Ne è ambasciatrice Fausta Lavagna, autrice del blog Caffè col Cioccolato.
Dalla lavorazione di questi ingredienti si ottiene una focaccia alta, sofficissima e dal bordo croccante.
Alcune fonti la imparentano alla lontana con la Pissaladiere , nata nella zona di Nizza intorno al 1450 e ribattezzata poi, una volta approdata alle coste liguri, Piscialandrea, ovvero Pizza all’Andrea, probabilmente in onore dell’ammiraglio Andrea Doria che pare ne fosse grande estimatore. Allora il condimento era costituito da cipolla ed acciughe e mancava del pomodoro. All’epoca, infatti, non era ancora stato importato in Italia, dove arrivò dall’America nel 1540. Prima di divenire prepotente protagonista della cucina italiana, il simbolo della cucina made in Italy, fu considerato per molti anni una pianta ornamentale.
La Sardenaira e le sue Sorelle
A Ceriana ne esiste una particolare versione, il Bernardun (molte preparazioni di questa zona portano questo nome in onore di San Bernardo, che si trovò a passare da queste parti nel 1400) preparata con la pasta degli gnocchi di patate di montagna, stesa in teglia, condita con salsa di pomodoro e cotta in forno.
E di come la ricetta originale ed autentica sia tipica esclusivamente del comprensorio sanremasco.
A presto!
Maria Grazia
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Il machetto si realizza disponendo le acciughe (private delle interiora e delle teste) a strati in un vaso di vetro (la tipica arbanella), alternandole al sale grosso fino a riempire il recipiente.
Si fanno macerare circa quaranta giorni con un peso sopra. Trascorso il tempo di riposo, si liberano i pesci dal sale e si pestano nel mortaio.
La salsa ottenuta si trasferisce in un barattolo di vetro e si copre con olio extravergine di oliva.
Fonti
Comune di Sanremo. Disciplinare di Produzione della Sardenaira a Denominazione Comunale.
Papille Clandestine.
Inventario delle Ricette Tradizionali dell’Entroterra Imperiese.
Coprire e far riposare in luogo tiepido fino a quando non saranno visibili le caratteristiche increspature.
Nel frattempo scaldare la passata di pomodoro, unendo un pizzico di zucchero ed uno di sale.
Ungere la teglia con abbondante olio extravergine di oliva e stendervi direttamente l’impasto lievitato, rialzando un po’ i bordi. Effettuare questa operazione con le mani, senza utilizzare il matterello ed allargando la pasta con la punta delle dita. Lasciar lievitare per circa 40/45 minuti.
Coprire l’impasto con la salsa di pomodoro, distribuire le olive taggiasche, i capperi dissalati, l’aglio a fettine sottili (oppure lasciato, secondo disciplinare, intero e “vestito”) le acciughe precedentemente dissalate, sciacquate ed asciugate delicatamente, una spolverata di origano ed infine irrorare con olio extravergine di oliva.
Cuocere in forno preriscaldato a 210° per circa 25 minuti.
Sfornare ed aggiungere ancora una spolverata di origano ed un filo d’olio extravergine di oliva a crudo.
Nota
Dopo aver dissalato le alici le ho disposte intere sull’impasto, ma è un mio gusto personale. Perlopiù, le acciughe vengono divise in due filetti.