Non smetterò mai di sognare
avrò forza per vincere
coraggio per non mollare
pazienza per persistere.
(Andrew Parker)
Eccoci agli albori di una nuova realtà, complessa, globalizzata, intrecciata, ed in continuo mutamento, che obbliga tutti a diventare tecno-consapevoli, anche i più anziani, per riuscire ad adattarsi ad un prossimo futuro non facile da immaginare, ma sicuramente diverso, nel quale saremo costretti a sopravvivere a varie crisi: economiche, ambientali, sociali e anche politiche. Crisi che per essere evitate, o quantomeno il più possibile arginate, avrebbero bisogno di un maggior pensiero critico e di lungimiranza, ma anche di affermare nuovi valori, come la solidarietà e la collaborazione tra le genti e le nazioni, abolendo il protagonismo individuale nel sociale e in politica. Ma in questo strano prossimo futuro, del quale il covid-19 è il vessillifero, ci saranno purtroppo anche crisi personali di vario tipo. L’atmosfera di abbandono delle nostre città semideserte ci ha fatto male al cuore, per mesi abbiamo convissuto con la paura, sperando e sognando il ritorno del rumore, del traffico, della vita. Ma ora che l’orizzonte sta cambiando, ora è il momento del cauto ottimismo. Il momento della cautela personale che conseguentemente diventa cautela sociale. Il momento di non dimenticare, per non regredire. Il momento di essere generosi con noi stessi, il momento di prendere atto delle nostre sensazioni e delle nostre emozioni, comprese quelle negative. Ora è il momento di concederci tempo. Il tempo di superare tutto questo, riconquistando le nostre libertà, muovendoci con senso di responsabilità negli spazi che tornano ad aprirsi davanti a noi, ma anche assecondando il nostro desiderio di cautela, se questo ci fa sentire più sereni. Come in tutte le cose della vita, laddove c’entrano emozioni e sentimenti, ognuno ha i suoi tempi. Non siamo tutti uguali, caratterialmente ed emotivamente, ognuno di noi ha affrontato questa pandemia ed il conseguente lockdown, con le proprie armi psicologiche e con le stesse, ora, si dovrà affacciare responsabilmente a questa pseudo normalità, che speriamo per tutti si risolva in pochi mesi. Intanto, io cucino e, complice un sabato piovoso e fragole in eccesso da smaltire, ho preparato una ciambella da colazione deliziosamente soffice, ma “senza pezzi di frutta”, così che anche i più piccoli e schizzinosi possano gustarla senza fare storie. Il colore dell’interno, forse è un tantino inquietante, ma ditemi, dalla foto della fetta si intuisce la sofficità?
Ingredienti
400 gr di fragole
300 gr di farina 00
80 ml di olio extra vergine di oliva
60 ml di latte fresco
180 gr di zucchero semolato o di canna
3 uova bio
16 gr di lievito per dolci
Procedimento
Pulite, lavate e frullate le fragole, e tenetele da parte. In una ciotola montate i tuorli con lo zucchero, fino ad ottenere una massa chiara e spumosa, poi aggiungete l’olio, il latte e la purea di fragole. Mescolate e poi, con l’ausilio di una frusta a mano, aggiungete poco alla volta la farina setacciata con il lievito. Infine, montate a neve fermissima gli albumi e incorporateli delicatamente al composto, con movimenti lenti dal basso verso l’alto. Versate l’impasto in uno stampo da ciambella ben imburrato e infarinato e cuocete in modalità statica a 150° per 40 minuti. Sfornate e lasciate riposare nella teglia per almeno 15 minuti prima di sformarlo, poi passate la ciambella su una gratella per dolci per farla raffreddare completamente. Gustate in semplicità, oppure con una spolverata di zucchero a velo. Conservata sotto una campana di vetro, rimane sofficissima come appena sfornata per tre giorni…oltre non so!
Buon appetito!
Buona vita
e alla prossima ricetta!