In cucina ci vuole occhio. A Edimburgo ce l’hanno

DA BLOGGER praticante ho scoperto che fotografare il cibo è difficile. Probabilmente più difficile di quanto non sia ritrarre esseri animati, dalle modelle ai gattini che giocano col gomitolo di lana. I cibi e gli alimenti hanno il non piccolo pregio di riuscire a stare immobili a tempo indeterminato e mettersi nella luce esattamente dove vuole il fotografo, però in quanto a espressività, a differenza dei “sapiens” e dei suddetti gattini, lasciano un po’ a desiderare.
Ogni volta che fotografo i miei piatti per postarli sui blog mi prende lo sconforto, perché mi sembrano sempre poco significativi. Sono certa che dipende dalle mie scarse capacità e dalla mia ancor più scarsa pazienza, però questo è. Sono più le occasioni in cui le mie foto appiattiscono le mie creazioni di quelle in cui le esaltano. E immagino che il problema sia comune, perché di foto “ingiuste” ne vedo davvero parecchie. Mentre sono altrettanto certa che ‘ritratti alimentari’ notevoli, anzi, notevolissimi ce ne sono, eccome. I cibi non parlano, ma a volte sono così potentemente riprodotti su carta o in digitale che sembra di sentirne il profumo e il gusto succulento semplicemente guardandoli. In cucina l’occhio non vuole la sua parte, vuole tutto.

 

VISTO che colori?  Ma il sapore, quello non lo si può neanche intuire. Le patate fritte erano eccellenti, croccanti fuori e morbide dentro, l’insalata era condita in modo impeccabile e l’aggiunta di un cucchiaino di pesto fresco la rendeva stuzzicante e, a suo modo, insolita. Ma la vera, squisita bontà era dentro i “wraps” . Haggis  e caprino fresco . Questo delizioso piatto unico l’ho mangiato a Edimburgo in un locale che si trova in una traversa del Royal Mile e si chiama Arcade – Haggis and whisky house. Un nome che è tutto un programma. Per fortuna, mantenuto.

Un locale che consiglio con entusiasmo per la bontà del cibo, la gentilezza e precisione del servizio e per essere caratteristico senza diventare impersonale. La spesa è in linea con i prezzi medi di Edimburgo per un light lunch, a patto di stare lontani dall’altro elemento tipico del ristorante: il whisky. Bevo pochissimi alcolici e mai a pranzo, quindi non so cosa possa costare un passaggio da una delle infinite bottiglie del locale.

E considerate che quella che vedete qui sotto è solo la metà della collezione …

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