Non potevo mancare nel celebrare una donna che ritengo un mito, per le cose che ha fatto.
Da leggere di un fiato l’intervista ad Alessandra De Vizzi, autrice con Roberta Schira, di un libro sulla storia di Petronilla, perchè ti cattura e descrive in maniera emozionante lo spirito di una donna straordinaria. La trovate sul Calendariodel Cibo Italiano che oggi celebra la Giornata Nazionale di Petronilla. Ringrazio ancora di cuore per la sua generosità.
Riporto qui sotto la ricetta uscita sulla Domenica del Corriere del 15 gennaio 1933: I Ninos Invueltos
“Fu appunto chiacchierando presso al banco della Nene macellaia, che ieri una tale…americana mi ha insegnato a fare i ninos invueltos, cioè i piccoli involti che in Argentina – mi ha detto – sono molto apprezzati.
Io, che tutta gioisco quando posso darmi col marito certe arie e che sono beata quando posso sfoggiare esotici nomacci, io non ho perso tempo e subito, al pari della signora americana, mi sono fatta tagliare dal garzone alcune fettine di fesa, cioè di polpa bianca di vitello. Le ho fatte, poscia, battere ben bene e, appena giunta a casa, le ho stese sul tagliere; ho coperta ciascuna d’esse di prezzemolo finemente tritato; vi ho adagiato sopra mezzo tuorlo d’uovo sodo; ho aggiunto un pizzico di sale; e ogni fetta, con il suo ripieno dentro, l’ho arrotolata e infine legata con un filo grosso per poterlo così ben vedere e facilmente togliere, prima di servire il piatto.
Poco prima del pranzo, ho messo una padella con burro al fuoco; vi ho fatto poi cucinare gli invueltos; quando furono rosolati, li ho bagnati con mezzo bicchiere di vino bianco; dopo cinque minuti ho unito una manciata di funghi secchi già rammolliti in acqua tiepida ed un po’ di sedano tritato; allorchè il vino fu consumato ho aggiunto un po’ di salsa di pomodoro sciolta nell’acqua e, poco dopo perchè la bagna non diventasse troppo densa, altre due dita di vinello bianco.
- Prima di servire – mi aveva detto la signora americana – tolga funghi e sedano; li passi per il setaccio e li sparga infine sui ninos invueltos, nel piatto.
Ma io, per fare presto, manco mi sono sognata di ricorrere ieri al setaccio; eppure…..quando, con tutta la mia aria di importanza, ho dichiarato che quelli erano i ninos invueltos giunti dall’Argentina, marito e i ragazzi sono proprio rimasti lì di stucco, ed hanno poscia persino dichiarato (oh le facce toste!) che loro avevan già ben capito che quello era un piatto esotico, una squisitezza d’oltre oceano, certamente!”