Latte di mandorle alla siciliana

La mandorla, prodotto d’eccellenza del mio territorio, come ho detto più volte, è protagonista di tutte le dolcezze siciliane: biscotti, creme, gelati, granite e bibite fresche e dissetanti. Tra queste ultime il latte di mandorle e l’orzata. Perchè si chiami orzata un prodotto a base di mandorle penso che derivi dal fatto che un tempo una bibita dissetante si ottenesse dall’orzo, sostituito poi in seguito dalle fantastiche mandorle. Ma qual è la differenza tra latte di mandorla e orzata? Il latte è ottenuto dalla spremitura delle mandorle crude e va consumato subito, la sua conservabilità infatti non può superare le 24 ore in quando si deteriora molto facilmente; è una bevanda adatta a chi è intollerante al lattosio, molto nutriente e dal gusto delicato ed aromatico. Mia mamma mi ha raccontato che anticamente ai neonati che non avevano la disponibilità del latte materno, veniva dato appunto il latte di mandorla. L’orzata di mandorle invece è uno sciroppo concentrato a base di mandorle e zucchero che dà la possibilità di gustare questa bibita speciale quando si vuole, basta aggiungere dell’acqua fresca. Oggi voglio mostrarvi come ottenere questo nettare degli dei.

La cosa fondamentale è la materia prima: mandorle di Avola. Compratele sempre con la buccia. per eliminarla basta tuffarle in acqua bollente per un minuto, scolarle e andrà via facilmente.

Lavatele, asciugatele. Se vi piace il gusto tostato potete passarle in forno. Anticamente il procedimento prevedeva la macinazione delle mandorle e poi la cosiddetta “mmissioni”

La mandorla tritata veniva messa in un telo di lino e poi spremuta in acqua tiepida fino a quando tutti i succhi e gli olii essenziali della mandorla si trasferivano nell’acqua.

 

Ho sfruttato la tecnologia e ho realizzato il latte di mandorla con il mio amico estrattore, seguendo con la seguente procedura: ho  messo 400 g di mandorle a bagno in 1 litro d’acqua la sera prima, in modo che si ammorbidissero. Ho spremuto le mandorle con la loro acqua, ripassandole più volte, quindi ho filtrato per eliminare eventuali granellini di mandorle (non buttate i residui, perchè vi mostrerò come utilizzare questi scarti che prendono il nome di okara).

Ho messo il litro di latte di mandorle in una pentola dal bordo alto e ho aggiunto 1,600 Kg di zucchero, una buccia di limone e una scorza di cannella. Ho messo sul fuoco e ho fatto cuocere almeno per venti minuti dopo il bollore.

Con la cottura vedrete lo sciroppo che diventa più scuro e denso.

Prima di togliere dal fuoco aggiungo il mio ingrediente segreto che a questo punto non lo è più, un cucchiaio di acqua di fiori d’arancio (questa è home-made ma potete trovarla in commercio).

Ho imbottigliato lo sciroppo ottenuto. Si mantiene benissimo anche fuori dal frigo (del resto lo si faceva nella notte dei tempi, anche quando i frigoriferi non esistevano). Basta versare un dito di sciroppo in un bicchiere, aggiungere acqua ghiacciata e per magia avrete il vostro bianchissimo latte di mandorla ogni volta che vorrete.

Come utilizzare l’okara? Potrete realizzare questi gustosissimi biscotti la cui ricetta trovate qui.

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