Vent’anni fa m’ammascherai pur’io!
E ancora tengo er grugno de cartone
che servì p’annisconne quello mio.
Sta da vent’anni sopra un credenzone
quela Maschera buffa, ch’è restata
sempre co’ la medesima espressione,
sempre co’ la medesima risata.
Una vorta je chiesi: – E come fai
a conservà lo stesso bon umore
puro ne li momenti der dolore,
puro quanno me trovo fra li guai?
Felice te, che nun te cambi mai!
Felice te, che vivi senza core! -
La Maschera rispose: – E tu che piagni
che ce guadagni? Gennte! Ce guadagni
che la genti dirà: Povero diavolo,
te compatisco… me dispiace assai…
Ma, in fonno, credi, nun j’importa un cavolo!
Fa’ invece come me, ch’ho sempre riso:
e se te pija la malinconia
coprete er viso co’ la faccia mia
così la gente nun se scoccerà… -
D’allora in poi nascónno li dolori
de dietro a un’allegria de cartapista
e passo per un celebre egoista
che se ne frega de l’umanità!
(Trilussa)
I romani sanno perfettamente di cosa parlo, ma per tutti gli altri il nome di questi golosissimi dolcetti fritti, tipici della mia città, potrebbe sembrare … un pochino strano. Non so nella vostra regione che tipo di significato abbia questo termine, ma a Roma è un appellativo volgare, dato (senza il diminutivo) ad un certo tipo di signore che svolgono un mestiere antico. Secondo l´ufficio di toponomastica comunale, sembra che il termine sia nato in una stradina del centro di Roma, via delle Zoccolette appunto, dove un tempo era ubicato l’istituto di dei Ss.Clemente e Crescentino, che ospitava delle orfanelle. Sembra infatti che molte di loro fossero orfane di padre ignoto e ricoverate nel collegio delle madri, non per necessità economica, ma perché loro, non impegnate come madri, potessero continuare a fare le prostitute, in dialetto romano «zoccole». E di qui l´attribuzione di zoccolette data alle figlie. Ora, come questo termine dopo secoli sia entrato in quasi tutti i menù di pizzerie e trattorie romane nella sezione dolci … per me rimane un mistero! Le zoccolette alla nutella non sono solo offerte nel periodo carnevalesco, in città si trovano per la nostra goduria tutto l’anno, sono semplicissime da fare, la classica ricetta non ricetta, sono piccole chicche di pasta lievitata e fritta con due leggerissime varianti, c’è chi dopo averle passate nello zucchero gli cola sopra della nutella leggermente sciolta e chi, come me, preferisce farcirle. Insomma provatele sono una vera goduria … indiscutibilmente #foodporn !
Ingredienti
Per circa 25 pezzi
250 gr di farina tipo 2
160 ml di acqua
5 gr di sale fino
10 ml di olio evo
2.5 gr di lievito di birra disidratato
Inoltre
olio per friggere
zucchero semolato
Nutella q.b.
Procedimento
Inserite nella ciotola della planetaria, con la foglia, la farina ed il lievito e azionate un paio di giri per far respirare la farina. Inserite poi 150 ml di acqua fresca di rubinetto e azionate a velocità 1 appena il composto prende consistenza, inserite il gancio e passate a velocità 2. Quando l’impasto si sarà avvolto intorno al gancio, fermate la planetaria, lasciate cadere l’impasto dal gancio e formate al centro una piccola buca al cui interno inserirete 10 ml di acqua e 5 gr di sale. Riabbassate il gancio e azionate nuovamente, sempre a velocità 2, per circa 10 minuti, a circa metà del tempo inserite anche l’olio. Lasciate lievitare per circa tre o quattro ore nella ciotola dell’impastatrice, coperta e al caldo. Io ad esempio impasto la mattina per poi friggere per merenda. Mettere a scaldare l’olio per la frittura, ricordatevi che per controllare facilmente la temperatura basterà inserire uno bastoncino di legno nell’olio, quando intorno si formeranno delle bollicine è il momento di iniziare a friggere. Lasciando l’impasto nella ciotola dove ha lievitato staccate dei piccoli pezzi e arrotolateli tra i palmi delle vostre mani e poi immergeteli direttamente nell’olio. Friggete poche palline per volta, passatele prima su carta da cucina e poi immediatamente nello zucchero semolato. Quando avrete finito di friggere tagliatele a metà, ma non completamente e farcitele con la Nutella e … godete!
Buon appetito!
Buona vita
e alla prossima ricetta!