni , la melannurca quella vera, piccola e imperfetta, cotta al forno e caramellata con asprinio di Aversa e servita col dadino di conciato… Sapori della tradizione locale, veri e sorprendenti insieme (il menù degustazione va dai 30 euro). Cosi come sorprendente è l’incontro con la mia scrittrice gastronomica preferita, Lejla Mancusi Sorrentino, anche lei ospite di Manuel!!!
Non è stato possibile visitare tutta la tenuta per via della pioggia, ma ci siamo promessi di ritornare e soggiornare (a Le Campestre sono diponibili anche alcune camere), in modo da poter anche assistere alla produzione di formaggio, che avviene nelle prime ore del mattino e poter fare colazione con latte appena munto.
A Presto Manuel!
qui l’album della giornata
Azienda Agrituristica “Le Campestre” Via Buonomini,
Castel di Sasso (Ce)
Tel 0823.878277 / 347. 0580014 / 366. 7201685
info@lecampestre.it