Un’altra bellissima tappa dell’ultima settimana di vacanze estive è stata Barga (provincia di Lucca, Toscana).
Oggi vi porto a conoscerla un pò con qualche scatto furtivo, cercando di non annoiarvi troppo con dovizia di dettagli e soprattutto risparmiandovi tutti i gradini e il sali-scendi che abbiamo fatto noi, dopodiché andremo in cucina a preparare degli ottimi ravioli che ho mangiato anch’io da queste parti.
Verso la chiesa di San Giacomo
Uno sguardo intorno
Barga è una città immersa nella media valle del Serchio, situata sul colle Remeggio a circa 400 metri d’altezza, nel bel mezzo della piana di Lucca e la Garfagnana. Fa parte dei più bei borghi d’Italia, possiede una storia molto antica ed è protagonista di una fervida e interessante attività artistica.
Interno Chiesa di San Cristoforo
e la sua facciata
Barga ha un centro storico interamente circondato dalle mura, al cui interno si inerpicano tante stradine antiche e molto caratteristiche.
Vi consiglio di salire senza indugio fino al Duomo, la chiesa di San Cristoforo, perchè dal suo sagrato si gode di una bellissima vista tutta intorno, avvolti dall’abbraccio delle Alpi Apuane e dell’Appennino. Il Duomo di Barga, in stile romanico, risale al X secolo ed è molto suggestivo e bello.
Una curiosità: i turisti scozzesi sono molto frequenti a Barga e hanno soprannominato questa bella città “the most scottish town in Italy”.
La mia Giulia invece mi ha fatto ridere a crepapelle mentre eravamo sul sagrato del Duomo perchè, guardandosi intorno, continuava ad esclamare “Mamma, ma qui hanno messo troppo verde, devono essersi sbagliati, dobbiamo dirglielo!”
Andiamo a sederci in trattoria
e ad assaggiare questi ravioli
Ravioli di ricotta di pecora
e spinaci con pomodorini e pinoli
Ingredienti per 4 persone
Per la pasta:
- 200 g di farina tipo 0
- 2 uova
- 1 pizzico di sale fino
Per la farcia:
- 200 g di ricotta di pecora
- un goccio di olio extravergine di oliva
- 200 g di spinaci
- un pizzico di noce moscata
- un pizzico di pepe
- un pizzico di sale fino
- uno spicchio d’aglio (facoltativo)
Per condire:
- olio extravergine di oliva quanto basta
- qualche pomodorino tagliato in due o quattro parti
- una manciata di pinoli tostati
Impastiamo i ravioli mettendo la farina nella classica forma a “fontana”, quindi versiamo le uova e il sale al centro e cominciamo ad impastare incorporando la farina dall’esterno verso l’interno. Formiamo un bel panetto liscio e omogeneo e poi lo lasciamo riposare coperto per circa mezz’ora.
Trascorso il tempo di riposo, stendiamo la pasta con il mattarello su un piano di lavoro infarinato, fino a raggiungere uno spessore di pochi millimetri.
Se non siamo pratici con il mattarello, possiamo usare una macchinetta sfogliatrice.
Ritagliamo tante strisce di pasta e poi tanti quadrati di circa 6 x 6 cm. Adagiamo un pò di farcia al centro dei quadrati di pasta, poi appoggiamo un altro quadratino di pasta sopra la farcia e “coppiamo” con uno stampo quadrato (leggermente più piccolo del taglio di pasta), in modo da sigillare per bene il raviolo.
Per quanto riguarda la farcia dobbiamo far cuocere gli spinaci velocemente, mettendoli in una padella con un goccio di olio extravergine di oliva e uno spicchio d’aglio (che elimineremo subito dopo che avrà rilasciato il suo sapore). Aggiungiamo acqua o brodo vegetale per terminare la cottura e scoliamo per bene.
Frulliamo gli spinaci con la ricotta, il sale, il pepe, la noce moscata e poi utilizziamo il composto ottenuto per farcire i ravioli.
Terminata la formazione di tutti i ravioli, li mettiamo ben distanziati su un vassoio leggermente infarinato e prendiamo una pentola sufficientemente capiente per lessarli.
Una volta raggiunta l’ebollizione, saliamo l’acqua con sale grosso e facciamo fare un tuffo ai nostri ravioli. La cottura della pasta fresca fatta in casa è sempre molto veloce pertanto non dovrà durare più di qualche minuto.
Scoliamo i ravioli e li facciamo insaporire in una padella con i pomodorini, i pinoli e un pò di olio evo.
Un saluto va all’Osteria di Riccardo Negri di Piazza Angelio, per la simpatica ospitalità e la compagnia, alla sua bella famiglia e alla mamma Alba che non abbiamo conosciuto, ma della quale abbiamo apprezzato le opere pittoriche appese all’interno del locale.