"Lo CHAMPAGNE è il solo vino che rende una donna bella dopo aver bevuto" – Marchesa di Pompadour-

Dicono che champagne sia la parola francese più conosciuta al mondo dopo “Paris”, ma di champagne nel vero senso della parola, in realtà se ne sa ben poco.

E io che in fondo ammetto questa mia lacuna di mancata wine-blogger, ma super credente del motto “non si finisce mai di imparare”, che mi sono convinta a partecipare alla serata “A, B, C dello Champagne“, lo scorso giovedì, al locale Venti10 di Trissino.
Ok, anche la Marchesa di Pompadur c’ha messo del suo per convincermi, ma ai suoi tempi mica esistevano le blogger.

Non senza la mia inseparabile reflex sottobraccio e la mia irrefrenabile curiosità enoica, mi sono avvicinata a quella parete sulla destra composta da una pila di bottiglie scure perfettamente allineate, che fa un po’ da padrona al resto del locale, intimo e conviviale al tempo stesso, dove si distinguono classiche etichette francesi di tutto rispetto.

Poi arrivò il momento di conoscere i padroni di casa.

Titta Battistin, un trascorso sportivo da pallavolista e un passato lavorativo che nulla centra con il beverage.
Ora un presente che sa di champagne e di vini italiani bio rigorosamente di qualità.
Una mentalità eclettica e aperta per il bere bene che si discosta da quella tipicamente provinciale; lui che la produzione biologica e biodinamica se la va a vedere di persona, perché ha capito che solo accumulando chilometri e preservando umiltà e dedizione, si cresce e si arriva.

Carla Sacchiero, un concentrato di simpatia e una vera specialista dei cicchetti (ne avrei mangiati a quintali).
Lei che è ritornata ai banchi di scuola a studiare per diventare una provetta wine specialist, con fare quasi da rockstar e con una dose di umorismo e serietà che insieme fanno decisamente colpo.
Fu così che, accomodati in stile cavalieri della tavola rotonda che manco Dom Perignon, che iniziò la nostra piacevole serata di degustazione/lezione: 4 calici di differenti champagne francesi, raccontati con istintività e con fare accomodante: il Brut Eugene, il Blanc de Blancs, il Brut Premier Cru e il Cuvée Harmonie Brut abbinati a formaggi francesi e cicchetti vari.

E poi i racconti delle origini, delle tradizioni, dei territori, dei produttori e dei concetti chiave che ruotano attorno a questo grande vino.
Come la volontà, di voler cambiare la percezione che viene associata alla definizione di champagne come ad uno status symbol e ad oggi ingiustamente snobbato perché collegato quasi esclusivamente alla mondanità e al lusso.
In realtà vi dirò che potrete togliervi la soddisfazione di bere dell’ottimo champagne senza spendere cifre da capogiro.

E se per qualche inspiegabile motivo, non siete amanti di questa bottiglia, beh le alternative ci sono eccome.
Non vi resta che andare a scoprirle al Venti10, magari durante una di quelle serate live, perché esperti dicono che non c’è modo più
piacevole di cogliere un vino se non con il sottofondo di un brano musicale.

Francesca Maria
     

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