Quest’anno grazie al Calendario del Cibo Italiano, indetto dall’AIFB mi sono divertita a declinare alcuni piatti della tradizione italiana, ma fin qui, solo piatti della tradizione toscana, sui quali mi sentivo ferrata. Poi ho visto il bonet ed ho deciso di cimentarmi.
Oggi secondo il Calendario del Cibo Italiano, si celebra il Bonet, il tipico budino piemontese al cioccolato ed amaretti, del quale sono ambasciatrice, così troverete nel sito AIFB il mio articolo con la ricetta tradizionale ed alcune fonti storiche, mentre qui replicherò con la variante alle nocciole.
Ero un po’ preoccupata per questo dolce, perché quando ero una ragazzina sono cresciuta con il mito del famoso “latte alla portoghese di Graziella”. Era un dolce buonissimo, ne potevo mangiare a valanga e non mi stancava mai. Dolce quanto bastava e soprattutto sempre liscio e vellutato.
Ma, c’è sempre un ma, nelle cose buone, naturalmente mia madre non lo sapeva fare, così come non sapeva fare nessun dolce, le pasticcerie neanche a parlarne, così si mangiava solo quando lo faceva Graziella. Quando da grande ho pensato di imparare a farlo, ho dovuto lottare contro i mulini a vento solo per capire le dosi della ricetta, perché la signora lo faceva un po’ ad occhio. Non parliamo della cottura, che Graziella faceva nel forno del pane, pertanto a casa difficilmente replicabile.
Poi all’università scopro il “caffè in forchetta”, ma non mi è mai sembrato molto buono, e soprattutto non era mai liscio,ma sempre pieno di bolle: evidentemente la collega che me lo ha fatto conoscere, non sapeva cuocerlo bene.
Pertanto alla luce di queste esperienze, anche il bonet mi sembrava poco fattibile. ma poi ho trovato subito, un sacco di ricette e mi sono rilassata. Questa è stata la prima volta che ho fatto il bonet e mi è venuto subito bene, liscio, morbido e molto gustoso. Così mi sono lanciata e presto anche “latte alla portoghese” e “caffè in forchetta” saranno su questo blog.
Intanto il “Bonet alle nocciole”che è una variante del bonet bianco o alla Monferrina, la versione più antica di questo dolce. Quella invece più conosciuta e che si può gustare in tutte le trattorie tipiche piemontesi è una versione più tarda, nata quando dalle colonie cominciarono ad arrivare il cacao ed il rum. Questa ricetta è quella più legata al territorio, ricco di mandorli e noccioli, e molto più delicata.
Ingredienti per 10 porzioni:
- 1/2 litro di latte fresco
- 5 uova
- 100 g di zucchero
- 50 g di amaretti
- 100 g di nocciole tostate
- 3 cucchiai di caffè ristretto o 3 cucchiai di rum o entrambi (secondo il vostro gusto)
- 200 g di zucchero
- 50 g di acqua
- rum o caffè ristretto