Spaghetti all’acqua di limone e tartare di palamita

Quando penso a San Vincenzo la prima cosa che mi torna in mente è quell’appartamento sulla strada che conduce alla frazione San Carlo che i miei genitori hanno affittato per 15 anni ogni estate. Il tutto si svolgeva così: partivamo rigorosamente il 29 o 30 giugno dal paesello con la macchina stracarica di qualsiasi cosa, dalle pentole e bicchieri, agli ombrelloni, braccioli, secchielli e tutto quello che potevamo. Mio papà caricava il portapacchi di legno e lo riempivamo di tutto quanto. Dopo un paio di ore approdavamo all’appartamento della signora Dina, me lo ricordo come fosse ora la pergola con i fiori arancioni, il parco giochi con le altalene e i miei amici del mare. Si ogni anno bene o male gli inquilini erano i soliti e i figli erano i soliti, qui ho conosciuto Federica, Eros e Mattia e tanti altri.. il mese di luglio per me era il mare di Baratti e la casa di San Vincenzo, ricordo tutto questo con molta nostalgia. 
Quando ho letto sul blog di Cristina “Poveri ma belli e buoni” il contest Palamita ad arte ho deciso che avrei partecipato, proprio per i ricordi che mi legano alla splendida San Vincenzo.
Il contest Palamita ad arte, in collaborazione con la chef Debora Corsi del ristorante La Perla Del Mare che ho conosciuto durante una lezione del corso di maestro d’olio organizzato da Extra Lucca, ha come protagonista appunto la Palamita pesce azzurro della famiglia degli Scombridi, il suo nome originale è Sarda sarda.
Da tempo volevo provare a fare la ricetta degli spaghetti all’acqua di limone dello chef Peppe Guida, poi qualche settimana fa ho avuto il piacere di partecipare ad una lezione dello Chef Antonino Cannavacciulo durante la quale ha spiegato che uno dei suoi “trucchi” è l’utilizzo dell’olio all’aglio, così l’ho preparato ed ho deciso di utilizzarne una goccia per insaporire la tartare di Palamita che già avevo pensato per il contest il risultato è stato un primo piatto profumato con degli interessanti contrasti caldo freddo.
Ingredienti
la scorza di 3 limoni non trattati
500ml di acqua
200g di spaghetti
Filetti di Palamita
5/6 capperi sotto sale
Zenzero fresco
2 gocce di olio all’aglio (1 spicchio di aglio grande per 100 ml di olio extravergine di oliva)
prezzemolo
Pulire la Palamita e ricavare i filetti che metterete in freezer almeno per 96 ore a -15°C in modo da ridurre il rischio Anisakis, per approfondimenti potete trovarli a questo link.
Mettere le scorze di limone nell’acqua e lasciarle riposare almeno 24 ore.
Nel frattempo decongelate i filetti e tagliateli al coltello, unite alla tartare 5/6 capperi Siciliani ben dissalati e tritati al coltello con qualche fogliolina di prezzemolo, una grattugiata di zenzero fresco un filo di olio extravergine di oliva e una massimo due gocce di olio all’aglio (si ottiene frullando lo spicchio di aglio senza anima in 50ml di olio EVO). Solo alla fine mettete un pizzico di sale (poco poco mi raccomando), mescolate il tutto e lasciate riposare.
Mettete un una pentola dal fondo abbastanza largo l’acqua dei limoni senza le scorze, appena inizia a bollire unite un pizzico di sale e gli spaghetti, lasciate cuocere gli spaghetti nell’acqua di limone, solo se necessario aggiungete un mescolo di acqua calda (non dovrebbe servire). Alla fine la pasta si cuocerà nell’acqua di limoni assorbendo tutto il liquido.
Impiattare con alla base la tartare di palamita e sopra gli spaghetti all’acqua di limone.
Con questa ricetta partecipo al contest Palamita ad Arte

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