E’ sempre bello andare in Puglia. Ogni volta che ci torno scopro qualche territorio interessante e poco conosciuto come Martano, un cittadina di quasi 9.000 abitanti, capoluogo della Grecìa Salentina, uno dei nove comuni con Soleto, Melpignano, Calimera, Castrignano, Corigliano, Martignano, Sternatia e Zollino, di lingua ellenofona, dove, anche se meno diffusamente e soprattutto in casa e tra anziani, si parla il griko, un idioma neo-greco di origine antichissime. Qui, un po’ come in tutto il sud, la vita scorre lenta e per chi cerca ampi spazi, passeggiate, cultura e buon cibo questo è il luogo ideale. Tra l’altro Martano si trova in posizione strategica nel cuore del Salento, punto di partenza per itinerari turistici, sempre all’insegna del turismo slow.
Scoprite i 10 motivi per cui merita di essere visitata.
1) Il centro storico
“Antica Terra” è il nome con cui veniva chiamato il centro storico che ricorda la chora bizantina, originariamente cinta da torri difensive e dal Castello baronale Trani già Delli Monti, realizzato intorno al XV secolo da Ferdinando e Alfonso d’Aragona, per proteggere la città dalle invasioni dei Turchi e con un ampio fossato modificato negli anni. Il centro storico è caratterizzato dalla tipica pietra leccese, con le “case a corte” (abitazioni contadine caratteristiche del Salento) e gli antichi palazzi nobiliari tra cui spiccano Palazzo Pino e Palazzo Andrichi – Moschettini. Da visitare la Chiesa Madre dedicata all’Assunta, protettrice del paese insieme a San Domenico di Guzman e a San Pietro d’Alcantara, costruita su un’antica chiesa di rito greco di cui ormai non c’è più traccia; la Chiesa di Maria SS. del Rosario, che ospita al suo interno bellissimi altari in stile Barocco, adiacente all’ex convento dei Domenicani; e il monastero di S. Maria della Consolazione dei monaci di Casamari, famoso per la produzione di liquori e infusi alle erbe. E poi la Torre dell’Orologio nella centralissima piazza Assunta, dove si trova una grande fontana monumentale. La movida o lo “struscio” o la “vasca” -anche se dirlo adesso in tempi di confinamento suona un po’ strano- a Martano si dice “fare i giri in villa” e si concentra nei giardini della Villa Comunale.
2) Il percorso delle fontane
A Martano c’è anche un percorso dell’acqua attraverso delle fontane realizzate da artisti italiani e stranieri, in occasione della II Biennale di scultura, tenutasi in città nel 1992. All’interno dei giardini della Villa Comunale troviamo la fontana dell’artista leccese Fernando De Filippo che celebra l’Albero dell’Olivo, mentre nel centro storico il Giardino della Conoscenza realizzato da Luigi Scardino su disegno dell’artista francese Nicole Gravier, il Monumento dell’Acqua è invece opera di Ettore Pignatelli, mentre la Fontana degli Angeli è del maestro Luigi Marrocco che ha ridisegnato concettualmente il design degli antichi contenitori dell’olio chiamati appunto angeli. Tutte queste opere si ammirano percorrendo il “pomerio”, ex fossato del Castello Baronale, ovvero il cerchio disegnato dalla attuale via Marconi, nonché Piazza Matteotti, sede della casa Comunale e il centro dei Giardini pubblici.
3) La Specchia dei Mori
Nei dintorni della città si trova la Specchia dei Mori, il più alto cumulo di pietre di Puglia, in cima al quale si vedono le montagne dell’Albania. E’ chiamata anche “secla tu demoniu”, in griko Specchia del Diavolo. La leggenda narra che i Mori, autoctoni dell’epoca, costruirono una torre altissima come vedetta –specchia deriva infatti da specula che in latino significa vedetta- che però crollò schiacciandosi. Un’altra credenza invece dice che all’interno dell’ammasso di pietre calcaree fosse custodita una chioccia con pulcini d’oro, opera del demonio. La specchia è alta 6 metri e ha un diametro di 15 metri e con un albero di fico selvatico cresciuto proprio sulla sommità del cumulo di pietre.
4) Villaggio di Apigliano
A tre chilometri da Martano su una sorta di altipiano brullo e pietroso si trova il Villaggio di Apigliano, insediamento rurale del periodo bizantino-angioino di cui sono stati ritrovati diversi reperti. Gli abitanti pare siano stati costretti ad abbandonarlo per sfuggire alle incursioni turche, spostandosi nei centri abitati protetti da fortificazioni. Dagli scavi effettuati sono venute alla luce le fondamenta di una fattoria di epoca tardo romana, e anche quelle di una chiesa angioina, e attorno a questa diverse sepolture e resti di case bizantine. Dell’intero villaggio è rimasta solo la chiesetta di Santa Maria, conosciuta anche come chiesa di San Lorenzo. Dal 1997 è il villaggio è diventato parco archeologico.
5) Parco Naturale di Torcito e il cocktail selvatico e segreto
Un altro luogo che merita di essere visitato è il Parco Naturale di Torcito, situato nel comune di Cannole, una riserva naturale che si estende per 203 ettari, con quattro percorsi ciclabili e due dedicati al trekking che si sviluppano all’interno della macchia mediterranea in cui si possono ammirare le piante endemiche, tra cui la rarissima Anthemis Hydruntina Groves, comunemente chiamata Camomilla d’Otranto. E’ proprio qui che Elia Calò, bartender, sommelier, docente e appassionato di erbe spontanee ha organizzato un “cocktail selvatico”, per rifocillarci dopo la camminata. Una piacevolissima sorpresa, un’esperienza assolutamente da provare. Il “Giardino sotto il Naso” è una formula che Elia ha ideato per immergere i partecipanti nel fantastico mondo delle piante aromatiche e delle erbe salentine creando liquori, infusi, tisane, da miscelare in cocktail accompagnati da taralli, formaggi e miele del territorio. Tutto questo avviene in luoghi insoliti come in questo caso il Parco del Torcito. Elia ha creato tre prodotti molto particolari: l’Amaro Satiro, primo amaro al mondo ad essere fatto con la santoreggia pugliese, dal gusto amaro, persistente ed aromatico; il Liquore Pineta prodotto con le baby pigne di pino d’Aleppo raccolte nel Parco del Torcito, leggermente dolce e tannico e balsamico al palato, e il Vermouth Mita a base di vino autoctono Verdeca e 60 erbe botaniche tra cui santoreggia, elicriso e ulivo. Si beve fresco d’estate e caldo d’inverno, liscio in un bicchierino o miscelato in cocktail. Il versatile vermouth è color rosso ambrato, intrigante e aromatico al palato e con una leggera nota amarognola sul finale.
6) La sagra de la Volìa Cazzata
Quando si parla di Puglia non si può non pensare all’olio. La Puglia è terra di ulivi, dappertutto si è circondati da distese di uliveti. Nonostante la xylella abbia colpito tante piante d’ulivo, pare che la varietà leccino sia la cultivar più resistente a questo batterio. Nel patrimonio culturale di Martano, l’oliva occupa un ruolo molto importante e il legame con essa è sempre stato estremamente forte tanto che, nel mese di ottobre in città si svolge la Sagra de la Volìa Cazzata che, purtroppo, nel 2020 è stata annullata a causa dell’emergenza sanitaria. La sagra è uno degli appuntamenti più attesi del Salento, Volìa Cazzata in dialetto salentino significa oliva schiacciata. L’oliva viene raccolta ancora verde dagli alberi e poi schiacciata –cazzata- con grossi martelli e lasciata marinare con acqua e sale, in questo modo si addolcisce e diventa l’accompagnamento ideale per le friselle con il pomodoro, verdure, legumi, pane cotto e pietanze della tradizione salentina.
7) La Città dell’Aloe
Dal 2017 Martano è diventata prima Città dell’Aloe al mondo, grazie all’imprenditore visionario e lungimirante Domenico Scordari dell’azienda N&B Naturalis is Better, in sinergia con l’Amministrazione Comunale e il patrocinio di Provincia di Lecce e Regione Puglia. N&B è un’impresa leader nel settore della produzione ed esportazione di prodotti nel campo della cosmesi a base di Aloe Vera. Il procedimento di estrazione del gel viene effettuato entro le due ore dal taglio a freddo, così da non perdere gli oltre 150 principi attivi, seguendo una filiera rigorosamente bio. Più che un’azienda, una grande famiglia che dà lavoro a 65 persone, un’eccellenza italiana che fa conoscere il piccolo borgo di Martano in tutto il mondo. Pensate che su ogni etichetta di ciascun prodotto viene stampato il nome di Martano, e su quelli che vengono esportati anche il numero del volo aereo e la destinazione. L’Aloe Vera è una pianta dai molteplici usi, o come la chiama Domenico la “pianta dei miracoli”, perché se in campo cosmetico idrata, protegge, equilibra e decongestiona la pelle, attraverso l’uso alimentare elimina le tossine dall’organismo, aiuta l’apparato gastro-digestivo a riequilibrarsi e dà anche energia. Insomma una vera pianta della vita! N&B oltre ad avere preso numerosi riconoscimenti internazionali, ha ottenuto la certificazione BIO, e B-CORP, un movimento di circa 2.000 aziende nel mondo con l’obiettivo di fare del bene attraverso un nuovo modello di business, inoltre tutti i prodotti sono Vegan Friendly. L’azienda ha promosso anche due importanti iniziative: la donazione di oltre 3.000 piante di Aloe Vera per le aree di verde urbano e la manutenzione delle stesse, se girate per Martano infatti vedrete piante di Aloe un po’ dappertutto: nei giardini e nelle rotatorie stradali; e poi l’impegni a regalare mille piante di Aloe a tutti i giovani che vogliono intraprendere questa attività, garantendo l’acquisto di tutta la materia prima.
8) Naturalis Bio Resort & Spa
Se volete rilassarvi questo è il posto giusto. Immerso in una tenuta di 18 ettari, Naturalis Bio Resort & Spa è il sogno realizzato di Domenico Scordari e Marinella Coluccia, un borgo rurale del 1800 sapientemente ristrutturato seguendo i principi della bioarchitettura, ma senza stravolgere le caratteristiche del posto, con 11 spaziose suite, piscina panoramica, Spa privata e ristorante dove lo chef Francesco Paladino propone una cucina gourmet emozionale, in linea con il concept della struttura “cibo puro per la pelle”. E’ qui che si coltiva l’Aloe Vera con cui l’imprenditore realizza i prodotti bio N&B. Oltre all’Aloe, a cui è dedicata un’intera linea cosmetica, nei campi che circondano il Naturalis, vengono coltivati lavanda, rosmarino, salvia, mirto, timo, menta, grano, ulivi, melograno, fico d’India e arancio. La tenuta acquistata nel 2002, inizialmente ospitava solo i clienti e i manager dell’azienda, poi nel 2012 la decisione di aprirlo a tutti coloro che cercano un buen retiro dove trascorrere una vacanza relax, circondati dalla natura, lontano dallo stress della città. E mai come in questo momento ne abbiamo bisogno. Il plus è proprio la pace che si respira nel resort.
9) Cucina salentina
In Puglia si mangia benissimo ovunque. Una cucina povera, ma allo stesso tempo gustosa, dove troviamo le tipiche orecchiette con le cime di rapa o con il sugo di pomodoro e le polpette, “ciceri e tria” pasta di farina di grano duro fritta con ceci, pomodorini, cipolla e olio evo, le “sagne ‘ncannulate”, pasta di semola di grano senza uovo che viene attorcigliata tradizionalmente intorno al dito o a un tubo per conferirle la tipica forma, da gustare con un sugo di pomodoro e ricotta forte piccante. Poi fave e cicoria, parmigiana di melanzane e zucchine, i “muersi fritti”, cubetti di pane fritto con cime di rapa, ceci e, facoltativo, il pomodoro, chiamati anche “cecamariti” perché le donne, occupate in altre faccende, risolvevano il problema del pranzo all’ultimo momento imbrogliando i mariti “accecati” dalla bontà della pietanza e lontano da ogni sospetto nei confronti delle mogli. Come secondo pezzetti di cavallo (spezzatino di carne di cavallo) o polpo alla pignata: cucinati rigorosamente in una pignatta di terracotta, a cui si aggiunge salsa di pomodoro, cipolla, erbe aromatiche e anche peperoncino. Buona anche la “pitta di patate”, una specie di sformato di patate con cipolla, pomodoro e olive e poi le “pittule”, delle pallottole di pasta lievitata molto morbida fritte nell’olio bollente, che si accompagnano ai formaggi e salumi tipici pugliesi dove non può mancare il capocollo di Martina Franca. Il dolce più famoso e prelibato (io lo adoro!) è senza dubbio il pasticciotto, preparato con pasta frolla, farcito con crema pasticcera e cotto in forno. Buonissimo anche a colazione! Alla Masseria Don Agostino, la più antica della zona, circondata da alberi di ulivo e di frutta, con una bella piscina e camere curatissime, le giovani proprietarie organizzano corsi di cucina per imparare a preparare la pasta in casa, i pasticciotti e tanto altro.
10) Vino e olio
Cosa abbinare a tante prelibatezze? Sicuramente i vini della Cantina Cupertinum di Copertino. Fondata da trentasei agricoltori nel 1935, ora la cooperativa raggruppa circa 300 soci che conferiscono il loro raccolto nell’azienda. Qui si lavorano soprattutto vitigni tradizionali: il principale è Negroamaro, simbolo enoico del Salento, affiancato da Malvasia nera e bianca, Primitivo e da altre varietà alloctone. Nel 2013 è stato avviato il progetto Vigneto sul Castello: sono state impiantate delle vigne di Negroamaro Cannellino, varietà antica precoce, con sistema ad alberello pugliese sui bastioni del Castello Angioino di Copertino del XVI secolo.
Se volete acquistare dell’olio invece l’indirizzo giusto è l’azienda Zacheo di Carpignano Salentino, dove si può comprare olio extra vergine biologico e/o convenzionale. Questa realtà si occupa oltre che della produzione e della trasformazione delle olive, anche dell’uva, producendo diverse tipologie di vino.
L’articolo 10 ottimi motivi per visitare Martano la Città dell’Aloe proviene da Isabella Radaelli.