QUANDO LA DIAGNOSI DI CELIACHIA NON VIENE ACCETTATA

Certo, c’è di peggio che scoprire di essere celiaci, ma non neghiamolo… Soprattutto all’inizio e soprattutto se non lo si è dalla nascita è abbastanza uno choc.

Io per prima ho fatto davvero molta difficoltà, all’inizio, ad abituarmi a questa nuova condizione e capirete bene, che dopo ben 27 anni, in cui ho potuto mangiare tutto quello che volevo, senza nessuna limitazione… beh, un pò straziante lo è stato!


Pur tenendo molto alla linea, per me il momento del pasto è sempre stato un momento fondamentale, pieno di gioia, e all’inizio mi sono tartassata la mente, con la paura che niente poteva essere più come prima!

Lo so, le cose nuove spaventano! MA NIENTE DI PIU’ SBAGLIATO!

Con il tempo, e devo essere sincera, me ne è bastato davvero poco, ho iniziato persino ad apprezzare questa nuova condizione, cercando di trarne spunto per nuove ricette e per scoprire gusti nuovi!

Ad oggi, dopo ben 5 anni di dieta gluten free, posso tranquillamente dire che non mi sento assolutamente limitata nel cibo, anzi… ho ancora di più una vasta scelta!

Ma non sempre è così spontaneo adattarsi alle nuove situazioni..

Vediamo quindi alcuni piccoli accorgimenti per vivere in serenità il momento post-diagnosi:

Per paradosso, spesso si pensa che le persone più difficili da gestire siano proprio i bambini e gli adolescenti. Da una parte abbiamo bambini che non capiscono il vero motivo per cui non possono mangiare tutto quello che i loro compagni mangiano, dall’altra dobbiamo far fronte ad un’età difficile e complessa come quella dell’adolescenza, in cui la parola chiave sembra proprio essere: TRASGREDIRE!


In realtà, però, soprattutto nei bambini, la difficoltà maggiore la riscontrano proprio i genitori. Se riusciamo ad assimilare fin da subito, senza ansie e senza paure, la diagnosi del nostro bambino, neanche lui risponderà negativamente davanti a questa nuova condizione.

Il segreto è proprio quello di spiegargli, magari anche sotto forma di gioco, quello che può e non può mangiare, in modo che possa essere autonomo in mensa o ad una festa con gli amichetti.

La cosa fondamentale, però, è cercare di non infondergli ansia! Perché non può far altro che “lavorare contro” e far diventare gigantesca una cosa davvero piccola! ”</p

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