Metodologie, strategie e strumenti didattiche: quali sono e come si usano

 
Innanzitutto occorre definire cosa vuol dire DIDATTICA.
Si tratta della Scienza che studia e definisce i METODI e le TECNICHE per insegnare. Tutti noi sappiamo che l’apprendimento è un processo spontaneo ma che va supportato attraverso diverse attività (percorsi di apprendimento) che cambiano a seconda dell’obiettivo: imparare a leggere, imparare a scrivere, imparare una nuova lingua…

Il docente, oggi ancora più di ieri, è chiamato ad essere MEDIATORE dei processi dell’apprendimento.

Oggi le TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) ci permettono tantissime finestre sul mondo, permettono al discente di elaborare le informazioni in maniera piu rapida.
Ovviamente compito del formatore è quello di imparare metodologie, strategie e tecniche e capire quali utilizzare a seconda del contesto.
Cosa deve osservare un buon docente
Il docente deve effettuare uno screening (analizzare attentamente i propri discenti) al fine di formulare una diagnosi che permetta di tarare i contenuti e di garantire il successo dell’azione didattica. E per farlo deve assolutamente osservare:
  • incomprensione del testo;
  • stancabilità ed insofferenza;
  • sensibilità Emozionale;
  • tendenza alla predizione/invenzione;
  • abilità attentiva;
  • fuga dal compito;
  • rabbia, l’irritabilità o la depressione;
  • disistima.
Solo dopo aver diagnosticato, il formatore può scegliere come affrontare il percorso didattico.
Per farlo utilizzerà metodi, strategie, strumenti:
  • metodologie =  tutte le procedure per affrontare le unità didattiche.
  • strategie = come si pone il docente nei confronti dei suoi studenti e come assume il ruolo di facilitatore dei processi di apprendimento;
  • strumenti = definiti anche risorse. Si tratta di dispositivi che il formatore utilizza durante il percorso didattico;
Ci sono poi le tecniche che sono aspetti specifici richiesti dalla metodologiache si sta utilizzando
Possiamo quindi considerare che metodologie, strategie e strumenti permettono atteggiamenti attivi, la creazione di attività collettive e non sempre individuali e permettono di far propri i contenuti (e non la banale memorizzazione temporanea).
Le metodologie didattiche
Sono tutte le procedure per conseguire un obiettivo prefissato. Prima di scegliere quale o quali adottare il docente è obbligato a individuare le abilità di base dei proprio alunni; ciò garantisce l’insegnamento e lo sviluppo delle capacità di tutti. Il consiglio generale di tutte le istituzioni scolastiche è quello di condividere le proprie metodologie con gli altri insegnanri per non disorientare gli allievi e di valorizzare l’attività ludica.

Il gioco favorisce rapporti attivi e creativi (cognitivi e relazionali) e consente di trasformare la realtà secondo le esigenze interiori del discente.

L’insegnamento viene processato innanzitutto attraverso le metodologie della comunicazione:
  • iconica = disegni, immagini, audiovisivi;
  • verbale = lezioni  espositive, letture, conversazioni, discussioni;
  • grafica = relazioni, test liberi, composizioni, rielaborazioni, interpretazioni;
La  scelta del metodo e degli strumenti  dipende:
  •     dagli obiettivi prestabiliti;
  •     dai contenuti che si intendono proporre;
  •     dalla realtà della classe;
  •     dai ritmi d’apprendimento dei singoli allievi
Esistono varie classificazioni dei metodi. Nessuno è migliore di un altro così come nessun metodo è migliore di un altro: possono essere utilizzati per diverse mission. E’ la loro varietà a permette al formatore di poter organizzarsi autonomamente e di personalizzare il proprio operato.

Pierre Goguelin (francese, illustre docente universitario di psicologia del lavoro presso l’università CNAM Conservatoire National des Arts et Métiers e l’univesità Paris X) li classifica in:

  • metodi affermativi = il formatore chiede all’allievo l’emulazione per favorire la conquista della verità;
  • metodi interrogativi = il formatore sviluppa un dialogo profondo con i suoi allievi, guidandolo nel ragionamento;
  • metodi attivi =  il formatore fornisce un supporto ma è il discente che, atttraverso la propria attività, scopre autonomamente;
  • metodi permissivi = il formatore fornisce esclusivamente materiali. Al discente il compito di farsi strada nell’unità didattica.
Giuditta Alssandrini (docente universitario di Pedagogia Sociale, del Lavoro e delle risorse umane e delle organizzazioni presso l’università RomaTre) suddivide i metodi in questo modo:
  • metodo funzionale (direttivo) = il formatore procede all’addestramento puro e semplice;
  • metodo non direttivo = il formatore è attento alla qualità del processo educativo e si relaziona con il discente;
  • metodo skinneriano (o apprendimento strumentale) =l’apprendimento avviene attraverso l’impiego di macchine didattiche (già esistenti o create dal formatore);
  • metodo di gruppi di lavoro (definito metodo di animazione) = basato sull’importanza di lavorare in gropwork, i processi dell’apprendimento si consolidano attraverso gruppi di lavoro e di discussione;
  • metodo Team-Teaching = metodo che prevede insegnamento con più docenti. Viene costituito un vero e proprio gruppo di formatori che integrano le diverse competenze;
  • metodo Mastery Learning = vengono formulati obiettivi specifici e personalizzati per rafforzare le conoscenze del discente;
Ecco un elenco delle metodologie didattiche più utilizzate oggi (non è in nessun  ordine preciso):
  • didattica laboratoriale;
  • problem solving;
  • storytelling;
  • cooperative learning;
  • peer education;
  • writing and reading;
  • didattica integrata;
  • didattica per scenari;
  • flipped classroom;
  • aule disciplinari;
  • circle time;
  • debate;
  • EAS;
  • IBSE;
  • jigsaw;
  • micro learning;
  • project based learning;
  • scuola scomposta;
  • service learning;
  • STEM;
  • TEAL;
  • tinkering;
Se sei un insegnante, non scoraggiarti. Molte di queste strategie le sai già usare ma nessuno forse ti ha insegnato come si chiamano. Ovviamente ho elaborato una sintesi delle diverse metodologie (ho avuto il piacere di condividerne molte con i miei ragazzi nel corso degli anni).
Mi riservo più avanti di scrivere per ogni metodologia, un post dedicato.
Vediamole ora nel dettaglio.

Che cos’è la
Didattica laboratoriale

E’ caraterizzata da un ruolo attivo dello studente che, svolgendo un’attività con una specifica metodologia, realizza un prodotto. Ovviamente occorre utilizzare spazi e macchinari specifici a seconda dell’attività ed è possibile lavorare in gruppo od individualmente.
Che cos’è il Problem solving
Si   basa  sull’individuazione di  uno specifico  problema  e  sulla  sua  soluzione. Iidentificazione e soluzione vengono spesso affidato agli studenti che autonomamente seguono questo processo articolato. Oltre a sviluppare le competenze e migliorare l’autostima, il problem solving permette di analizzare la natura stessa del problema e standardizzarne alcuni per creare un archivio mentale di possibili soluzioni da interrogare quando necessario.
Che cos’è lo Storytelling
Formatore e studenti sono chiamati “narrare una storia“. Attraverso il racconto è possibile generare processi significativi. Capacità di narrazione, intermpretazione, capacità di veicolare in maniera efficace messaggi importani, magnetizzare l’ascoltatore favorendo lo scambio di esperienze e lo spirito critico.
Con l’evoluzione delle TIC, oggi si parla anche di Digital-Storytelling.

Che cos’è il Cooperative learning

Metodologia in cui gli allievi lavorano in gruppo per raggiungere assieme un obiettivo comune. In questo modo è possibile il miglioramento reciproco dell’apprendimento

Che cos’è il Peer education
Tradotto vuol dire “educazione alla pari“. Nel contesto classe uno studente avvia un’attività formativa con i suoi compagni di classe. E’ una strategia che spesso mira a potenziare le conoscenze e soprattutto i comportamenti positivi cercando di contrastare quelli negativi. Inoltre aiuta a stimolare il pensiero critico.
Che cos’è il Writing and reading 
La sigla è WRW e si tratta di veri e propri laboratori di scrittura creativa e di lettura. Si basa sullo sviluppo di un approccio libero e molto personale in cui il discente è chiamato a realizzare prima un “taccuino dello scrittore e del lettore” dove prendere nota di tutto quello che gli interessa e lo stimola. Poi si riflette sui propri appunti e si cerca di trasformare il tutto in un racconto. Per quando riguarda la lettura, gli alunni devono leggere libri ed ascoltare l’insegnante mentre legge (inizialmente letteratura per ragazzi per poi afforntare più avanti i classici).
Che cos’è la Didattica integrata
Si tratta di una strategia molto utile per affrontare argomenti di natura interdisciplinare e deve sempre essere attenta ai diversi stili di apprendimento degli allievi (soprattutto BES).
Prevede obbligatoriamente l’utilizzo delle tecnologie digitali (smart interactive learning) come tablet, LIM, connessione WIFI….
Interessante quando occorre trasmettere determinate “educazioni” come quella alla salute, oppure quella alla legalità.
Che cos’è la Didattica per scenari 
Attraverso learning activities il docente si prefigge l’obiettivo di introdurre, nella pratica quotidiana dello studente, attività avvalendosi  potenzialità offerte dalle TIC.
Dopo aver definito il concetto di “scenario” il docente decide di affrontare un determinato argomento “raccontando” le diverse attività che ha pianificato di svolgere. Ogni alunno coinvolto lavorerà in gruppo in maniera autonoma e si assegnerà un ruolo\compito. La mission è sviluppare l’argomento creando un prodotto (ebook, grafico, powerpoint) o semplicemente raccontando la propria esperienza.
Che cos’è la Flipped classroom
Innanzitutto, come avviene per le altre metodologie, c’è una fase preparatoria: il formatore condivide con gli studenti materiale di studio (testo, video, audio) anticipando la il prossimo argomento. Accade quindi che gli studenti più insicuri possono irrobustirsi. Il formatore poi lascia agli studenti la conduzione della lezione integrando opportunamente il sapere dove si dovessero presentare possibili lacune. Sfruttando le tecnologie moderne (basta anche una semplime e-mail) è possibile permettere ai proprio studenti di capovolgere il modo di affrontare una lezione. Io ad esempio utilizzo il mio BLOG come portale

Che cosa sono le Aule disciplinari
Si tratta di assegnare ad un’aula una specifica funzione. Riprogettandole ed allestendole in base alla specifica attività\disciplina a cui essa è stata assegnata. Il docente può così personalizzare l’ambiente con arredi, materiali, dispositivi multimediali, attrezzature…..In questo caso è il docente a restare in quell’aula e gli studenti lo raggiungo in base al loro piano delle attività.

Che cos’è il Circle time
Come dice il termine si tratta del “momento cerchio” ovvero il formatore fa disporre gli studenti seduti formando un cerchio (anche il formatore fa parte di questo cerchio). L’insegnante diventa un mediatore, una sorta di filtro umano in quanto in questo momento tutti sono trattati alla pari e possono esprimere le proprie opinioni e stati d’animo. Questa strategia permette di valorizzare le competenze dei singoli e del gruppo.

Che cos’è il Debate
Si tratta di una metodologia  che  favorisce la cooperative learning e lo sviluppo di competenze trasversali, che gli inglesi chiamano “life  skill“; il docente forma due gruppi e sceglie un argomento (solitamente un argomento di attualità oppure un argomento non ancora trattato).
Le due squadre hanno obiettivi diversi: una squadra si occupa di sostenere l’argomento, l’altra squadra invece deve riuscire a controbattere. Però il dibattito non è libero ed il formatore diventa un arbitro\mediatore che impone le regole: quanto tempo per preparare le fonti per sviluppare la propria tesi, quanto tempo e come sostenerla senza alzare il tono di voce.
Che cos’è EAS
La sigla sta per Episodi di Apprendimento Situato. Si tratta di fare una breve presentazione di un micro-argomento alla classe per poi far svolgere agli stundeti una micro-attività individuale. Dopo aver realizzato un prodotto, il docente riassume i concetti chiave approfondendo l’argomento. Diventa interessante l’utilizzo attivo delle nuove tecnologie ed il ruolo del docente che coordina il lavoro ma non deve trasmettere dei contenuti. Saranno i ragazzi a ricercarli.
Che cos’è l‘ IBSE
La sigla sta per Inquiry Based Science Education ovvero Educazione Scientifica Basata sull’Investigazione. Mettendo la scienza al centro dell’apprendimento si cerca di far vivere un’esperienza diretta ai propri studenti. Il formatore pone domande su un determinato argomento ed è compito degli studenti indagare attraverso la sperimentazione. E’ logico che occorre pianificare progressivamente questa metodologie e che far condurre investigazioni troppo aperte a studenti alle prime armi potrebbe essere infruttuoso.

Che cos’è la Jigsaw
Interamente Jigsaw classroom ovvero “scuola puzzle“. Permette di confrontare diverse informazioni per costruire il sapere finale. Il formatore divide la classe in più gruppi ed assegna ad ogni gruppo il compito di ricercare informazioni su un determinato micro-argomento. In ogni gruppo l’insegnate individua un responsabile. Al termine della ricerca i gruppi porteranno le loro ricerche ai responsabili che procederanno ad “unire il puzzle” ovvero unire le tante fonti che i compagni hanno ricercato in un prodotto finito.
Che cos’è il Micro learning
Un metodo molto efficace è quello di processare un argomento, sintetizzandolo in piccole frasi. Questa sitesi può tuttavia ampliare il processo didattico. Un formatore può ad esempio preparare brevi video di 20\30 secondi l’uno, ognuno con un messaggio ben preciso e diverso dall’altro peer poi farli vedere in classe in vari momenti. Solitamente si abbina anche piccolo modulo di verifica.
Che cos’è il Project based learning
L’apprendimento basato sul progetto (PBL) è una metodologia che può fornire allo studente strumenti mentali (e non solo) necessari ad affrontare la vita relare, complessa e mutelvole. Assieme allo studente, il formatore affronta un argomento utile nella vita reale (ad esempio “come scrivere un curriculum”) e permette allo studente di processare il sapere in modo autonomo. Ovviamente il docente riveste ruolo di Tutor.
Che cos’è la Scuola scomposta
Una metodologia che struttura lo spazio aula in maniera diversa. Innanzitutto spazio agli studenti: pochi banchi, sedie comode, diverse postazioni (ad esempio per la lettura o per le video-conferenze), spazio cineforum, si può ascoltare musica…..
Gli studenti interagiscono liberamente con i compagni e con gli altri insegnanti. Si cerca quindi di costruire uno spazio sereno, dall’atmosfera collaborativa sempre però nel rispetto delle regole.
Che cos’è il Service learning
Una metodologia che unisce apprendimetno e servizio per la comunità. Si personalizza un determinato percorso, garantendo quindi il ruolo primario degli studenti che sono chiamati a svolgere attività sociale molte volte legate alla natura dell’istituzione scolastica (in un Istituto Turistico fare le guide turistiche, ad esempio). 
Che cos’è la STEM
La sigla sta per Science, Technology, Engineering, Math (trad. Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) e raggruppa gli argomenti chiave per un’educazione al passo coi tempi. Solitamente usato per i più piccini dopo aver formulato domande su uno specifico argomento, raccolgono informazioni, elaborano ipotesi, danno soluzioni ed infine presentano il loo elaborato.
Che cos’è la TEAL
La sigla sta per Technology Enhanced Active Learning ovvero Tecnologie per l’Apprendimento Attivo. Si tratta di una metodologia che  unisce la classica lezione frontale a simulazioni ed attività laboratoriale. il metodo Teal stravolge anche gli spazi aula ridefinendoli per maggior comfort e vivibilità e permettendo una collaborazione attiva tra studenti molto efficace e performante.

Che cos’è la Tinkering
Una metodologia che rispecchia il proprio nome Tinkering = Adoperarsi. Per seguirla occorre pianificare attività stimolanti, concrete e molto dinamiche. Quasi sempre l’obiettivo consiste nel realizzare oggetti partendo da materiali di recupero (come scatole, fogli, bottoiglie di plastica) per poi affidare tutto alla fantasia degli studenti. Ovviamente le cose si fanno molto interessanti nei percorsi degli Istituti Tecnici.
Esistono altre metodologie come la Metodologia dell’espressione, le scuole senza zaino, e la Twletteratura che purtroppo non ho ancora avuto modo di approfondire attentamente. Se tu invece sai di cosa sto parlando, ti invito a commentare in basso e condividere la tua esperienza.


Le strategie didattiche
Quando parliamo di “strategie didattiche” intendiamo un insieme di operazioni\risorse selezionate e pianificate attentamente dal formatore, che vengono impiegate all’interno di un contesto pedagogico per raggiungere uno o più obiettivi.

Esistono due grandi categorie:

  • strategie centrate sul formatore e sui contenuti da apprendere = si lascia al discente il compito di dare un senso ai contenuti chhe il formatore ha cercato di trasmettere;
  • strategie centrate sul discente e sull’apprendimento = chiamate anche learner centred, dove l’interesse del discente dovrebbe facilitare il processo dell’apprendimeno.

 Ecco quindi le strategie utilizzate nella scuola italiana moderna:

  • lavori individuali;
  • interventi individualizzanti;
  • lavori di gruppo;
  • ricerche guidate;
  • attività progettuali;
  • esercizi differenziati;
  • partecipazione a concorsi;
  • attività laboratoriali in classe o all’esterno;
  • attività di recupero;
  • attività di consolidamento;
  • attività di sviluppo;
  • iniziative di sostegno;
  • visite e viaggi d’istruzione;
  • visite aziendali;
  • interventi di esperti su specifici argomenti;
  • partecipazione a cineforum, spettacoli, manifestazioni sportive;
Strumenti didattici
Si tratta di dispositivi che il formatore utilizza e che svolgono il compito di mediatori dell’apprendimento. Come avviene per le metodologie, anche gli strumenti devono essere attentamente analizzati tenendo in considerazione il soggetto fruitore ed il contesto:

In questo caso occorrerà analizzare:

  • età;
  • modalità di apprendimento;
  • caratteristiche personali;
  • abilità possedute;
  • numero degli alunni;
  • tipologia di scuola;
  • natura dell’attività da svolgere.

G
uardare un film è il modo più sbagliato di utilizzare una LIM (mi capita sempre nelle scuole dove ho lavorato).

Gli strumenti devono sostenere la collaborazione e la socializzazione, non guidare ma permettere sempre l’interazione e devono sempre migliorare l’esperienza di apprendimento.

  • Giochi, didattici e non;
  • Strumenti e attrezzature presenti nei vari laboratori;
  • Libri di testo, schemi e mappe concettuali, libri integrativi;
  • Racconti ed inteviste (tra compagni di classe o fuori dal contesto scolastico);
  • Ebook, LIM e dispositivi informatici;
  • Materiale  didattico strutturato, tecnico, artistico, musicale, sportivo, informatico;
  • Sussidi audiovisivi;
  • Biblioteca di classe, di istituto e comunale;
Ripeto, vanno analizzati ed utilizzati attentamente perchè gli strumenti didattici potrebbero anche portare ad un esito negativo in quanto troppo difficili da usare. Capita spesso che il discente, per diversi motivi, usi con scarso entusiamo ad esempio il PC, ritenendolo troppo difficile da utilizzare portando addirittura ad un rifiuto.
Come hai potuto leggere sono tante le teorie filosofiche (in continua evoluzione) ed occorre tanto studia e SPETTA AL DOCENTE ED ALLA SUA BRAVURA scegliere attentamante metodologie, srategie e strumenti ricordando che, come diceva il grande Gualtiero Marchesi:
“L’esempio
è la più alta forma
d’insegnamento”

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