Gnudi perchè praticamente si tratta di un ripieno senza il suo vestito di pasta.
Una preparazione dalle antiche origini, infatti in alcuni ricettari medioevali si ritrovano delle preparazioni che molto hanno in comune agli odierni “ravioli nudi”.
In un manoscritto che presenta numerose ricette simili a quelle del trattato di maestro Martino, si parla di ravioli bianchi fatti di formaggio, burro, uova e farina, anche questi caratterizzati dal fatto che il ripieno non è avvolto dalla pasta, poi fritti e spolverizzati con zucchero e cannella diventando quindi un dolce.
Per questa volta mi sono tenuta un po’ più sul classico e vi propongo una ricetta che ha come unico vezzo quello di utilizzare la borragine al posto di spinaci o bieta più usuali.
La borragine si fa notare con i suoi meravigliosi fiorellini dal blu intenso che catturano lo sguardo, un’ erba spontanea, diffusa in tutta la penisola, soprattutto in terreni ben drenati e soleggiati, con le sue foglie ricoperte da una fitta peluria.
Io la mia borragine ce l’ho vicino all’apiario, infatti le mie api “saltellano” felici tra un fiorellino e l’altro, e quando è abbondante ne approfitto per farne scorte.
Borago officinalis : pianta erbacea annuale, appartiene alla famiglia delle Boraginaceae.
Il suo nome ha diverse origini:
- dal latino borra ad indicare un tessuto di lana ruvido, probabilmente in referimento alla fitta peluria che ricopre le foglie;
- dall’arabo abu araq (= padre del sudore) a testimonianza delle proprietà sudorifere della pianta.
Plinio scriveva: «Un decotto di borragine allontana la tristezza e dà gioia di vivere».
“Io, Borragine, porto sempre coraggio” questo è un vecchio detto tramandato dall’erborista John Gerard che nel 1597 scriveva delle proprietà della borragine.
Ho scoperto che nella cucina ligure viene utilizzata cotta, insieme ad altre erbe spontanee, nel ripieno dei pansoti, nelle torte salate e frittate, e quanto sono buone le frittelle di borragine!!!!
Una raccomandazione questa pianta va utilizzata cotta, e come tutti gli alimenti va consumata con moderazione, senza eccedere.
Le foglie vanno cotte perchè, come altre erbe selvatiche contengono alcaloidi, e la cottura ne diminuisce la quantità in esse presenti.
Per ulteriori informazioni vi rimando a questo articolo.
Tranquilli non è una pianta tossica, ma la moderazione ed il buon senso vanno sempre osservati.
Ingredienti per 4 persone
( sono circa 5- 6 gnocchi a persona, dipende da quanto li farete grandi).
Vi servirà un mazzetto di foglie tenere di borragine per ottenere circa 200 g di prodotto lessato
- 400 g di ricotta fresca di bufala, ma potete sostituirla con quella di pecora oppure vaccina, anche se il gusto delle prime due, a mio parere, è veramente superiore.
- 50 g di parmigiano grattugiato
- 100 g di borragine lessata ( ma anche spinaci, bietola )
- 80 g di farina
- 1 uovo intero
- sale e pepe
- burro
- parmigiano grattugiato come finitura
Per la crema:
- 100 g di borragine lessata
- 200 g di panna
- un po’ di latte
- sale e pepe
- olio
- fiorellini di borragine
Preparazione degli gnocchi:
lavate la borragine e lessatela in poca acqua, come si fa per gli spinaci, poi una volta cotta tritatela finemente.
Passate al setaccio la ricotta e unite a questa in una ciotola: il parmigiano, 100 g di borragine lessata, l’uovo intero, la farina, aggiustate di sale e pepe.
Imburrate leggermente una pirofila da forno.
Mettete il composto in una sac a poche con bocchetta liscia, oppure con due cucchiai formate delle quenelle, mettetele nella pirofila imburrata.
Trasferiamo in forno preriscaldato a 140°per 10 minuti circa.
Mentre gli gnocchi cuociono prepariamo la crema di accompagnamento:
nel bicchiere del frullatore mettiamo la borragine lessata e tritata finemente, aggiungiamo la panna, latte, aggiustiamo di sale e pepe e frulliamo; trasferiamo poi il tutto su una pentola e lasciamo addensare un po’ a fuoco dolce.
Prepariamo il piatto per ogni commensale:
mettiamo sul fondo un po’ di crema poi ci trasferiamo gli gnocchi aiutandoci con una spatola, sopra una grattatina di parmigiano, un filo d’olio e qualche fiorellino di borragine come decorazione.
Un piatto dal gusto delicato, gradito anche dai bambini, il che non guasta.