La cena della bisbetica

Stralci n.14




R. Schwoerer, Illustrazione dell’atto 4, scena 1,  Petruccio rifiuta la cena da sposa).  Inciso da Georg Goldberg (ca. 1850).
Attribuzione
ATTO QUARTO
SCENA PRIMA – Casa di campagna di Petruccio


(Entra Grumio)
Grumio: Alla Malora, alla malora Tutte le rozze stracche, Tutti i Padroni matti, Tutte le strade sconquassate. Ci fu mai uomo così tartassato, ci fu mai uomo così impillaccherato, ci fu mai uomo così sfinito Dalla fatica? Son Stato Mandato innanzi per accendere il fuoco, ed Essi stan venendo per scaldarsi. Ebbene, S’io non fossi un pentolino subito in Bollore, le mie proprie labbra mi s’agghiaccerebbero sui denti, la mia lingua al palato, il mio cuore Nella pancia, prima ch’io trovassi del Fuoco per sgelarmi. Ma una furia di soffiare sul fuoco mi scalderò bene: poichè, vista la temperatura, qui si buscherebbe un raffreddore also Uno Più alto di me. Ehi, Curtis!
(Entra Curtis)
CURTIS: Chi mi chiama con voce Così freddolosa?
Grumio: Un pezzo di ghiaccio. Che se tu ne dubitassi potresti scivolarmi giù Dalla spalla al tallone senza rincorsa Più Che dal mio capo al mio collo. Fuoco, Buon Curtis.
CURTIS: Arrivano, dunque, il mio padrone e SUA moglie, Grumio?
Grumio: Ma sì, ma sì, Curtis: e perciò Fuoco, fuoco! e non gittarvi acqua.
CURTIS: Lei e davvero Quella testa calda Che Tutti Dicono?
Grumio: Era, mio ​​buon Curtis, prima di this gelata, ma tu sai Che l’inverno doma
L’uomo, la donna e la bestia, dal Momento Che ha domato il mio antico padrone e la mia nuova padrona, e me stesso, confrontare Curtis.
CURTIS: Va ‘là, fantoccio di tre Pollici! Io non son bestia.
Grumio: Di tre Pollici, Io? Ebbene, Il Tuo Corno e Alto un piede, e io, per lo Menone, Quanto lui. Insomma VUOI lontano fuoco o debbo lagnarmi di te alla Nostra padrona, le cui mani, adesso Che uomo mano si avvicina, non Andran Fredde nel darti Una risciacquata per La tua lentezza un lontano caldo?
CURTIS: Ti prego, buon Grumio, dimmi un po ‘come va il mondo.
Grumio: gelidamente invero, Curtis, in Tutte Le Altre FUNZIONI TRANNE Che Nella Tua. E perciò, fuoco! Fa ‘Il Tuo dovere e Avrai Quel che ti e dovuto, poichè i miei Padroni figlio quasi gelati Morti.
CURTIS: Ecco pronto il fuoco, e perciò, buon Grumio, fuori le Nuove.
Grumio: Allora “/redirect.php?URL=Checco, povero Checco!” e altrettante di Tal Genere Quante ne vorrai.
CURTIS: Ehilà! uom pieno di buscherate!
Grumio: Bene, perciò fuoco, il Che mi figlio Buscato Un gran raffreddore. E Dov’è il cuoco? E ‘pronta la cena? E ‘assettata la casa? Giuncati i pavimenti? Scopati i ragnateli? Mi domestici nia Loro fustagni Nuovi e calze bianche e Tutti i famigli nia Loro abiti da nozze? Son Le nostre suocere nette di Dentro e Le nostre nuore nette di Fuori? Stesi i tappeti, e OGNI Cosa è in ordine?
CURTIS: Tutto è in ordine, e perciò, ti prego, fuori le Nuove.
Grumio: Sappi dapprima Che il mio cavallo E stanco: il mio padrone e la mia padrona han perso le staffe.
CURTIS: Come?
Grumio: Cadendo giù di sella, Dentro il fango. E ‘tutt’una storia.
CURTIS: Raccontatemela, mio ​​buon Grumio.
Grumio: Prestami orecchio.
CURTIS: Ecco qua.
Grumio: Ecco La.
(Gli Dà Uno schiaffo)
CURTIS: Ma quest’è sentirla, non ascoltarla!
Grumio: E perciò E detta Una storia Sensata. This ceffone AVEVA per solista Scopo di bussare alle Tue orecchie per domandar udienza. E Comincio: “In primis”, noi discendevamo Per una collina fangosa e cavalcava il mio padrone Dietro la mia padrona …
CURTIS: tutti e due su un cavallo?
Grumio: E a te Che importa?
CURTIS: non un me, al cavallo.
Grumio: E allora racconta tu. Ma se tu non m’avessi Interrotto, avresti Saputo venire il cavallo della padrona di e caduto e lei E Rimasta sotto; Saputo avresti a Che razza di pantano, vieni lei s’è insudiciata da capo A piedi, venire lui l’ha piantata là col cavallo addosso e venire ha picchiato me perchè il cavallo di lei AVEVA inciampato, e vieni lei ha sfangato pel Pantano per strapparmi Dalle Sue mani, e vieni lui bestemmiava, e vieni lei pregava, lei che non AVEVA mai pregato prima, e vieni io gridavo e venire i cavalli Sono scappati e venire La Briglia di lei Si e spezzata e com’io ho perso la groppiera , con molte Cose degne di memoria Che ora finiranno nell’oblio MENTRE tu Ritornerai Nella Tua fossa con Tutta La tua Ignoranza.
CURTIS: Dal Tuo racconto parrebbe Che lui SIA Più peste di lei.
Grumio: Ma Certo, e tu e Anche I piu arroganti di Tutti voi ve ne accorgerete bene, Quando Sarà tornato a casa. Ma perchè ti parlo of this? Chiamami Nataniele, Giuseppe, Nicola, Filippo, Gualtiero, Pandolce, e Tutti Gli Altri. E che abbiano i capelli ben ravviati, le Loro Giubbe Turchine ben spazzolate, le giarrettiere decenti, e Facciano la riverenza piegando la gamba Sinistra, E che non presumano di Toccare un sol pelo della coda del cavallo del mio padrone prima di essersi baciate le mani . Son Tutti pronti?
CURTIS: Io sono un.
Grumio: Falli Venire.
CURTIS: Olà, voi, udite? Dovete venir incontro al mio padrone per molto buon viso alla mia signora.
Grumio: Bene, ella ha pur un viso Suo.
CURTIS: E chi lo sa non?
Grumio: Ma, una pare Quanto, Che chiami la gente per Farle buon viso.
CURTIS: Io li chiamo perchè le Prestino omaggio.
Grumio: Oh, ma lei non vien mica per domandar Loro in prestito Qualcosa!
(Entrano quattro o cinque Domestici)
Nataniele: Ben arrivato, Grumio!
FILIPPO: Alla Buon’ora, Grumio!
GIUSEPPE: Ebbene, Grumio?
NICOLA: Confronto Grumio!
Nataniele Ebbene, Vecchione?
Grumio: Saluto a te … E come va? Oh eccoti te! E tu, confrontare? … E this basta pei saluti. Dite, Amici belli, E Tutto pronto? tutto pulito?
Nataniele: Ogni cosa E pronta. Il padrone E qua Che VIENE?
Grumio: Arriva, arriva: dev’essere Già disceso da cavallo: e perciò non s … SIATE Silenzio, per le Stimmate! Sento la SUA voce.
(Entrano Petruccio e Caterina)
Petruccio: Dove sono QUESTI furfanti? Che? nessuno alla porta per tenermi La Staffa e prendermi il cavallo? Dov’è Nataniele e Gregorio e Filippo?
SERVI: Qui, qui, signore, qui, signore!
Petruccio: Qui, signore, qui, signore, qui, signore, qui, signore!
Teste di Legno, Tangheri! E che? Nessuno VIENE ad incontrarmi? Nessun RISPETTO? Nessun omaggio? Dov’è Quel Manigold scimunito Che Mandai innanzi?
Grumio: Qui, padrone, scimunito come sempre.
Petruccio: Ma, Rozzo, bifolco! tu, figlio d’una bagascia, bestia da macina! Non t’avevo io Ordinato di venirmi incontro nel parco, e Portare con te this ciurmaglia?
Grumio: la giubba di Nataniele, non era messere finita del tutto, e le scarpette di Gabriele erano scucite nel tallone; non s’è trovata la fuliggine da colorire Il Cappello di Pietro, e lo stocco di Gualtiero non voleva Uscire dal fodero. Di pronti non c’erano Che Adamo, Rodolfo e Gregorio: Gli Altri della Compagnia Eran logori, frusti e cenciosi. Eppure Tali Quali Sono, eccoli qui Che vi figlio Venuti incontro.
Petruccio: Ma, Birbanti, e andate a prendere il pranzo.
(I Domestici escono)
(Cantando) Dov’è La vita che menavo un tempo … Dove figlio Quei … Siedi, Catera, e SIATE la benvenuta qui. Uff, uff, uff, uff!
(Rientrano i Servi con la cena) Finalmente! Be ‘adesso, cara e dolce Catera, stato su allegra! Toglietemi i Calzari, Birbe! Ebbene manigoldi? (Canta)
C’era un frate cappuccino Che MENTRE andava pel Suo cammino …
Via, Birbante, Che mi Storci il piede. Per ‘acchiappa this, e vedi di cavar meglio l’altro.
(Lo Batte) Su, Su, allegra, Catera. Ehi, un po ‘di acqua qui! Dov’è Troilo, il mio cane spagnolo? Qua, TE, Canaglia, va ‘a dire un mio cugino Ferdinando Che Venga qua non. E ‘uno, Catera, il Che voi Avete da baciare, un farne la conoscenza. Figlio Dove le mie pianelle?
Posso Avere un po ‘d’acqua?
(Entra un servo con dell’Acqua)
 Qua, Catera, lavatevi, e Salute a voi di tutto cuore. Ma tu, figlio d’una bagascia, me la lasci Cadere?
(Colpisce il Servo Che ha Lasciato Cadere la mesciroba)
CATERINA: Abbiate pazienza, vi prego, non l’ha Fatto apposta
Petruccio: Figlio di Cagna, testa di scarafaggio, orecchione! Qua, Catera, sedete. Lo So Che Avete grande appetito. Il “Benedicite” volete dirlo voi, dolce Catera, o devo dirlo io? Che E this?
Montone?
PRIMO DOMESTICO: Sì.
Petruccio: Chi lo ha Portato?
PIETRO: Io.
Petruccio: E ‘bruciato: e Così è tutto il resto. Che razza di cani! E dov’è Quel furfante del Cuoco? E venire Ardite voi, bricconi, di portarmi of this roba Dalla dispensa? e servirmela, il Che non mi piace? Su, Su, ripigliatela, i piatti, le tazze e tutto! (Getta via le vivande e Il Resto pel palcoscenico) Balordi, Zucconi, Marrani screanzati! Che  borbottate? Adesso ve la do io!
CATERINA: Vi prego, marito, non v’inquietate in this modo. La carne era buona se vi foste accontentato.
Petruccio: Ti dico, Catera, ch’era secca Bruciata: mi EA E  espressamente proibito toccarne di similitudine, perchè generi la collera e produrre la rabbia, e poichè ambedue siamo di natura collerica, meglio sarebbe Che digiunassimo Piuttosto Che assaggiar Di quella carne stracotta . Abbi Pazienza, domani avremo di meglio, ma per stasera digiuniamo in compagnia. Vieni, ti vo ‘Portare nuziale fotocamera Nella Tua. (Escono)
(Rientrano i Servi da varie parti)
Nataniele: Pietro, hai mai Visto Una cosa simile?
PIETRO: Egli l’ammazza con il Suo Stesso umore.
(Rientra Curtis)
Grumio: Dov’è?
CURTIS: In camera di Lei Che le fa Una predica Sulla continenza e inveisce e bestemmia e tempesta, tanto Che la poveretta non sa contenersi venire, nè venire GUARDARE o Parlare, e resta là Seduta Come una svegliata di soprassalto da un sonno .. . Via! Via! Eccolo Che VIENE …
(Escono)
(Rientra Petruccio)
Petruccio: Ho Così Iniziato con politica il mio regno e spero di condurlo a buon fine.
La mia Falcona E affamata ed ha il ventre vuoto vuoto; e fino a Bon Che ESSA non divenga maniera, non dev’essere impinzata, poichè Allora non baderebbe Più al Suo logoro. Ma ho Altri Mezzi per ammansire this selvaggia, per di gran lunga il Che torni e Conosca Il Richiamo del Suo strozziere:. Tenerla Desta, cioè, vieni si tengon desti Quei Falchi Che svolazzano e batton l’ali e non vogliono mai ubbidire  Cibo non ne ha mangiato e non ne mangia per Oggi. La notte scorsa non ha chiuso occhio e Anche stanotte non dormirò. Che, venire pel cibo, Trovero Qualche Magagna immaginaria nel modo in cui E Fatto il letto: gitterò di qua il guanciale, di là il capezzale e Buttero All’Aria la coltre e le lenzuola: e in mezzo un tanto parapiglia sosterrà Che tutto this Dalla proviene rispettosa sollecitudine Che ho per lei. In conclusione dovra starsene Sveglia notte Tutta, e se fa tanto di appisolarsi, io mi metterò a inveire ea sbraitare, e la Terrò Desta col Fracasso. E ‘this Il Modo per uccidere Una moglie con la dolcezza; e Così piegherò il Suo strambo o ostinato umore. Che se poi C’è Qualcuno Che saprebbe meglio domare Una bisbetica, me lo Faccia Sapere, il Che mi fara Una Carità. .


In onore dei festeggiamenti per il 400esimo anniversario della morte di William Shakespeare, un brano tratto da “La Bisbetica Domata” (ca. 1594)


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