Quanto è ricco il mondo quando le sue tinte prendono solo le sfumature amaranto dell’edera o delle grosse e massicce foglie delle magnolie che Improvvisamente diventano arancioni assieme ai cachi in maturazione. O di giallo come i più piccoli petali di gelsomino color dell’oro, dello zafferano fuso, del miele che cola fruttuoso dai telaini delle arnie che hanno di nuovo le api in piena produzione.
Si raccolgono con lenta fatica , passione e golosa devozione i frutti dolci maturati con sole cocente dell’estate. la vendemmia con i suoi pranzi infiniti e l’acquaticcio per i più piccoli,la raccolta delle olive con le imprecazione del mal di schiena e il verde intenso dell’olio, le pungenti castagne abbastanza fastidiose ma mai come il loro costo nei negozi.
Quanto è più ricco il mondo quando dopo l’iperattività dell’estate , la frenesia delle giornate infinite, la smania di andare e di iniziare delle vacanze , finalmente si può riposare, rallentare, ponderare , quasi diminuendo anche la rotazione stessa dalla terra, sembra quasi che anche lei si voglia godere ogni foglia che cade, ogni bimbo che esce da scuola correndo incontro alla mamma.
L’autunno è la stagione dei pensieri, dei rendiconti con noi stessi, dei progetti e della protezione. Come l’ albero che per tutelare la propria ninfa si chiude, sbarra ogni accesso al freddo, alle intemperie, alle raffiche di vento. Allora decide di spogliarsi, di gettare via ogni velleità ogni sua bellezza o più intima peculiarità. Diventa uno stecco qualunque, un ramo qualsiasi,scarno, brutto ed imitabile.
Protegge ciò che ha di più importante senza preoccuparsi dell’apparire, del dimostrare, dell’essere.
Così anche noi in autunno cominciamo a chiuderci, un riccio che si chiude su se stesso , comincia a riscaldare la proprio tana, la prepara all’inverno con le scorte di affetto e di abbracci.
ci nascondiamo da tutti per goderci queste profumate e illuminanti giornate. In silenzio magari, perchè troppa “caciara” abbiamo dovuto subire nell’estate . Tutta quella esaltazione, quella strana agitazione .
Occorre fermarsi e pensare , chiamare chi ti ama, abbracciare chi non ti conosce, dire addio a chi forse non hai mai conosciuto veramente. Proteggere sempre la propria linfa, quel caldo mondo chiamato famiglia. Fatta di gatti dispettosi e pelosi, di figli raffreddati e di amori senza tempo.
Il primo camino acceso, fermi a guardarlo con un bicchiere di cerasuolo d’abruzzo e un bel piatto di cappellacci di castagne e zucca.
Ecco tutto il video della preparazione