I Panniceddi o panicelli, una leccornia esclusivamente calabrese, sono dolcetti realizzati con foglie di cedro riempite con cubetti di buccia di cedro e uva zibibbo appassita. Il modo di sistemare le foglie ricorda quello usato anticamente dalle donne nel disporre i pannolini per fasciare i neonati.
Si tratta di una ricetta antichissima, la cui realizzazione necessita di una complessa e paziente lavorazione che va dal raccogliere le foglie adatte nel periodo della potatura, all’essiccazione dell’uva zibibbo per trasformarla in passuli, all’intreccio dei fili di ginestra e alla giusta cottura nel forno a legna. Pochi quindi gli ingredienti – uva passa e cedro, espressione esclusiva di alcuni comuni della Riviera dei Cedri come Verbicaro, Scalea, Diamante e Santa Maria del Cedro, che danno ai Panicelli quella dolcezza e quel profumo che li caratterizza.
I panicelli, consumati nel periodo natalizio come segno di buon auspicio, piacevano così tanto a Gabriele D’Annunzio che li descrisse minuziosamente in un passo dell’opera “Leda senza cigno” del 1916:
….sorrido pensando a quegli involtini di fronde compresse e risecche venuti di Calabria. Ci voleva l’unghia per rompere la prima buccia…ma ecco l’ultima foglia in cui è avvolto il segreto profumato. Pochi umidi acini del grappolo della vite del sole appariscono, premuti l’un contro l’altro, con un sapore che ci delizia prima di essere assaporato…
Ingredienti
30 gr di uva zibibbo appassita (io uva passa )
20 gr di buccia di cedro (io cedro candito)
5 foglie di cedro
1 filo sottile di ginestra
Preparazione
Stendete due foglie sovrapponendo i lembi, poi disponetene altre due perpendicolarmente alle prime ed infine l’ultima in posizione trasversale. Mettete al centro l’uvetta e il cedro ed infine chiudete formando un fagottino che legherete con il filo di ginestra. Infornate a 150° fintanto che le foglie non saranno dorate.
Fate riposare i Panniceddi prima di gustarli, magari accompagnati da un buon vino passito locale.
P.S. Certamente i miei Panicelli sono lontani mille miglia dagli originali per profumi e genuinità degli ingredienti, però non potevo certo non provare a realizzarli. Una sfida nata anche, se non soprattutto, dal desiderio di far conoscere quelle bontà che rischiamo di perdere.