- 500 g di farina debole tipo 00 per frolla
- 350 g di burro
- 200 g di zucchero a velo
- 50 g di miele d’acacia
- 1,5 g di sale fino
- 2,5 g di lievito in polvere per dolci
- 30 g di tuorlo
- 25 g di uova intere
- la scorza di 1 limone grattugiato
- 200 g di albume
- 100 g di zucchero
- 125 g di zucchero
- 100 g di tuorli
- i semi di un baccello di vaniglia
- 30 g di burro fuso e fatto raffreddare
- 300 g di mandorle
- 50 g di armelline
- 125 g di zucchero
Quando ho aperto il blog, ormai quasi 3 anni fa, riempivo queste pagine di ricette frutto delle mie idee e faticavo a rincorrere la mia mente, perché non avevo ragionevolmente abbastanza tempo per fare tutto quello che mi passava per la testa. Avevo voglia di sperimentare, di imparare dai miei pasticci ed esperimenti e non mi sfiorava lontanamente l’idea di eseguire una ricetta prestabilita, letta su un libro o imparata altrove. Scattavo foto a caso, con luci improbabili, tovaglie da dimenticare, …
Non si trattava di presunzione, quanto di passione e di voglia di giocare con gli ingredienti al fine di pescare, dal cilindro magico, ricette dal gusto personalissimo. Pensavo anche che un food blog avesse ragione di esistere soltanto con contenuti originali. Altrimenti che senso avrebbe avuto… Tutto scorre, tutto scorre e le idee cambiano.
Un giorno sentii un grande chef che diceva ai suoi allievi: “Prima di fare i creativi, dovete imparare le basi, le tecniche. Prima di inventare dovete studiare e studiare ancora!”.
Oggi, tra una ricetta dal gusto personale, un esperimento riuscito e tanta farina ovunque, devo ammettere che ho anche molta voglia di eseguire come un bravo soldatino le ricette dei nostri grandi maestri. Ecco perché ultimamente trovate così tante ricette tratte dai miei libri preferiti oppure dai corsi, cookingshow, dimostrazioni.
Provare tutte queste magnifiche ricette equivale a sfiorare, da lontano sia chiaro…, l’ebbrezza di tanta bravura dei nostri grandi maestri, a degustare qualcosa di sempre nuovo e prelibato, ma soprattutto ad imparare tantissimo.
Le basi, le tecniche, le basi, le tecniche,… Il percorso non ha mai fine. Come dice il maestro Santin: “La pasticceria è chimica applicata”.
Ciao e alla prossima.