MONICA CAPURRO CI SPIEGA I VINI DELLA LIGURIA

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Monica Capurro

Parliamo troppo spesso di vini liguri senza saperne le caratteristiche di territorio e di qualità dei vitigni che sono presenti.

“36” righe dedicate al nostro territorio vitivinicolo.

La terra disponibile alla coltivazione delle viti in Liguria è ristretta a solo 1.887 ettari che sono tutti concentrati a ridosso dell’ appennino. Infatti la produzione vitivinicola risulta essere la più bassa d’Italia. 
La coltivazione in terrazzamenti e la conseguente raccolta diventa difficoltosa, ardua , tanto da venire chiamata spesso “eroica” come nelle Cinque Terre.

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Nel Ponente abbiamo vitigni e tecniche più simili a quelle del vicino Piemonte, mentre a Levante si sente l’influsso toscano.
Interessante sapere che in Liguria i vitigni coltivati sono più di 100 e si trovano, per la maggior parte, tra i 200 e i 300 m slm, e sono quasi tutti a bacca bianca. Il più diffuso resta il Vermentino arrivato in Liguria all’epoca della dominazione spagnola in Sardegna.
L’Ormeasco è la versione ligure del Dolcetto, importato dai Saraceni a Nava di Ormea, mentre il Pigato è di origine meridionale e deve il suo nome al dialettale “pigau” che vuole dire maculato. Miglior vino resta però il Rossese di Dolceacqua.
Nel Levante di grande interesse su tutte le altre zone sono le Cinque Terre, inserite dall’Unesco nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Impossibile non collegare infatti il territorio delle Cinque Terre con il vino raro e di grande pregio che è lo Sciacchetrà.

SCIACCHETRA
Ecco quindi una produzione di vino da dolce limitata, con una la raccolta che risulta davvero difficoltosa vista la morfologia del territorio a picco sul mare.

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